L’ elemento più in “voga” dell’estate:…..il mare
“……è tutto”, diceva Sandro Penna.
“……è il tuo specchio”, affermava Charles Baudelaire.
“……è voce d’una grandezza libera”, pensava Giuseppe Ungaretti.
“……è un sogno sonoro”, cantava Antonio Machado.
Stiamo parlando -e quando, se non alle porte delle vacanze?- del mare, calamita perenne che attira e incanta, ispira e dona, placa e commuove……sempre.
Si intrecciano e si sovrappongono, affollando la mente e i ricordi, definizioni infinite conosciute sui banchi di scuola, sottolineate a matita sui libri, ascoltate per caso in una canzone, memorizzate per poi dedicarle a qualcuno, lette sulle diciture di quadri famosi e non…..
E ognuna di esse si perde e si confonde nell’altra dal momento che le parole per descrivere il mare superano i tempi e i luoghi e hanno in comune la meraviglia che esso suscita, semplicemente.
Bello anche quando….è brutto; splendido anche quando…è buio; azzurro anche quando, d’inverno, “è solo un film in bianco e nero visto alla tv”…..
Poeti, scrittori, stilisti, pittori, fotografi, parolieri, cantanti…..tutti, prima o poi, sono caduti nella sua rete ammaliante e ne sono stati magicamente catturati.
Impossibile per noi non soffermarci su quel che riguarda il mare e la moda, il mare e gli abiti che meglio interpretano l’adeguatezza ai suoi paesaggi e ai suoi ritmi, il mare e i suoi costumi -in senso lato!!-.
E impossibile non descrivere quel che si è visto a Firenze durante la decima manifestazione di “Mare d’amare 2017” (da quest’anno scritto come fosse un unico termine, MAREDAMARE) il salone italiano del beachwear tenutasi alla Fortezza da Basso dal 22 al 24 Luglio, giunto a un numero crescente di espositori e di pubblico.
A volo d’uccello possiamo dire che hanno trionfato i colori del Mediterraneo, le sfumature degli Oceani, la trasparenza dei fondali sabbiosi delle isole; abbiamo notato che i prevedibili bikini sono sempre più affiancati da eleganti monopezzo o che si avvicinano a uno pseudo/intero data la forma sempre più alta dello slip che quasi “raggiunge” il reggiseno;ci ha favorevolmente stupito la foggia aerea dei caftani che, complice l’utilizzo di garze di cotone impalpabili o di trame di lino leggerissime, sembrano prendere il volo ad ogni movimento del corpo; ha avuto un colpo d’ala notevole la forza creativa posta nella ricerca dei dettagli e dei materiali -soprattutto per quanto riguarda gli accessori come borse, cappelli, calzature-; è stato divertente scovare nelle stampe geometriche i rimandi ai disegni anni ’50 ed è stato sorprendente scorgere nei vivacissimi disegni floreali e faunistici l’esplosione tipica dello stile gipsy degli anni ’70; una natura che incontra l’arte ha dato vita a insolite fantasie mixate con maestria e audacia, quasi a sottolineare la capacità inesauribile di immaginare contaminazioni forti ma pur sempre gentili.
E, rimanendo nel contesto ma deviando il passo, forti e gentili sono le immagini (esposte fino all’8 Settembre 2017 alla Galleria Contrasto di Milano, in via Ascanio Sforza 29) che hanno il mare -e tutto ciò che ad esso concerne- come unico protagonista.
Una mostra fotografica collettiva curata da Alessia Paladini che vede spiccare opere di alcuni tra i più importanti artisti dello scatto come Bill Amstrong, Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Lorenzo Cicconi Massi, Mario Giacomelli, Irene Kung, Sebastiāo Salgado, Ferdinando Scianna, Massimo Siragusa.
SEA(e)SCAPES, il titolo azzeccatissimo di questa fresca carrellata che si apre a chi varca la soglia del bianco e luminoso spazio (affacciato sull’acqua meneghina del Naviglio Pavese!) con una citazione tratta dal romanzo “Oceano mare” di Alessandro Baricco:
“Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio….Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.”
Nel proseguire lungo i silenziosi corridoi, l’interpretazione di ognuno dei nove artisti del “proprio mare” ci parla interrogandoci sulla profondità sottesa in quel che si osserva.
Chioschi assonnati che evocano momenti di sano ozio sotto il solleone, volti maschili segnati dalla fatica su barconi che rientrano a terra dopo la mattanza dei tonni in Sicilia, Capri e la dolcezza onirica dei suoi maestosi faraglioni, spiagge metafisiche simili a certi quadri di De Chirico, onde superbe pronte a sfidare lo sguardo di chi è loro difronte, tenui e delicate marine che paiono acquerelli di Virgilio Guidi, contrasti di nere figurine -presunti bagnanti- immerse in lattiginose acque, Venezia con la sua laguna ferita da poco educati turisti, pose plastiche in ammirazione davanti all’orizzonte….
Affascinante visitare, poco distante dalla collettiva sopra descritta, un altro esempio di amore per il mare.
In zona Tortona, il distretto milanese più eclettico e creativo della città, la Galleria d’Arte Made4Art -via Voghera, 14- ha ospitato nei giorni scorsi la personale -curata da Elena Amodeo e Vittorio Schieroni- dell’artista fotografo Guido Alimento. Accanto alla serie “Mare tra realismo e astrazione”, dove la visione panoramica dell’elemento naturale rende bene l’idea della sua potenza e della sua vastità, la focalizzazione dell’obiettivo dell’artista marchigiano trapiantato a Genova (a Santa Margherita, nel Levante ligure, per tutta la stagione estiva, il Lido Palace Hotel ospiterà un progetto artistico di Alimento) è posta su dettagli apparentemente insignificanti o secondari come le feritoie delle cabine di legno da spiaggia corrose dalla salsedine o le reti dei pescatori nelle loro coloratissime vesti.
Pezzi di mare senza il mare, luoghi abitati da chi lo vive da vicino senza mai dimenticarne la nascosta anima, sussurri di nenie cadenzate che solo chi sa afferrare i segreti dell’abisso riesce a cogliere attraverso le immagini per poi custodirne l’afflato.
“Il canto del mare”, il titolo della mostra. Un canto che, ci suggerisce l’artista parafrasando il poeta Khalil Gibran, “non termina sulla riva, ma nel cuore di chi ascolta”.
Meraviglioso, tutto ciò.
Proprio come dice quella nota canzone di Domenico Modugno del 1968 che, una tantum, chi è innamorato della vita ripropone nella sua perfetta bellezza e nella sua immutata verità.
“..ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso…
..ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto,
ti hanno inventato il mare..”
Prenderne atto con riguardo e rispetto è il più grande ringraziamento che gli dobbiamo…….