L’ incantesimo di Elena Mir²
Successo di pubblico, sala piena per Elena Mirò, molti applausi alla fine, in attesa che comparisse sulla passerella Elena Miroglio.
Sfilata fuori calendario accompagnata da una sentita dichiarazione del marchio per evidenziare come l’esclusione dal calendario ufficiale della Camera della Moda configuri una mancanza di coerenza della Camera che, se da una parte firma un Manifesto Contro l’anoressia, dall’altra esclude dalle passerebbe la presentazione di una bellezza femminile solare, reale e quotidiana, ancorché morbida. La questione non è solo etica, ma anche economica. Si tratta di un target di mercato consistente per numero a cui prestare molta attenzione (35% delle donne italiane, 50% delle americane vestono oltre la taglia 46); si tratta inoltre di seguire una tendenza, dal momento che altre passerelle hanno evidenziato attenzione verso un modello femminile curvilineo.
Ma, dobbiamo dirlo, vorremmo conoscere le ragioni della Camera della Moda che non pensiamo abbia operato a “cuor leggero” in un momento così importante.
Forte di queste ragioni la Miroglio, tramite la linea Elena Mirò, annuncia il suo primo Casting Internazionale per modelle taglie morbide attraverso la rete. Un progetto rivolto alle ragazze di tutto il mondo, con la finalità di promuovere un modello femminile sinonimo di benessere fisico e mentale.
Ma andiamo alla sfilata. Abbiamo seguito l’evoluzione e la maturazione di Elena Mirò dalla sua prima apparizione sulle passerelle milanesi, e siamo state all’inizio critiche. Attualmente, ed in modo speciale per la collezione P/E 2010 , abbiamo notato una maggiore attenzione alla figura utilizzando nella costruzione dell’abito quei piccoli camouflage che aiutano una silhouette che ha perso alcune chance a mantenere decoro d eleganza. Tessuti leggeri, a stampe evanescenti come pennellate, su toni grigi e blu carta da zucchero o malva. Solo sui capi più decisamente da spiaggia, bikini e short o da passeggiata sul lungomare stampe foulard dei paesaggi di Positano che si ripetono su camicetta per il tailleur; spesso il foulard è usato cono fascia per i capelli o come cintura.
Paletta quindi basata sui riflessi dei minerali naturali malachite, l’ametista, il quarzo e il granito; dominano le tinte malva, il lavanda, l’avorio, il carta da zucchero il bianco, il grigio perla.
Per quanto riguarda le linee, in genere è clessidra, con vita sottolineata da cintura dove possibile, altrimenti leggermente accostate con vita morbida. Pieghe cucite per non sovraccaricare i fianchi, libere in basso per dare movimento. Scollature spesso a scialle per alleggerire il seno o a barchetta per allargare le spalle e riequilibrare il busto; giacche monopetto o con abbottonatura centrale, gonna portafoglio. Cardigan/mantella lunga, leggerissima su abiti dai tessuti più corposi e quindi più ricchi di volumi; puto vita portato sotto il seno per camuffare rispettivamente la rotondità posteriore o dell’addome, bluse molto ricche riescono a nascondere un busto troppo importante.
La donna Mirò si adopera però a seguire la moda ammette qualche concessione senza esagerare, come il balloon appena accennato nelle gonne e le scarpe alla schiava.
Meno riusciti gli abiti monospalla o quelli eccessivamente scollati che enfatizzano il volume naturale del seno, o gli shorts eccessivamente corti. Nei tessuti avremmo evitato le incrostazioni che compongono linee orizzontali che allargano la figura. Le scarpe erano troppo alte e non facilitavano un portamento elegante
Collane lunghe di pietre o di filo metallizzato con la loro linea verticalizzante aiutano a rompere la rotondità del busto. Orecchini grandi sono adatti ad una figura importante assolvendo il compito di richiamare l’attenzione sul viso. Cappellini a cloche aggiungono una nota sbarazzina alla figura.