La Bellezza sostenibile
Si è dispiegata in luglio a Parma, nel cuore della Food Valley italiana, la Green Week, una manifestazione tutta dedicata alla sostenibilità, a cui sono intervenuti due Ministri (Roberto Cingolani – Transizione Ecologica – ed Enrico Giovannini – Trasporti), 150 relatori, 50 imprenditori, nell’ambito di ben 40 eventi con focus tematici su food, logistica e chimica verde. L’evento inaugurale del 5 luglio si è tenuto al Davines Village, la meravigliosa “creatura verde” voluta da Davide Bollati, il visionario e lungimirante industriale parmigiano alla guida della super-performante azienda cosmetica Davines che opera nei comparti haircare e skincare di alta gamma. Formatosi come farmacista, ambientalista convinto, ha fatto dell’azienda di famiglia un modello di impresa sostenibile e responsabile socialmente, riversando in essa anche la sua passione per l’arte e il design, che lo hanno portato a realizzare nel 2018 il Davines Village appunto, nel quale si incarna in sommo grado l’idea di ‘Bellezza Sostenibile’.
Va detto a questo punto che Davines è una delle aziende del circuito B Corp, le società Benefit che, oltre a portare avanti un percorso di sostenibilità, si impegnano a «restituire» sul territorio in cui operano parte del ricavato.
Nel 2020 il Gruppo Davines è diventato partner del World Happiness Report e del progetto Science & Ethics for Happiness, una serie di iniziative lanciate dalle Nazioni Unite con l’organismo Sustainable Development Network Solutions, diretto dal Professor Jeffrey Sachs sotto l’egida del Segretario Generale António Guterres. Nello stesso spirito di studio e ricerca della felicità e del benessere individuali e collettivi, Bollati segue da anni gli insegnamenti di Dasho Karma Ura e del Centre for Buthan Studies, partecipando attivamente all’iniziativa ‘Beyond GDP’ promossa dal Global Wellness Summit.
Ma veniamo ora a quell’eco-gioiello green e architettonico che è il Davines Village a Parma, costruito su una superficie di 77.000 metri quadrati, su cui sorge la beauty company (11.000 metri quadrati) che include gli spazi dedicati a uffici, formazione, laboratorio di Ricerca e Sviluppo, stabilimento produttivo, magazzino e una grande serra centrale adibita a ristorante e spazio di co-working. L’area rimanente (pari a circa l’80% della superficie complessiva), progettata dal rinomato studio di architettura paesaggistica del Buono Gazerwitz, è destinata a spazi verdi di diversa natura, fra cui un orto scientifico all’interno del quale vengono coltivate alcune tra le specie vegetali presenti nelle formulazioni cosmetiche. Il Davines Village è stato concepito per essere il simbolo tangibile dei valori che più rappresentano lo spirito che anima le attività del Gruppo, ovvero per trasmettere un messaggio di profonda attenzione alle persone e all’ambiente: un luogo in cui etica ed estetica convivono in armonico equilibrio. Ecco perché trasparenza, leggerezza, natura, sostenibilità, comunità e benessere sono le parole chiave che identificano il progetto e si esprimono attraverso il disegno complessivo, soluzioni tecniche virtuose e la scelta di vetro e legno quali materiali predominanti. Uno stabilimento carbon neutral con impianto geotermico e soluzioni architettoniche sostenibili messe a punto dallo studio di Matteo Thun.
Sviluppata a partire dal concetto di “casa”, la struttura del Davines Village reinterpreta in chiave contemporanea gli archetipi delle abitazioni tradizionali delle zone rurali italiane. Gli uffici, le aree dedicate alla formazione e i laboratori, infatti, evocano nella forma case a due piani che, disposte ai lati di due corti centrali, sottolineano le radici familiari dell’azienda e trasmettono una sensazione di accoglienza, intimità e comunità. Elemento distintivo del Davines Village è la grande struttura in vetro situata al centro del complesso: una luminosa “serra” contraddistinta da un’architettura moderna e leggera. Spazio di co-working a disposizione dei collaboratori, è il cuore pulsante della vita all’interno dell’azienda. Essa ospita il bar e il ristorante aziendali, quest’ultimo in partnership con la società di catering legata al celebre ristorante Da Vittorio. Il complesso, realizzato con una presenza minima di componenti in muratura, è progettato al fine di consentire la fruizione visiva del verde da ogni postazione lavorativa. Comune denominatore del progetto è infatti la natura: in costante e armonico dialogo con l’architettura, le aree verdi includono due corti interne, l’orto scientifico, un grande giardino che circonda gli edifici e il Kilometro Verde. La corte sud, adiacente alla reception, è un grazioso giardino che abbraccia al centro uno specchio d’acqua. Piante arbustive ed erbacee incontrano specie dalle forme più scultoree e alberi ad alto fusto. Il bianco è il colore dominante delle fioriture, a evocare una sensazione di freschezza e purezza. La vasca centrale, che ospita piante acquatiche, riflette le geometrie degli edifici circostanti, dando vita a un effetto ottico di forte impatto. Situata oltre la serra centrale, la corte nord è stata concepita quale area relax a disposizione dei collaboratori.
