Il tatuaggio e la moderna contestazione dei ragazzi Diesel
Due tendenze sembrano emergere dalle sfilate A/I 2013 come trend dello stile maschile per le prossime stagioni. Una guarda al passato e una interpreta il presente in forma più estrema. Stiamo parlando della barba e dei tatuaggi.
Chiamare a sfilare modelli con tanto di barba era importante per sottolineare una certa ambientazione dello spettacolo o per accentuare certe suggestioni contenute nelle scelte stilistiche. Canali per la sua collezione elegante e formale, ha scelto uomini che potessero interpretare i suoi richiami a San Pietroburgo: volti slavi con belle barbe stile ottocentesco. Ma l’elenco delle sfilate con barba – più o meno lunga e curata e dal taglio diverso- è lungo: Zegna, Dolce&Gabbana,Missoni, Armani,Frankie Morello ecc. Tutte, eccetto Frankie Morello come sempre ironico e scanzonato, presentano un uomo maturo –non per l’età ma per l’aplombe- , equilibrato, virile e rassicurante, elegante e sicuro
L’altro trend è invece più inquietante. Alla sfilata di Diesel Black Gold, semi nascosti sotto la T-shirt o visibile sul petto e sul collo, i modelli esibivano estesi tatuaggi. Se spendiamo due parole sull’ antropologia del tatuaggio, sul suo significato nella società contemporanea – non ci interessa approfondire il significato del tatuaggio tra i popoli primitivi, o antichi come i Fenici o i Romani ecc, e neppure nelle fasce più abiette della società, prostitute e galeotti, o l’usanza dei marinai di tatuarsi-, sapremo quale è il contenuto “semantico” della collezione di Renzo Rosso.
I tatuaggi si diffondono negli Stati Uniti negli anni sessanta-settanta attraverso i movimenti Hyppie come forma di contestazione della guerra in Vietnam e in Inghilterra attraverso i Punk come segno di protesta contro le convenzioni sociali. Il tatuaggio di quegli anni esprime la liberazione dalle costrizioni sociali, rappresenta uno dei simboli più evidenti della contestazione delle norme insite in una società segnata dall’apparenza e dall’ appartenenza, positivamente è il segno della rivendicazione di soggettività . Il tatuaggio esprime l’ideologia di un corpo manipolabile, su cui “scrivere” qualcosa di sé, da cui dichiarare la propria “filosofia di vita”, è il “luogo” su cui costruire e rappresentare la propria individualità. Il corpo è un luogo liberato e libero, il luogo individuale da cui posso gridare la mia voglia di cambio; quindi luogo di contestazione, provocazione, rivendicazione. Successivamente il tatuaggio perde questo aspetto “ideologico” diventa fashion, un accessorio alla stregua degli occhiali o di un gioiello; diventa sexy una maliziosa farfallina esibita in Tv o sui cartelloni pubblicitari. Contemporaneamente, la globalizzazione economica, ma ancora di più la globalizzazione culturale che segna la perdita dell’identità e induce all’appiattimento e all’omologazione, sembra portare ad una riscoperta del tatuaggio come mezzo per distinguersi come individuo e come gruppo.
Cosa ci dicono i tatuaggi delle passerelle di Milano Uomo gennaio 2013?
The Cosmic Tour la tornè di una band rock –questo è lo spirito Diesel- è il tema della collezione Diesel Black Gold e si presenta come un omaggio a Jimi Hendrix mitico chitarrista degli anni sessanta (muore nel 1970). Il fatto che Renzo Rosso abbia portando in passerella quegli anni della contestazione giovanile ci induce a pensare che la scelta di modelli tatuati significhi un riallacciarsi a quegli anni, cioè che voglia significare e muovere i giovani alla contestazione nei confronti dell’establishment sociale di oggi. Rimane però una dissonanza che non permette di assegnare totalmente questo valore alla collezione Diesel. Quei tatuaggi dipinti sui giovani modelli sembrano più un espediente estetico, un “vezzo” estetico, un modo richiamare l’attenzione su di sé e non la proclamazione di una contestazione. Mancano di quel mordente ideologico che dava senso ai contestatori tatuati dei tempi recentemente passati.
Di seguito le immagini della collezione Diesel Black Gold che è risultata per altro molto interessante.