Kiran Uttam Ghosh a Roma, per l’altamoda
La stilista indiana ha presentato la sua collezione, dove tessuti maschili come i gessati, si impreziosiscono con ricami, per una donna leader. Forse ha pensato a Sonia Gandhi, la prima donna indiana, sintesi dei legami tra Italia e il suo Paese.
“Già star del fashion System in Europa e America” – ha detto Stefano Dominella, presentandola ai giornalisti di Altaroma “ora conquisterà l’Italia”.
Ha sfilato ad Altaroma una stilista indiana, Kiran Uttam Ghosh, la “Valentino” dell’India, come dice Stefano Dominella. Una giovane bella e magra indiana, che ha già un mercato in Europa e negli Stati Uniti, a New York, Londra, Dubai. E ora vuole inserirsi nel mercato italiano, portando la sensibilità indiana all’Europa e all’America. E ci riesce grazie all’allegria dei colori e al ripensamento delle forme, sintesi tra est e ovest, preziosità e essenzialità.
“I miei vestiti devono essere portati da ragazze che girano sulle strade di Roma, c’è un tocco di indianità, ma vorrei che li indossasse il pubblico europeo” dice alla conferenza stampa all’Ambasciata dell’India a Roma, dove presenta la sua collezione.
35 pezzi, indossati da modelle esotiche e italiane insieme.
“Non sono femminista. Le donne però hanno qualità talvolta superiori all’uomo. E ciò deve venire fuori, anche dal vestito”. Un vestito pensato, comunicativo, che ha molto da dire alle donne europee.
Questa affermazione ci sembra in contrasto con la dichiarazione della stilista, che la donna si “valorizzi” con un tocco di mascolinità addirittura che la donna è il “nuovo uomo”. Non vorremmo che fosse un tributo alla cultura dominante occidentale per conquistarne il mercato. Gli abiti che abbiamo visto non ne hanno bisogno; si imporranno sul mercato grazie alla capacità della stilista e al fascino che comunque l’Oriente esercita sull’Occidente, e in particolare per il tocco misterioso della femminilità orientale,
“Già star del fashion system in Usa e a Londra, è espressione della globalizzazione” dice di lei il presidente di Altaroma Stefano Dominella, che punta sugli accordi del made in Italy con l’Est. I suoi tessuti fanno parte dell’arte e della tradizione indiana, ripensati però in chiave moderna e occidentale.
Pantaloni attillati da cavallerizza, giacche simili a mantelle, e sari per donne europee, oltre a gonne fantasiose, plissé e gonfie. I colori sono neri, ma anche marroni, con punte di rosso. Oltre a colori vivi, c’è tanto oro, il colore dell’India e della ricercatezza.
Le giacche sono lunghe anche al ginocchio, con tagli di sbieco e tessuti sovrapposti, cinta in vita.
“L’artigianato indiano – dice – interessa molto al made in Italy; e cita solo alcuni dei molti stilisti che utilizzano la perfezione dei tessuti dell’India: Prada, Armani e Versace.
“Roberto Capucci si ispira ai colori dell’India. Qui trova anche i suoi tessuti”.
Per l’autunno inverno Kiran propone nuovi tessuti e nuove stampe che richiamano i colori e il mondo indianoe acccanto a questi, i tessuti dell’abbigliamento maschile.
Ha reinventato il Sari.
Come gli arriva questa passione per la moda?”E’ mia nonna da cui ho ereditato tanti ricami, tanti tessuti bellissimi”.
A che donna si rivolge? “A tutte le donne da quelle americani a quelle europee, dai 13 ai 90 anni. A tutte le fasce d’età”.
Il suo stilista di riferimento? “Il mio cuore batte per Armani”.
L’Ambasciatore indiano, presentando la stilista indiana a Roma, ha ricordato gli antichi legami tra India e Italia, già ai tempi dell’Impero Romano, ai tempi di Adriano. “L’imperatore aveva fatto pace con la Persia per riconquistarsi il mercato indiano. Da lì arrivavano sete preziose e perle. Si trattava già di altamoda”.
Ha definito l’inizio della creazione come un atto di design. E ha quindi ricollegato l’avvenimento molto fashion a storia e cultura antiche.
Ora tocca al mercato scegliere l’India, comprare Kiram, come ha già fatto la top Naomi Campbell, che nel suo guardaroba ha un sari griffato Kiran Uttam Ghosh.