Il gigante della moda online conquista la borsa
Ha esordito col botto a Piazza Affari, ai primi d’Ottobre, il nuovo gruppo Yoox Net-a-porter (Ynap), nato dalla fusione dei due colossi di vendite di abbigliamento online Yoox e Net-a-porter. Ce ne rallegriamo, anche perché per una volta è stata una società italiana ad alto tasso di innovazione come Yoox appunto, fondata dall’imprenditore bolognese Federico Marchetti, a superare l’italico provincialismo e conquistare una ghiotta preda sui mercati mondiali quale è (anzi era) la rivale francese Net-a-Porter, nata da una brillante idea di Natalie Massenet. E’ sorto così un gigantesco retailer online di beni di lusso, in grado di sviluppare forti sinergie e performance stellari worldwide (con crescita a tre cifre in Cina).
In verità, sotto il profilo tecnico quella di Yoox non è stata un’acquisizione vera e propria, bensì una fusione, il cui accordo è stato raggiunto tra Yoox e Richemont che indirettamente controllava Net-A-Porter. Le azioni del nuovo gruppo sono ora incluse nel Ftse Mib, l’indice comprendente le 40 società a più alta capitalizzazione e liquidità quotate alla Borsa di Milano. Marchetti, che è diventato amministratore delegato di Ynap, ha affermato che per la sua “squadra” si è realizzato un sogno iniziato 15 anni prima: diventare leader del settore, valorizzando un potenziale illimitato.
La fusione ha come obiettivo specifico quello di integrare due società altamente complementari in termini di segmenti di clientela coperti, esposizione geografica e mix di competenze. Il gruppo risultante dall’accordo ha ora un posizionamento competitivo più rafforzato, che consente di cogliere le grandi prospettive di crescita del mercato del lusso online, così come concede maggiori economie di scala a tutto vantaggio degli aspetti finanziari e dell’efficienza operativa. La fusione permette inoltre di diversificare il portafoglio di business, rafforzare e consolidare le relazioni con i marchi della moda, nonché migliorare la capacità di attrarre talenti.
Per il nuovo gruppo sono previsti due quartier generali tecnologici a Bologna e a Londra. “Il processo di integrazione è stimato terminare nell’arco dei prossimi due anni”, ha sottolineato Marchetti, “ma le sinergie si inizieranno a vedere già dall’anno prossimo” ed ha aggiunto che questa è una storia di crescita e non di razionalizzazione industriale, quindi non ci saranno licenziamenti.
“La decisione di restare quotati a Milano”, ha proseguito il top manager, “è una scelta sì di cuore, ma anche strategica. A trent’anni, quando sono tornato dall’America, ho scelto di scommettere su questo Paese, conscio di tutte le difficoltà di fare impresa qui, ma anche dei vantaggi competitivi soprattutto in un settore come la moda. Dopo 15 anni”, ha concluso, “posso dire che ho fatto bene”.