In gara per vincere, ma con eleganza
L’eleganza non ha tempo, ma non ha neppure un luogo, una stagione o una circostanza determinata. Si è eleganti sempre e ovunque o non si è eleganti. L’eleganza non si descrive, si mostra. Non si definisce, si racconta. Non è un concetto astratto, posso affermarla di una persona concreta che parla, si muove, agisce in modo elegante. L’eleganza è qualcosa di immateriale, di impalpabile, è come un segreto che possiede in esclusiva quella determinata persona, perché proviene anche dal suo mondo interiore. L’educazione estetica e la buona volontà possono comunque migliorare anche una situazione di partenza deficitaria.
Il campo di Calcio non sembra a prima vista un luogo dove si è tenuti ad esibire atteggiamenti ed abbigliamento elegante, anche se sarebbe interessante poter elogiare comportamenti eleganti nei momenti di stizza per l’entrata un po’ violenta dell’avversario o nell’esultanza di un gol.
Si, l’augurio è che la nostra Nazionale di Calcio vinca gli Europei 2020 rinviati di un anno a causa della pandemia.
Ma noi ci occupiamo di abbigliamento e di eleganza, cosa ci importa del calcio, della Nazionale ecc? Succede che sui giornali e sui social si stanno commentando ampiamente due fatti dove calcio e moda si sono incontrati. Li raccontiamo di seguito.
I giudizi sulla nuova divisa formale della Nazionale di Calcio Italiana hanno preso un andamento decisamente fastidioso, ironico, pungente e inopportuno nel richiamare a confronto gli abiti di cuochi, chef o fattorini di alberghi; anche se forse possiamo giustificarli per l’impatto della fotografia ufficiale della squadra. Ma non dimentichiamo che anche il tubino nero –la petite robe noire- di madame Chanel, l’abito che dal 1926 resiste ancora come capo must di un guardaroba femminile, è stato molto criticato perché ricordava la divisa delle cameriere di allora; e, attenzione! il maîtree barman per il servizio serale indossa una giacca con revers del collo in seta lucida nera del tutto simile a quella del più elegante degli smoking notturni.
Esaminando le immagini dei calciatori in atteggiamenti informali, l’impressione è positiva: una raffinata e giovanile eleganza, che trasmette leggerezza e spontaneità. Non poteva essere diversamente. Firmata da Armani per Emporio Armani la divisa è composta dalla giacca azzurro/bianco con collo alla coreana, in cotone leggero seersucker con effetto stropicciato, e pantaloni morbidi neri, T-shirt nera collo leggermente alto; giacca con i revers e polo scura, camicia bianca e cravatta sono riservate ai tecnici. I dettagli sono accuratissimi. Armani inserisce una sua originale interpretazione del collo alla coreana posizionando il bottone di chiusura arretrato, ma consentendo di poterlo in parte aprire fissando il lembo lungo ad un bottone apposito sul lato sinistro della giacca. Appare anche evidente che la linea dritta appena sciancrata, riesce a dare un tocco di rigorosa costruzione a una giacca dallo stile rilassato.
Non trascuriamo però di segnalare che alcuni giocatori sapranno portarla con eleganza e altri no perché, lo abbiamo detto, l’eleganza ha qualcosa di innato; per alcuni il taglio della manica costituirà un problema per la vestibilità sulle spalle; per un altro invece le spalle asseconderanno la struttura atletica del personaggio. L’effetto di maggiore o minore eleganza dipenderà dalla capacità di ogni calciatore di saperla portare con garbo e distinzione, valorizzando il lavoro e l’impegno di chi la ha progettata e consegnandola ha dichiarato la sua piena soddisfazione per questa collaborazione: “Sono orgoglioso di vestire la nostra Nazionale in questo momento di ripartenza, e in un campionato così importante- ha dichiarato Giorgio Armani-. Ho lavorato su un’idea di eleganza spontanea e sportiva, dallo spirito autentico. Ho immaginato un abito leggero ma pieno di dignità, come dignitoso e fiero deve essere il nostro spirito in questo momento”.
Il secondo tema che vogliamo commentare è il fiume di considerazioni sull’eleganza del Mister. Siamo d’accordo: Roberto Mancini è un uomo elegante sul campo e nella vita: interpreta bene l’Italian style. Se riusciamo a vincere gli Europei sarà un buon testimonial del “bello ben fatto” italiano e se ne avvantaggeranno molto tutte le aziende italiane di abbigliamento e accessori maschili.
Esibisce una eleganza casual chic, rilassata, al tempo stesso accurata, dove niente è lasciato al caso. Studiatissimo il modo di annodare la sciarpa, immancabile in campo e fuori campo, sempre perfettamente coordinata con il resto dell’abbigliamento. La ha trasformata in una iniziativa benefica in favore del piccolo orfanotrofio di Le Créche di Betlemme; la ha resa strumento per avvicinare culture diverse, facendo stampare su di essa il Padre Nostro in dieci lingue diverse, dall’Aramaico all’arabo, l’ebraico, il russo, il latino, quasi a riprodurre le maioliche del Santuario di Eleona sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme dove in cento lingue diverse è trascritta la più universale delle preghiere.
Abbigliamento sportivo pulito, misurato, determinato a tono con la sua voce piena, Mancini si presenta testimonial – già da tempo lo conosciamo in questa veste -della sua Regione di origine, Le Marche. “Vi presento il terreno di gioco su cui ho mosso i primi passi- dice in un video promozionale dei luoghi di arte e cultura marchigiani-…. Farò di tutto per farvi conoscere questa sconfinata bellezza. ….; possiamo creare emozioni, far urlare di gioia, possiamo fare innamorare. Siamo pronti per una nuova stagione”.
Da qualche settimana l’eleganza del Mister ha un nuovo campo di espressione perché ha firmato una capsule collection per Paul & Shark – di cui per altro è global brand ambassador– che verrà presentata prossimamente a Firenze durante la centesima edizione Pitti Uomo. È composta da 10 capi rigorosamente bianchi tra cui una t-shirt, una felpa, un capo “ibrido” e un costume. Tutti rigorosamente con bandierina tricolore e firma di Mancini. Tutti rigorosamente eco-sostenibili: piquet, jersey, cotone mercerizzato e microfibra high densit; il costume è realizzato nel tessuto sostenibile Paul&Shark Save the Sea, in poliestere riciclata ricavata da bottiglie di plastica post-consumo recuperate in mare.
Nel commentare questa collaborazione Mancini sottolinea alcuni aspetti dell’azienda varesina che lo hanno convinto. «Il mio incontro con Paul & Shark -ha detto- è l’incontro con un’azienda molto italiana e molto internazionale con la quale mi sono trovato subito in sintonia – abbiamo gli stessi valori: il rispetto per la natura e le persone, l’eleganza, la bellezza, il made in Italy. L’amore per l’avventura….». Ci lascia inoltre una indicazione quasi da influencer: «Il peacoat per me è un capo insostituibile, versatile, perfetto: ecco, è il pezzo che tutti secondo me dovrebbero avere in guardaroba, un capo della tradizione marinara adattato alla nostra vita di tutti i giorni. Se, da ragazzo, avessi trovato giacche a vento leggere e calde come quelle di oggi, mi sarei risparmiato tanto freddo che invece mi sono preso. Mi rendo conto che nei vent’anni passati da quando ho smesso di giocare, è come se ne fossero passati cento sotto il profilo della tecnologia dei materiali. Paul & Shark è all’avanguardia in questo campo».
La performans che i tifosi attendono è la conquista del titolo europeo per la nostra Nazionale; da questo punto di vista a loro interessa poco l’eleganza o meno dei calciatori: in fondo sono solo calciatori……Ma le tifose apprezzano anche un pizzico di eleganza in più: in fondo……. sono anche uomini!!!!