Il segno grafico curvilineo di Fausto Sarli
L’insoddisfazione è evidente, era già emersa nella conferenza stampa. Ma va lievitando con le dichiarazioni dei grandi; e se vengono a mancare i nomi storici dell’Alta moda Romana su cosa si reggerà Altaroma? Le parole di Fausto Sarli sono chiare ”La prossima volta sfilero’ nel mio atelier” e ne dà anche la motivazione ”Non vogliamo fare polemiche – chiarisce Alberto Terranova, braccio destro di Sarli – Il problema e’ che Alta Roma non ci coinvolge mai in decisioni di nessun tipo, evitando di comunicarci anche dettagli importanti”. Gattinoni pare che stia pensando di comportarsi allo stesso modo.
Lasciate da parte le polemiche, possiamo ammirare l’arte del couturier Fausto Sarli . Per la collezione autunno-inverno si è ispirato allo stile di Renato Ricciardelli delle Caminate, in arte René Gruau uno dei più bravi disegnatori di moda del XX secolo, raffinato ingegno della comunicazione grafica e dell’ illustrazione pubblicitaria. Pochi forse conoscono la carriera di questo personaggio. Inizia nel 1924 con la collaborazione a “Lidel” un giornale di moda femminile legata al Regime e fondata nel 1919 da Lidia de Liguoro che anagrammava il proprio nome e il contenuto del giornale(Letture Illustrazioni Disegni Eleganze Lavori) nel nome assegnato appunto alla rivista “Lidel”. Gruau dall’ Italia si sposta in Francia, dove oltre a collaborare con riviste, lavora come stilista.
Durante la guerra si specializza nell’ illustrazione di moda, successivamente lavora con “Vogue”, “L’Officiel de la Couture”, “Harper’s Bazaar”, “Flair”. Disegna per Jacques Fath e per Balmain, ma è soprattutto Dior che cerca la sua collaborazione per lui Garau realizza la pubblicità dei profumi “Eau Sauvage” e “Diorella.
Sarà stato il segno grafico curvilineo e molto marcato di René Gruau a ispirare Fausto Sarli, che sceglie per la sua collezione autunno-inverno proprio una silhouette curvilinea.
La sua sperimentata arte sartoriale interpretare mirabilmente questo suggerimento per creare pezzi come la bella cappa bianca corta costruita da tanti ventagli plissettati sovrapposti, portata su un abito bianco ricamato. Il filo conduttore di parte della collezione sembrano essere le volute, ruches bianche che attraversano la lunga gonna dell’abito bianco col corpino ricamato in blu; o ampie ruches che definiscono marcatamente l’abito corto ancora bianco. Poi sono le plissettature sovrapposte in gradazione che imitano le volute della sezione della conchiglia di un mollusco primitivo il Nautilus sul davanti dell’abito giallo. Sarà sempre la plissettatura a ventaglio a dare la silhouette ad S all’ abito nero corto e a costruire la giacca rossa porta su gonna nera.
Ma Sarli modifica ancora e diversamente la silhouette. Sceglie di costrire maniche gonfie, maniche farfalla per ottenere una linea quadrata, di aggiungere grandi fiocchi come nell’abito blu melanzana lungo, lavorazioni origami per costruire il rever di una giacca o per dare una nuova tridimensionalità agli abiti, colli sovrapposti come nelle giacche rosse per una liena a calice, volumi accentuati per dare vita ad esempio ad una cappa corta ancora rossa . La silhouette diventa scivolata, accostata al corpo nel bell’abito lungo dal taglio del corpino diagonale, drappeggiato, il tessuto ripreso alla base del corpino stesso dà ampiezza alla gonna per il movimento. La linea scivilata, si gonfia nel movimento per mostrare le sfumatura del colore, nell’abito blu notte che diventa color petroleo. Segnano la linea del corpo i tailleur neri dal corpino bustier nero lucido che poggia sui fianchi completati da soprabito nero. Linea scivolata anche per l’abito “Onna” che andrà all’asta per aiutare le popolazioni abbruzzesi. Si tratta di una tunica in crespo nero, con intarsi bianchi quale simbolo di speranza per la terra d’Abbruzzo.
L’arte del couturier si ammira ancora nelle sovrapposizioni di pizzo o tulle negli abiti e nei soprabiti, nei ricami, nell’uso sapiente e moderato delle piume che completano il ricamo e danno leggerezza all’insieme.
Come sempre Sarli termina la sfilata con l’abito da sposa dal corpino tutto ricamato di perle che disegnano una conchiglia e la gonna costruita in strati di ruche di organza.