La donna Byblos viene dal futuro
Tutto è il contrario di tutto. