“In acqua. H2O molecole di creatività”
C’è tempo fino al 12 di giugno per ammirare una tra le più interessanti esposizioni del calendario Romano 2016: “In Acqua. H2O molecole di creatività”, curata da Stefano Dominella e Bonizza Giordani Aragno.
Novant’uno le opere esposte, per un suggestivo quanto ammaliante collage fatto di istallazioni artistiche e abiti creati da grandi couturier internazionali ed emergenti.
Tutte lì, nella cornice del frigidarium delle Terme di Diocleziano – luogo in cui un tempo era consuetudine ritemprarsi in acqua fredda-; tutte lì, disposte in ordine sparso tra immagini di donne piroettanti avvolte in tuniche ancestrali, e una serie di brocche e bicchieri in attesa di essere riempiti.
Una mostra circolare, come il luogo che la accoglie, come la “Regina dei rifiuti” -abito scultura- di Enrica Borghi troneggiante al centro della sala. Un suggestivo gioco di luci per un’atmosfera lunare. Un celeste che sfuma al lilla per poi stemperarsi sui toni rosati fende sfere di cristallo trasparente: sono le molecole di acqua sospese in aria che, come -fortunate stelle cadenti- calano tra le varie silhouette.
E così ecco un inconfondibile Armani, un abito sottoveste mono spalla dalla linea pulita con doppio strato di seta sulla gonna e drappeggio laterale, ecco la placida allure del maestro Antonio Marras con la sua sontuosa giacca kimono, ecc l’autorevole tunica di Issey Miyake, uno dei più bravi maestri in tema di plissé, ecco le giacche ispirate al movimento delle acque di Leonardo da Vinci di Maurizio Galante, ma anche i costumi da bagno di Laura Urbinati che ben si armonizzano con le altre splendide opere di stilisti di fama mondiale: Valentino, Martin Mariangela, Gianfranco Ferrè, Krizia, Adelinne André, Max Mara, Ermanno Scervino e molti altri.
E come non menzionare la micro collezione di calzature per bambino del grande Salvatore Ferragamo affiancate al delizioso sandalo invisibile fatto di sottili fili di nylon trasparente?.
Suggestivo, emblematico e quanto mai attuale, il messaggio lanciato da Guillermo Mariotto dalla maison Gattinoni mediante l’abito “Foco a mare”, per focalizzare l’attenzione sulle tragedie che vedono ancora una volta, protagonista il popolo africano. L’abito “indossa” un giubbotto salvagente simbolo di riemersione, dunque, ce lo auguriamo, rinascita, rinascita dall’acqua e nell’acqua. Rinascita tra le braccia della regina dei cinque elementi, l’acqua che nutre già da prima della nascita, che irrora, idrata, rilassa, distrae … che sciacqua anima e cuore. Specialissimo insostituibile elemento del creato.
Di grande fascino le uniformi della Marina Militare Italiana, dal palombaro al sommozzatore, dalla divisa di Ammiraglio a quella del semplice marinaio. Cosi come i costumi di scena realizzati da Piero Tosi e Pier’Alli.
Tra i nuovi designer ricordiamo: Italo Marseglia, Alessandro Consiglio, Santo Costanzo e Tiziano Guardini .
Fanno da cornice alla mostra i meravigliosi scatti del fotografo Paolo Belletti, oltre a quelli delle donne in immersione, anche quelli che ritraggono straordinarie fontane romane sorprese al chiarore di albe invernali quando ancora la città dorme meravigliosa e silente.