Il lusso di Robert Abi Nader sulla passerella di Altaroma
Palcoscenico singolare per una collezione all’insegna del lusso: una location di grande prestigio, la Biblioteca Casanatese, per ospitare gli abiti di uno dei più quotati stilisti di alta moda, il libanese Robert Abi Nader che presenta per la prima volta a Roma la sua collezione di Alta Moda all’interno della manifestazione di Altaroma giugno 2018.
Il suo salone monumentale della Casanatese aveva ospitato già a luglio del 2015 abiti di Valentino per il progetto “Mirabilia Romae”: quel progetto pensato per svelare luoghi nascosti e poco conosciuti di Roma, ma anche per mostrare la storia del brand intrecciata con la capitale. Così il salone torna a presentasi, austero ed elegante tempio di cultura dal ricchissimo patrimonio bibliografico -otre 60.000 volumi disposti in un doppio ordine di scaffalature e capienti teche che espongono di volta in volta manoscritti, incunaboli, incisioni carte geografiche-, come una passerella adeguata ad esaltare la sontuosità e il lusso delle creazioni dello stilista libanese.
Robert Abi Nader cesella 44 sculture con straordinaria abilità sartoriale che giustifica la sua presenza abituale nel calendario parigino dell’Haute Couture; non si possono ignorare le sue capacità stilistiche e anche tecniche che arricchiscono sommamente i suoi abiti di applicazioni, di resina plastica, di microfibra di legno pregiato con l’addizione di pelle intagliata mediante tecnologia laser. Gli abiti hanno struttura importante, talvolta –quelli lunghi- una rigidità e tridimensionalità volumetrica eccessiva che impedisce alle stesse modelle un dominio del proprio incedere rendendole quasi insicure e impacciate. Lo si è notato in modo particolare nel passaggio dell’abito da sposa. Maestoso!: la gonna appesantita dai tre diversi strati di tessuto in tre diverse colorazioni e arricchito di pietre di cristallo e seta intrecciate, coronato da un velo ricamato a mano e da uno strascico lungo otto metri. Difficile non “compatire ” la sposa che deve spostare con il suo fragile corpo tanto volume e tanto peso.
Pur riconoscendo l’abilità dello stilista e la sontuosità degli abiti ci è sembrato che l’intera collezione manchi di uno degli elementi chiave dell’eleganza, la semplicità: abiti troppo rigidi, troppe sovrastrutture ad appesantirli o sottostrutture a dare volume che ricordano epoche passate, troppe applicazioni a rilievo come nel corpino dell’abito con la gonna dai colori sfumati, tessuti di per se trasparenti eccessivamente decorati quasi l’abito imitasse un ricco ed artistico tatuaggio, ecc. ecc. Abbiamo comunque ammirato l’abito rosso Siena con la cappa in tinta ricamata e l’abito bianco corto con disegni neri geometrici che ci riportano all’immagine di una donna accessibile, capace di smorzare la sensualità attraverso un tocco di eleganza. Per quello che abbiamo potuto valutare dalla collezione presentata a Roma, la donna che Robert Abi Nader ama vestire è inaccessibile: l’abito non permette accostarsi a lei, al suo corpo; sporgenze rigide, quasi affilate sul corpino o sui fianchi possono, per esempio, distogliere da un abbraccio affettuoso e viene così a mancare quel carattere di accoglienza che il corpo femminile sempre suggerisce. Siamo di fronte ad una donna fortemente sensuale e talvolta erotica, se indossa l’abito cortissimo rosso fuoco, o i trasparenti abiti neri o quelli dorati, di un erotismo che in alcune creazioni è apparso di cattivo gusto.