Jeanne Lanvin
Rue du Faubourg Saint Honoré è una stretta via situata nel cuore parigino, considerata come una delle più alla moda in tutto il mondo, grazie alla presenza di ogni maggiore casa di moda. Camminando sui suoi marciapiedi non si sa bene da che parte rivolgere lo sguardo: su entrambi i lati, le insegne sono dedicate ai più grandi nomi, le vetrine e gli interni si sprecano in allestimenti di ogni tipo, dal più sobrio ed elegante a quello moderno e che ti lascia senza fiato.
È proprio questo il caso della boutique di Lanvin, aperta all’inizio del secolo scorso e recentemente rinnovata da Alber Ebaz, attuale direttore creativo della maison: grazie ad un ottimo mélange di materiali, il negozio ricorda una casa o un appartamento privato, creando un’atmosfera intima e diventando il perfetto punto d’incontro tra Elbaz e la fondatrice Jeanne Lanvin, tra la modernità e il classicismo.
Jeanne è, infatti, colei che ha fatto nascere la prima casa di moda francese nel 1889, quando, a soli 22 anni, aprì questa bottega nel Faubourg, dopo aver fatto esperienza presso Madame Félix, una modista. Qualche anno più tardi, sposò l’italiano Emilio Di Pietro e, dodici mesi più tardi, nacque Marguerite Marie-Blanche. La bambina divenne la fonte d’ispirazione della sarta, che cominciò a confezionare abiti abbinati per madre e figlia. Sono esattamente questi vestiti a essere notati dalla baronessa di Rotschild, che domandò a Jeanne di prepararne anche per le sue figlie. Fu così che tra le sue clienti non si annovereranno più solamente le ricche dame della ville lumière, ma anche la loro prole.
Nel 1909, la stilista aderì al “Syndicat de la Couture”, diventato in seguito “Maison de la Couture”, e negli anni Venti, Lanvin conobbe un successo straordinario: emblema di questo sviluppo è il fatto che la maison occupa più stabili in questa via, al numero 15 c’erano “Lanvin Décoration”, “Lanvin Sport”, “Lanvin Tailleur et Chemisier”, e apre al numero 4 del Rond Point degli Champs Elysées “Lanvin Lingerie”, “Lanvin Fourrure” e “Lanvin Parfums”.
Nell’ultima parte del decennio, diverse essenze videro la luce: nel 1925 venne creato il primo profumo dal nome “My Sin” e due anni più tardi “Arpège”. L’uscita di questo prodotto coincise con il 30° compleanno della sua amata figlia e fu, dunque, Maria, ormai affermata musicista, a scegliere il nome. Tale fragranza fu concepita dal fine naso di André Raysee e il suo contenitore rappresenta a una vera opera d’arte. La sfera in vetro nero con il tappo a pigna fu, in effetti, progettata dallo scultore Armand Rateau: essa richiamava direttamente i contenitori preistorici, ad esempio i frutti o ortaggi scavati. La forma era, inoltre, estremamente funzionale, poiché era perfetta per il palmo della mano, non scivolava. Altro elemento di fondamentale importanza, poi diventato il simbolo della casa di moda, è il logo che fu disegnato dall’incisore Paul Iribe e sviluppato attorno al profondo e intimo sentimento che legava la couturière alla figlia. L’artista prese, infatti, ispirazione da uno schizzo trovato in casa Lanvin che ritraeva le due donne: la mamma sta insegnando alla piccola alcuni passi di danza tenendole le mani e la bambina si abbandona alla presa della madre lasciandosi andare un po’ all’indietro.
Nell’anno di creazione di questa storica essenza, Jeanne si preoccupò anche di fondare due società, più precisamente la Jeanne Lanvin S.A. e la Lanvin Parfums.
