L’ archivio dei gioiellieri Peruzzi di Firenze
Una felice intuizione quella dell’architetto Monica Cecchini, Ideatore e Direttore Artistico della Roma Jewelry Week. Per la sua terza edizione (6-15 ottobre 2023), la manifestazione è stata dedicata alla promozione e alla valorizzazione del gioiello contemporaneo, d’autore, d’artista e delle realtà orafe storiche di Roma. “È importante fare sistema –si legge nella dichiarazione di presentazione del progetto– per dare voce e fare conoscere l’eccellenza in questo settore a livello internazionale, vogliamo creare un evento di riferimento per valorizzare la città di Roma e il suo vasto patrimonio culturale, che vada incontro alle esigenze di una nuova generazione di turismo lontano da quello frettoloso e consumista”.
Tra gli eventi in programma per la terza edizione, una sottolineatura particolare va dedicata alla presentazione del libro “Gioielli a Firenze, archivio Fratelli Peruzzi(1880-1970)”, avvenuta il 12 ottobre 2023 al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Oltre alla autrice Bianca Cappello, storica del gioiello, sono intervenuti Maria Paola Guidobaldi, Conservatrice delle collezioni Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Monica Cecchini, Ideatore e Direttore Artistico della Roma Jewelry Week, Steven Tranquilli, Direttore Generale Federpreziosi Confcommercio e Laura Giannoni Peruzzi, A.D. della Fratelli Peruzzi e promotrice del progetto di studio sul materiale di archivio della storica azienda fiorentina.
Si tratta di testo critico che ricostruisce la storia dell’oreficeria fiorentina attraverso l’importante archivio di disegni, foto e campioni di gioielli della gioielleria e argenteria Fratelli Peruzzi. 237 pagine e 300 immagini d’archivio ricostruiscono l’affascinante scenario dell’oreficeria fiorentina dal modello dei gioielli “all’italiana” – inizialmente promosso dalla famiglia di orafi Castellani di Roma – ai gioielli “democratici” degli anni ’70 del Novecento
“Poter presentare il volume nello splendido contesto del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, che ospita una delle più importanti raccolte di gioielli della famiglia di orafi Castellani di Roma, è stata una grande occasione per raccontare i molteplici legami tra l’oreficeria fiorentina e quella romana perché proprio da Roma è nato il “gioiello all’italiana” poi diffuso e replicato -con varie modifiche- anche altrove “, dice l’autrice Bianca Cappello, che prosegue: “E’ stato un onore poter studiare questo notevole archivio di disegni, foto e modelli di gioielli e argenterie fiorentine”. Non si è trattato solo di ricostruire la storia della famiglia Peruzzi, ma anche di poter “raccontare qualcosa in più sulla storia del gioiello ‘all’italiana’ (così veniva chiamato nel XIX secolo), caratterizzato da elementi distintivi originali e autonomi rispetto alla gioielleria detta “alla moda di Parigi o di Londra”.
Fondata a Firenze nel 1880 l’oreficeria Fratelli Peruzzi è tuttora attiva con il suo laboratorio e il suo esercizio commerciale sul Ponte Vecchio a Firenze. “Non ero del settore, ho sposato un erede Peruzzi e mi sono innamorata di questo mondo”, rivela Laura Giannoni Peruzzi che esprime il desiderio che il testo possa rappresentare un tassello in più nello sforzo che si sta mettendo per promuovere la conservazione delle competenze manuali del Made in Italy, cercando di avvicinare i giovani e portarli ad appassionarsi ai mestieri d’arte… Prosegue quindi dicendo: “Questo libro, che io ho fortemente voluto, mi piacerebbe fosse un primo tassello per trasmettere la passione per quest’arte ai giovani, affinché l’arte orafa possa essere tramandata…Bisogna superare i campanilismi e fare squadra tutti perché l’alto artigianato non muoia”. “Il mondo dei gioielli ha un potenziale di crescita enorme – aggiunge Steven Tranquilli – bisogna cercare di formare i giovani nelle scuole riportandoli a fare le cose usando le mani”.
“Ci sono storie che non si possono conservare in soffitta”, commenta ancora Laura Giannoni Peruzzi, “per questo ho voluto che tutto il materiale documentario dell’attività della Fratelli Peruzzi venisse studiato e valorizzato. Così, uscendo dal suo scrigno, potrà essere conservato per sempre nella memoria di tutti.”
Il libro -destinato a una diffusione internazionale per cui presenta testo a fronte in inglese- è di notevole valore non solo per le annotazioni storiche e critiche della prof. Cappello, ma anche per il corredo delle foto di archivio, disegni e foto di gioielli, che lo rendono piacevole anche solo scorrendone le pagine. Dopo la narrazione degli eventi che hanno toccato la storia della famiglia, l’autrice segnala l’importanza dell’archivio. La mole di disegni, fotografie e modelli di gioielli e cammei realizzati in altri metalli incastonati di pietre -afferma- “ci fanno capire in cosa consistesse la produzione di questa storica ditta” che inizia la sua attività 1880 come argentatura e doratura, e poi nel primo decennio del 1900 inizia la sua produzione di argenteria e gioielleria. Dalle annotazioni sui disegni, foto o altro, talvolta è possibile ricostruire la storia del gioiello stesso, l’iniziale destinazione o le sue successive repliche in anni posteriori; molto spesso resta in ombra il nome del disegnatore, che abitualmente rimaneva anonimo. L’esposizione dei disegni e dei gioielli dell’archivio occupa un notevole spazio nel testo complessivo, con i commenti storico-critici e le annotazioni tecniche dell’ autrice del testo. Scopriamo la grande tipologia di accessori che componeva la produzione della ditta Peruzzi, e anche la storia del singolo gioiello talvolta replicato anni più tardi o ritoccato per adattarlo ai gusti dei tempi. Veniamo così a scoprire di come le tecniche utilizzate dai gioiellieri Peruzzi si diffondessero in produzioni di altri gioiellieri e definissero spesso una nuova particolare cifra stilistica, come per esempio “l’incisione fiorentina”.
Capitolo a parte, molto interessante è quello dedicato alle chiusure delle borse, per trasformare un accessorio di moda, in un gioiello.
Non va dimenticata la produzione liturgica che attraversa tutti gli anni della storia della ditta e di cui l’archivio lascia una importante testimonianza della varietà di stili e oggetti dedicati al culto spesso con pietre incastonate -ostensori, turiboli, candelieri, porte per tabernacoli, corone votive per immagini sacre, croci pettorali- che seppero affrontare i gioiellieri fiorentini dedicando una particolare attenzione alla loro realizzazione.
L’ultima parte del testo riporta una bella selezione di disegni di oggetti realizzati ai primi del novecento.