La Bellezza e l’Orgoglio
Era un principe che decisamente detestava le mezze misure – Vespasiano Gonzaga Colonna – colui che volle conferire il suo personale, fortissimo imprinting ad una città “perfetta” – Sabbioneta – fondata nel cuore rurale della Valle Padana a metà ‘500.
Famelico di bellezza e cultura, allevato da una zia affascinante e anticonformista, Giulia Gonzaga, Vespasiano fu prima di tutto un condottiero, amante però dell’arte, al punto da addormentarsi sempre – come narra la leggenda – con accanto il volume di Vitruvio sull’architettura ideale.
Geniale e megalomane, passionale ma razionale come pochi, decise così di fare di Sabbioneta una “Nuova Roma” (a cui poi subentrò il soprannome “Piccola Atene”, tuttora in auge), ossia una vera e propria capitale non seconda per splendore alla Mantova dei parenti maggiori.
Fu lui medesimo, in effetti, una volta assicuratosi il suo feudo, pago di glorie militari, l’artefice della straordinaria progettualità urbana di questo centro racchiuso entro una cinta muraria a stella, che non ha eguali in tutta Europa, in cui il principe-esteta si propose di collezionare le più splendide opere d’arte antiche e contemporanee.
Se è vero che in parte il suo disegno rimase incompiuto, restano quasi intatte oggi le vestigia dell’originaria grandezza, tanto che nel 2008 Sabbioneta (assieme a Mantova) è stata proclamata patrimonio mondiale dell’Unesco (il 3 Aprile 2009 è stato il giorno di consegna della targa ufficiale, ad opera del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali).
Il principale monumento di questa città unica, dove ancora aleggia lo spirito del suo creatore, è costituito dal Palazzo Ducale, un’autentica reggia (purtroppo gravemente danneggiata da un incendio a fine ‘700) le cui le sfarzose sale lasciano incantati per i soffitti a cassettoni scolpiti e dipinti, gli affreschi di Bernardino Campi, gli stucchi e le grottesche, le raffinate statue equestri di legno (una delle quali raffigurante Vespasiano stesso), i busti e gli stemmi…
Per i suoi otia più piacevoli, Vespasiano volle pure un’altra dimora classicheggiante, con una degna sfilata di sale raffinate: ecco, allora, lo squisito Palazzo Giardino, la cui opera pittorica fu affidata a Bernardino Campi ed alla scuola del grande Giulio Romano. Qui, in un contesto di sommo impatto scenografico, scelse di sistemare la sua raccolta di marmi antichi, concependo appositamente un’ampia e lunghissima galleria (96 metri) detta “Corridor grande”, ora spoglia, le cui suggestioni prospettiche impressionano ogni volta chiunque vi si rechi in visita.
Altro monumento imperdibile di Sabbioneta è il delizioso Teatro all’Antica, progettato dall’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi, con scena fissa d’ambientazione classica e palcoscenico lievemente inclinato per consentire agli spettatori una visione perfetta da ogni ordine di posto. L’arredo è poi completato da belle statue sulla loggia arrotondata, affreschi di scuola veneta e fregi decorativi. Una curiosità: pare che gli attori abbiano potuto fruire per la prima volta del “camerino” proprio qui.
L’itinerario in questa città, che è essa stessa un teatro, può proseguire con una visita alle quattro chiese, a cominciare dalla Beata Vergine Incoronata, in cui si trova il mausoleo di Vespasiano sormontato da una statua (di Leone Leoni, allievo di Michelangelo), che lo rappresenta nelle vesti dell’imperatore romano Marco Aurelio. Nella chiesa dell’Assunta, invece, si ammirano le decorazioni del Bibiena all’interno della cappella del Santissimo Sacramento. Interessanti sono anche le Chiese di San Rocco e del Carmine.
Da consigliare, poi, è il Museo d’Arte Sacra, che raccoglie quanto resta del tesoro di Vespasiano, tra cui il prezioso Toson d’Oro di cui il principe fu insignito dai reali di Spagna.
Non si dimentichi, inoltre, il glorioso passato ebraico di Sabbioneta, testimoniato in particolare, ancora oggi, da una pregevole sinagoga con l’Aron (l’arca santa, ovvero l’armadio che custodisce le Scritture) riccamente ornato.
Infine, sarebbe indegno lasciare la città senza uno sguardo alle monumentali porte d’accesso aperte nelle possenti mura: Porta Vittoria, in mattoni e marmo bianco, e Porta Imperiale, bugnata e marmorea con un notevole stemma di Vespasiano.
A volte, passeggiando per Sabbioneta, si ha l’impressione di camminare in un immenso plastico rinascimentale e di sentirsi addosso lo sguardo del suo ambizioso principe dalle idee chiarissime, per cui non si può evitare di rivolgergli un pensiero reverente, quasi di scuse, timorosi come siamo, con un solo passo falso, di turbare la sua creatura perfetta.