La maison aveva raggiunto, infatti, dimensioni notevoli e contava più di 1000 addetti e parecchie succursali non solo in Francia, ma anche a Madrid e Buenos Aires: Lanvin aveva uno stile unico, elegante, raffinato, fatto di abiti ricchi di ricami e dai volumi perfetti. La fondatrice amava, inoltre, circondarsi di artisti e di giovani talentuosi: lasciò in eredità ai musei parigini parecchie tele impressioniste e cubiste e molti altri oggetti di notevole valore.
Ed è da alcune di queste opere e dalla produzione artistica egiziana, greca, russa, africana, americana e italiana che Jeanne traeva spunti per i suoi capolavori sartoriali: era un’innovatrice curiosa, amante delle civiltà lontane ed esotiche.
Le attrici e cantanti a lei contemporanee, come Yvonne Printemps e Arletty, si rivolsero più volte a Jeanne per farsi confezionare abiti e nelle corti reali, sia in occasione di matrimoni che di sontuose feste. Le sue collezioni di lusso erano sempre caratterizzate da velluto, tulli, pizzi e merletti, lamé, matelassé (tessuti imbottiti e trapuntati), giochi di tinte e di trasparenze.
La cosa interessante è che non venivano creati soltanto degli abiti da sposa o da gala, ma bensì anche degli indumenti per ogni circostanza, sia per uomo, che per donna e bambino: ogni modello doveva far sentire chi lo indossava a proprio agio a tutte le ore del giorno o della notte.
Per pubblicizzare le sue creazioni, Jeanne fu una delle prime artiste a utilizzare pubblicità, slogan e annunci non solo sui giornali e sulle riviste, ma anche sui programmi teatrali e musicali. In maniera innovativa, la stilista decise di diffondere in tutto il mondo i cataloghi delle sue collezioni, sui quali i modelli erano rappresentati con estrema precisione, e di inviare le sue indossatrici a numerose manifestazioni, come la prima traversata atlantica tra Parigi e New York a bordo della “Normandie”.
Alla morte della fondatrice nel 1946, la direzione di questa casa di moda ormai conosciuta in tutto il mondo fu assunta dalla figlia, che scelse Castillo come nuovo stilista. Altra notizia degna di nota nella storia della griffe: a partire dal ’76 la Maison Lanvin aggiunse alla sua già ampia gamma di prodotti una linea di prêt-à-porter.
Dopo un periodo di crisi, a metà dal 1994 il marchio venne acquistato dalla grande casa cosmetica L’Oréal e solo sette anni più tardi fu acquisito da un imprenditore taiwanese a capo del gruppo Harmonie S.A.
Dall’ottobre dello stesso anno, la griffe vanta la collaborazione con il fashion designer Alber Elbaz: lo stilista originario del Marocco, già assunto da Guy Laroche e Yves Saint-Laurent fu designato direttore artistico. Elbaz ha scelto innanzitutto di introdurre un nuovo packaging, caratterizzato da una tonalità di azzurro indimenticabile, visto in un affresco di Fra Angelico. Oggigiorno, ci propone anche delle shopping bags recanti il logo di Lanvin disegnato da Iribe e delle scatole da scarpe la cui struttura ricorda quella di antichi libri e impreziosite da un nastro nero lucido. E proprio questo prezioso contenitore viene conservato da quelle donne che realizzano il sogno di acquistare un paio di scarpe Lanvin.
Lo stile di quest’artista è molto vicino a quello degli abiti proposti da Lanvin negli anni 20: è semplice, femminile e casual. È stato da molti definito un tipo di eleganza urbana, in grado di riconciliare la modernità con la femminilità.
Grazie all’opera del talentuoso Alber, la più antica casa di moda riprende slancio e ritrova così il suo originario posto nel firmamento del lusso: in tutto il pianeta è considerata come uno dei punti di rifermento non solo nel campo della moda, ma anche in quello dei profumi e degli accessori. In Medio Oriente, infatti, è la marca leader e in Europa e Oltreoceano la marca è presente, inoltre, in punti vendita multimarca e nei grandi magazzini più conosciuti.