Il robot scacciapensieri di Coveri
All’interno dell’articolo guarda il video del backstage con una breve intervista a Ermanno Scervino e la sfilata. Visibile anche sul canale YouTube di Imore
Sarà una strategia vincente quella di Francesco Martini Coveri di far sfilare lui e lei sulla stessa passerella? Non lo sappiamo, ma sicuramente questa scelta è ciò che lo ha portato ad uscire dalla Camera della Moda e quindi di sfilare fuori calendario. Il problema o meglio la possibilità di accorpare le due collezioni in un unico evento non è nuovo. Alcuni anni fa c’era stata una proposta alla Camera della Moda da parte di Prada, non accolta perché la maggior parte degli stilisti consultati in proposito – così aveva riferito alla stampa il Presidente Boselli – aveva risposto di no.
La collezione è stata godibile, divertente, allegra, ottimista, giovanile e colorata come sempre quelle di Francesco Martini. Ci è sembrata lunga: il succedersi di tanti abiti stanca; chi poi deve scrivere fa fatica a mantenere nella memoria i capi che si succedono alla ricerca del filo conduttore delle due collezioni che passano sotto lo sguardo.
Cosa accomuna le due collezioni? Un evidente intento di realismo. Mostrare ciò che avviene quotidianamente: lui e lei condividono momenti e non è male che l’abbigliamento dell’uno sia misurato e calibrato con quello dell’altro.
Mostrare anche una possibile condivisione di elementi che lo stilista ha esemplificato con la stampa del robot: quasi un portafortuna ripetuto sull’invito in rosa e azzurro e sullo schermo; lo troviamo ancora sull’abito corto blu elettrico e nero da sera di lei e sulla t-shirt nera, e blu collo a V che accompagna il tuxedo per lui.
Per lei abiti, tailleur, cappottini bon-ton anni ’60 come è nello stile Coveri; linea A; vita segnata da nastri negli abiti lunghi o nastri che fermano l’abito lungo sotto il seno per esaltarne la fluidità e il movimento. Stampe coloratissime, replicate in abiti lunghi, gonna corta a corolla con giacca nera, giacca stampata per una gonna nera. E a sorpresa, per la paletta usuale di Francesco Martini Coveri, stampe sul grigio o uso del grigio nel pantalone e bianco per la giacca o il cappotto nell’abbigliamento femminile. Ricami e inserti di maxi strass nel corpino dell’abito da sera lungo; stampe di pietre colorate su un fondo grigio perla: la donna Coveri è femminile e quindi non dimentica i fiocchi, anche nelle scarpe dai tacchi vertiginosi.
L’uomo Coveri, accanto ai capi più informali come il piumino di flanella, il jeans, la giacca sportiva di foggia vagamente militare, porta completi rigorosi con camicia bianca e cravatta sottile; ma si concede alcuni vezzi, scarpe stringate bicolore bianco/nero, bretelle e pochette gialla; o un gessato doppio petto, ma con camicia color ciclamino come l’abito lungo di lei, e mocassini nella tonalità di colore del sottogiacca. L’abito da sera per lui è variamente interpretato: pantalone nero con giacca grigia ma dai risvolti neri; completo nero con camicia bianca, papillon o cravatta rigorosamente sottile, mocassini scuri con fibbia; e, a sorpresa, quasi un divertimento giovanile la T-shirt colorata e stampata con il robot.
Ottimo articolo sulla sfilata, in effetti diventa più complicato ricordarsi oltre 75 outfit e poterne parlare in maniera congrua…