L’orto scientifico, delimitato da una siepe di allori e da platani a spalliera, sembra un vero e proprio “laboratorio open air”, che accoglie piante officinali, aromatiche, alberi da frutto e ortaggi coltivati a scopo sperimentale, dimostrativo e culinario, dove il Laboratorio Ricerca e Sviluppo può attingere per campionare e testare ingredienti naturali. Inoltre, le specie commestibili sono utilizzate per la preparazione delle pietanze proposte nel ristorante aziendale. I 3.000 metri quadrati di orto scientifico svolgono infine una funzione divulgativa, illustrando ai visitatori gli ingredienti naturali contenuti nelle formulazioni Davines e Comfort Zone. In ultimo, una serra all’inglese ospita le piante di origine tropicale che non potrebbero essere coltivate alle nostre latitudini, mentre l’area verde che circonda gli edifici è contraddistinta da un prato sfalciato a diverse altezze, a richiamare il tipico paesaggio dei dintorni.
All’estremità nord, il complesso è delimitato da una fascia di alberi divenuta parte integrante del Kilometro Verde, iniziativa nata da un’idea di Davide Bollati per combattere l’inquinamento provocato dalla vicinanza dell’Autostrada del Sole. Il progetto è basato sugli studi del Professor Stefano Mancuso, Direttore dell’International Laboratory of Plant Neurobiology (LINV) dell’Università degli Studi di Firenze: lungo gli 11 chilometri di autostrada che lambiscono il territorio parmense, sono stati piantati alberi predisposti a contrastare le emissioni nocive delle automobili in transito. La piantumazione sarà completata anche grazie al contributo delle imprese limitrofe.
L’ispirazione che ha guidato la definizione stilistica degli interni è nata dal desiderio di coniugare i valori di partecipazione e condivisione con la valorizzazione estetica dell’ambiente di lavoro. Gli spazi accoglienti e personalizzati, in cui domina il colore bianco, rimandano ai luoghi dell’abitare, in cui le scelte formali ed estetiche si conciliano con le necessità funzionali. Il concept degli interni è stato affidato all’interior designer Monica Signani, la quale ha disegnato anche gli arredi custom made – realizzati da Molteni&C|Dada Contract Division – ponendo particolare attenzione a materiali e finiture. Nelle aree di lavoro condivise – sale riunioni e spazi di co-working – gli arredi custom made vedono il ricorso a materiali e finiture di carattere artigianale: bronzo galvanico per le basi, top in linoleum in omaggio alle vecchie scrivanie degli anni Cinquanta, bordature in ottone acidato, legni naturali con finitura a olio e piani in vetro retro verniciato. Realizzati su disegno anche i corpi illuminanti di chiara ispirazione vintage, come alcuni lampadari e appliques, riedizione dei progetti del designer francese Serge Mouille.
La serra è il fulcro dell’intero complesso del Davines Village. Dedicata al ristorante aziendale, include anche un bar di gusto retrò, il cui bancone, ispirato a quelli dei vecchi bistrot, è stato reinterpretato in chiave contemporanea attraverso l’utilizzo di nuovi materiali. I valori in cui Davines crede fortemente – sostenibilità, valorizzazione della bellezza e attenzione alla persona – ben si evincono dalla cura posta nella definizione dei dettagli e dalla ricerca di armonia: un luogo in cui etica ed estetica convivono in armonico equilibrio.
La nuova sede Davines è improntata alla sostenibilità energetica, all’abbattimento degli sprechi, all’ottimizzazione delle risorse naturali e al risparmio di quelle non rinnovabili. Tale politica energetica consapevole si esprime innanzitutto nella scelta di integrare sistemi di comunicazione e controllo interconnessi ad un sistema di BEMS (Building and Energy Management System), in grado di impattare su tutti i principali protocolli di sostenibilità al fine di ridurre al minimo il consumo energetico e l’utilizzo di illuminazione artificiale. Inoltre, il fabbisogno energetico degli uffici del Davines Village è soddisfatto da fonti rinnovabili certificate al 100%, quali pannelli fotovoltaici, un impianto solare termico e un sistema geotermico. Il reparto produttivo del Davines Village vede la presenza di impianti inediti altamente innovativi, che consentono processi più efficienti e dal minor impatto ambientale, quali un sistema di sanitizzazione dei miscelatori con vapore acqueo – anziché con l’utilizzo di sostanze chimiche – e appositi filtri in grado di garantire una qualità dell’aria quasi sterile, i cui requisiti risultano molto vicini a quelli elevatissimi richiesti dall’industria farmaceutica. Le facciate sono state realizzate con elementi prefabbricati in cemento i.active TECNO autopulente di Italcementi.
La sostenibilità ambientale è perseguita anche attraverso scelte che impattano sulla vita quotidiana in azienda. I rifiuti organici del ristorante alimentano il giardino che circonda l’edificio attraverso un sistema ancor più efficiente del classico compostaggio: un impianto di disidratazione consente infatti che tutti i rifiuti organici prodotti vengano riutilizzati per il mantenimento delle aree verdi. Infine, due ulteriori elementi attestano la volontà di contribuire alla salvaguardia ambientale: nel ristorante aziendale non vengono impiegati materiali monouso e nel parcheggio dello stabilimento sono presenti dieci colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
Se non è sostenibile, che beauty è?