Just Cavalli: tensione verso il futuro e nostalgia del passato
Roberto Cavalli, con la collezione giovane Just Cavalli, racconta la voglia giovanile di ri-appropriasi di una forma stilistica classica, da far convivere ad un pizzico di trasgressione .
Gonne lunghe, tradizionalissimi tartan. Cappelli a tesa amplia che sembrano tirati fuori dal baule della soffitta familiare. Le gonne corte, miniabiti, calze stampate con i fenicotteri, le immancabili t-shirt simboli, “classici” di un vestire giovanile si arricchiscono dei simboli “trasgressivi” del mondo Cavalli: le pelli e le stampe animalier sulle calze e negli abiti.
Da qualche tempo circola la notizia che sta diventando di moda tornare ad ascoltare musica, le vecchie canzoni, sui vecchi 33 giri in vinile. Qualche cantante ha già deciso incidere i suoi album su vinile. Curiosamente questa mania investe i giovani, che pur abituati al suono metallico dei cd sembrano tornare ad apprezzare il suono più morbido che la vecchia puntina del grammofono ricava dal solco inciso.
Questo fa parte dei contrasti a cui la cultura “postmoderna” ci ha abituato. Viviamo proiettati nel futuro, quello di oggi già non ci soddisfa. Abbiamo bisogno del nuovo, perché solo ciò che è nuovo ci sembra autentico, e bello. Salvo poi svanire domani perché è già vecchio.
Ma poi ci scopriamo a rovistare nel passato, alla ricerca di ciò che, superato il tempo è entrato nel “˜per sempre’, ed è lì a darci una sicurezza che abbiamo perduto. Perché nel vortice del sempre nuovo abbiamo perso le nostre radici, non siamo più in grado di dire ciò che è bello, ciò che è vero, ciò per cui vale la pena soffrire, ciò che vale la pena amare.
La moda, lo si ripete tante volte, è specchio della
cultura, capta e riflette le tendenze culturali; si nutre delle di esse, degli stile di vita in voga. Trasforma tutto in abiti adatti a interpretare un modo di vivere. Ed allora non sorprende la dichiarazione di Roberto Cavalli per presentare la sua collezione Just Cavalli A/I ’08-09. Interessante!!. Si nota che ha un figlio, l’ultimo, giovanissimo. “I giovani amano esprimere la propria personalità”¦Il desiderio di frugare nel passato li contraddice”¦I loro gusti musicali si trasformano nella moda del loro stile di vita”¦curiosare nel baule della mamma e saccheggiare negozi “vintage””¦. cercare idee nelle copertine dei vecchi 33 giri in vinile. Condivido con i giovani la loro voglia di essere diversi e nuovi che convive con l’ammirazione per il passato”.
Ecco cosa ha voluto raccontare Roberto Cavalli con questa collezione, questo doppio registro giovanile. La trasgressione, che pure è oramai retaggio passato di un ’68 dai giovani di oggi non vissuto, che si esprimeva allora ed ancora oggi, contro un vestire troppo formale, borghese. E la voglia di ri-assumere, ri-appropriasi, di una forma stilistica classica, più rassicurante.
Cosa c’è di più classico di una gonna lunga, o di una blusa nera dalle maniche ampie con stampa stilizzata di flamingos. Cosa c’è di più classico di tradizionalissimi tartan per l’abitino, la giacca camicia, lo spolverino, il pantalone. Cosa c’è di più classico che completare la mise con una collana di sapore leggermente etnico, o con una sciarpa a macro righe. E poi i cappelli a tesa amplia sembrano veramente tirati fuori dal baule della soffitta familiare. Anche il jeans, pochissimi in verità, hanno perso clamore, sono diventati classici, un bel pantalone blu da portare con una casacca tartan di colore blu e magari con un bel cappellaccio. E cosa dire dei pigiama palazzo, entrati oramai nella storia della moda che Cavalli declina con i fenicotteri, in nero totale o in una bella fantasia tutto colore.
La trasgressione, l’innovazione? Quella che basta per essere annoverati nella tribù giovanile. Gonne corte, magari in pelle anche nera lucida, miniabiti, calze stampate con i fenicotteri, le immancabili t-shirt, i colori decisi verde, mandarino o pesca, utilizzo del lurex; orecchini tanto lunghi da poggiare sulle spalle, alcuni accostamenti audaci e non sempre di buon gusto di fantasie diverse.
Quel tanto di trasgressione che basta per essere annoverati nella tribù Just Cavalli. Le pelli, come la minigonna in pitone portata con una blusa in seta con gli immancabili fenicotteri; stampe animalier sulle calze e negli abiti.