La bella moda di sedersi sull’arte
Un’artista cara alle muse della moda. Questa è Carla Tolomeo, pittrice, scultrice, ceramista, incisore, scrittrice, che dal suo primo maestro Giorgio De Chirico ha ereditato la cultura e la sensibilità per le metamorfosi della natura e dell’animo umano. Per lei tutto è trasformazione e nulla esiste che non sia distillato nella coscienza onirica per poi materializzarsi oltre l’illusorio velo di Maya.
Il fashion system ha fatto di lei anche una designer nonché una visual merchandiser d’eccellenza, visto che l’avventura in questo mondo iniziò in virtù di una collaborazione con Anna Molinari di Blumarine, che nel 2000 le commissionò le sedie-scultura “Rose Chair” esposte in tutte le boutique del pianeta del celebre brand emiliano. Invece, con i tessuti realizzati ad hoc da Ottavio Missoni la Tolomeo creò e mise in mostra presso lo Studio Cappellini a Milano alcune sedie-scultura che incantarono il pubblico (quella per le sedie fu una passione bruciante che la coinvolse sin dalla metà degli anni ’90). Fu quindi la prestigiosa casa francese Hermès, nella persona dell’art director Leyla Menchari, a volerla nel 2002 per il progetto delle proprie vetrine parigine di Faubourg Saint-Honorè nel periodo natalizio: un trionfo di magia e colore! Da allora 4 sue sculture sono stabilmente collocate presso il Museo Hermès. Poi nel 2003 l’artista ideò per le lussuose hall e gli storici ambienti dell’hotel parigino “Le Meurice” strepitosi mobili-scultura che hanno conferito un tocco di trasgressione all’atmosfera. Non a caso fece il giro del mondo la foto di Dita von Teese ospite dell’hotel, che fu la prima celebrity a sedersi sul fiabesco divano rosa concepito dalla fantasia di Carla Tolomeo.
Da anni Carla Tolomeo porta avanti un suo personalissimo itinerario artistico che, pur spaziando in vari ambiti, dall’iniziale vocazione metafisica si dirige puramente verso la sperimentazione “giocosa” di forme e materiali, aspirando a trasformare certi oggetti quotidiani in opere d’arte sì fastose e raffinate, ma fruibili, che sembrano arrivate come un grato dono da un Eden felice, popolato di fiori, frutti, foglie, animali arcobaleno, solo per recare agli uomini allegria e felicità.
Si vedano, appunto, le sue meravigliose sedie che concentrano molteplici riferimenti letterari ed echi di culture lontanissime. Così le ha descritte lei medesima: “Quasi sempre la struttura è verticale, totemica, cerca il cielo come la natura stessa insegna, in infinite variazioni da musica barocca, che sale sempre simile a se stessa e sempre diversa e sempre più in alto, aspirando a qualcosa che è perfetta armonia… Perché in questa operazione di puro piacere io non faccio che raccontarmi la mia vera vita, le mie esperienze più profonde che attraverso il viaggio mi hanno portata alla rivelazione di me e della mia creatività…”.
In sostanza, una sedia per Carla Tolomeo non è solo un pezzo d’arredo su cui sedersi, ma rappresenta una sorta di “medium” (e nello stesso tempo di messaggio in senso mcluhaniano) per accedere ad un universo parallelo, quasi il Wonderland di Alice, dove l’eleganza della struttura si arricchisce di suggestioni oscillanti tra passato e presente per dare diletto alla mente ed al corpo: “per restituire al quotidiano l’uso della bellezza, dei materiali nobili, per dare brividi con il velluto e suggerire attese toccando il raso di seta…” spiega l’artista.
Oltre che per le sedute,la Tolomeoè celebre per le sue ceramiche policrome ispirate al bestiario fantastico di Borges e per i bianchi marmi astratti che con la loro “leggerezza” sembrano sfidare le leggi della fisica.
Carla resta comunque la chair-lady, “ideologa” dell’oggetto utile&banale che può farsi arte se a colorarlo, strutturarlo, ornando, vestirlo provvede uno spirito creativo come il suo. Lei stessa, infatti, “confeziona” le sue opere, selezionando tessuti, colori, paillettes, pattern, che poi lavora di persona ricamandoli e decorandoli con la passamaneria.
Presente nelle principali rassegne internazionali di arte contemporanea, importanti musei, prestigiose gallerie e spazi pubblici, Carla Tolomeo ha un rapporto speciale con Milano, dove tra l’altro ha curato l’installazione dell’originale mosaico della stazione della metropolitana di Bisceglie ed ha dipinto il quadro “L’albero della Giustizia” per il Palazzo di Giustizia (si tratta una tela ad olio di25 metriquadrati, i cui disegni preparatori sono stati acquisiti dal Museo Nazionale di Budapest).
Carla si è anche dedicata con successo all’incisione, realizzando numerose lastre per i “bestiari” di Borges e Montale, quindi lasciandosi ispirare da Baudelaire, Casanova, Dante, Verlaine ecc., non disegnando nel contempo la pittura ad acquerello affascinata dal Petrarca.
Le ultime sue “grate fatiche” riguardano Pitti Firenze, dove è stata inviata da Linea Più con 5 mega-installazioni, la collaborazione con primari brand internazionali, la messa a punto di ben 40 sculture per l’Asia Museum di Seoul, la preparazione dell’intervento alla prossima mostra alla Triennale di Milano su invito di Gillo Dorfles, la scrittura del romanzo “La volpe monca”, l’esposizione al Museo Piaggio di Pontedera (accanto alle splendide ceramiche del filippino Richard Gabriel di cui lei stessa è “musa”)… e molto altro, a conferma del fatto che ci troviamo di fronte ad un’artista “integrale” in senso rinascimentale, a tutto tondo come una sua scultura.