Il Presepio delle meraviglie
Come degna rappresentazione della Natività, è esemplare questo affresco raffigurante l’Adorazione del Bambino con San Girolamo, che si trova nella Cappella del Presepio all’interno della Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma.
Il dipinto, sotto il quale sono scolpiti due stemmi cardinalizi della famiglia Della Rovere ed una dedica alla Vergine e San Girolamo, dà l’impressione di essere una pala d’altare su tavola, ma è una pittura murale a tutti gli effetti, tanto più realizzata da un artista geniale quale Pinturicchio (nato a Perugia intorno al 1454), uno dei principali protagonisti del Rinascimento nell’Italia Centrale. In esso si coglie (soprattutto in alcune parti come i volti della Madonna e del Bambino) tutta la raffinatezza stilistica dell’innovativo Maestro umbro, connotata da un brio esecutivo di straordinaria freschezza e da una fantasiosa agilità decorativa.
L’affresco rappresenta una diroccata capanna (con mura di materiali differenti, su cui poggia un tetto a capriate, a simboleggiare ebraismo e paganesimo che furono culla della religione cristiana), presso cui è presente la Sacra Famiglia, con San Girolamo e i pastori che contemplano adoranti il piccolo Gesù deposto su una fascina di grano. Si noti la grazia dei gesti e degli sguardi del bimbo rivolti verso la madre, che a sua volta lo guarda amorevolmente.
Di fianco, sulla destra, si scorgono il bue e l’asino entro un recinto, mentre i Magi – altri personaggi imprescindibili in un presepio – appaiono in corteo sulla sinistra, in lontananza, in un bizzarro paesaggio roccioso. Sullo sfondo del dipinto, dominato da un albero svettante su cui aleggia un angelo scuro, si delinea il profilo di una città accanto ad un lago, dietro cui sorge un massiccio montuoso azzurrato dalla foschia. Si osservi come tutti questi elementi siano disposti in prospettiva con precisione luministica. Lo spazio è indagato con sottigliezza ottica, rendendo tangibile così la trasposizione degli ideali umanistici nelle arti visive.
La composizione è armoniosa ed equilibrata, impreziosita da un’eccezionale qualità del tessuto cromatico caratterizzato da un sottile accordo di tinte brillanti e cangianti. Il tono narrativo è pacato, ma allo stesso tempo solenne, anche per effetto dell’elaborata cornice marmorea in cui l’affresco è compreso. Di fascino particolare sono, sull’arco e sulle paraste, le grottesche policrome su sfondo dorato con originali creazioni iconografiche, dipinte con una scioltezza che rimanda alla pittura vascolare dell’antica Roma. Del resto, il Pinturicchio fu sempre attratto dall’arte del passato, coniugando il suo gusto ornamentale con le lezioni dei maestri a lui più vicini nel tempo (Perugino, Piero della Francesca, Verrocchio, Benozzo Gozzoli).
La splendida Cappella del Presepio, eretta nell’arco temporale 1471-1484 per volere del Cardinale Domenico della Rovere, contiene un intero ciclo di affreschi di Pinturicchio e della sua bottega, databili entro il 1482. Contemplando questo dipinto, si comprende bene come il presepio possa lenire le durezze e placare le ansie anche del nostro tempo, ovvero: tutti i cuori possano vedere nel Natale una luce di speranza. “Nel mondo d’oggi – ha scritto lo storico Roberto De Mattei – “tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannaturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà”.