“Il Grande Gatsby”: costumi per rendere al meglio un personaggio
“Il Grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald, pubblicato nel 1925, è uno dei romanzi che hanno maggiormente segnato la letteratura americana e che ancora oggi non ha perduto il suo fascino. Lo dimostrano le numerose versioni cinematografiche – per quest’anno è attesa quella di Baz Luhrmann, con protagonisti Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan -, tra cui la più famosa è quella del 1974, diretta da Jack Clayton e sceneggiata da Francis Ford Coppola, con protagonisti Robert Redford e Mia Farrow, premiata con due Oscar, per i costumi di Theoni V. Aldredge e per le musiche.
Negli anni Venti, il giovane Nick Carraway si trasferisce su una sponda di Long Island, a New York, e ben presto viene incuriosito dal suo vicino di casa, Jay Gatsby, personaggio estremamente affascinante e carismatico, impegnato in una vita lussuosa che è il completo opposto di quella del modesto Nick. Su di lui girano tante leggende, alcune decisamente assurde, ma lui stesso, ai suoi pochi intimi come Nick, non racconta quella che è la sua vera vita, dal momento che nasconde quello che è il suo vero mestiere: il contrabbando. Anche i suoi completi impeccabili e raffinati e le sue feste maestose e imperdibili sono solo un’apparenza, perché Gatsby è perso in un sogno, quello di ricreare il passato. Infatti, amava profondamente Daisy, la cugina di Nick, che non aveva potuto sposare a causa della chiamata alle armi e dell’inferiore condizione economica. In seguito, Daisy aveva sposato il famoso giocatore di baseball Tom Buchanan, ma la relazione tra i due, che vivono sull’altra sponda di Long Island, non è delle migliori. Gatsby vive lì perché è lì che vive Daisy, e crede di poter tornare a stare facilmente con lei come in passato. Tramite Nick i due vecchi amanti cominciano a rincontrarsi, ma ben presto Tom scopre tutto, anche la vera identità di Gatsby.
Sicuramente il personaggio di Gatsby domina il film, ma anche quello di Daisy non è da meno. Sorride sempre e non sta mai zitta, la sua leggerezza e la sua incostanza possono sembrare frivolezza, ma in realtà è fatta così e non se ne rende neanche conto. Non si capisce neanche cosa desideri veramente, perché detesta l’amante di Tom e non esita a tornare con Gatsby quando lo rivede, ma non esita a tornare dal marito quando questo scopre tutto e lei si ritrova a dover fare una scelta davanti a tutti: davanti a un conflitto, sceglie la via di fuga più semplice e più conforme alla società.
La sua leggerezza è ben rappresentata dagli abiti che indossa, che seguono la moda del periodo, dai colori tenui e sfocati tra cui domina il bianco, il suo colore preferito.
In questo modo, appare anche quasi eterea e irraggiungibile, sembra più un sogno che un personaggio reale, ma d’altra parte Daisy è un sogno, il sogno di Gatsby, e anche per questo le perle e le applicazioni scintillanti, mai però appariscenti, la illuminano, facendola ancor più assomigliare a un essere di un’altra dimensione. Infatti, i pochi abiti scuri che indossa, soprattutto diverse tonalità di grigio, appaiono solo una volta abbandonato Gatsby per sempre.
Tuttavia, la costumista ha dovuto fare i conti con la gravidanza dell’attrice Mia Farrow. La moda degli anni Venti prevede abiti abbastanza larghi, per cui il problema è stato arginato con non troppi problemi, grazie anche alle frequenti inquadrature di primo e primissimo piano sull’attrice e alla presenza di accessori importanti, come l’enorme ventaglio di piume che tiene davanti al pancione nella scena in qui partecipa a una delle feste di Gatsby.
Grazie , Bell’articolo tra cinema e moda.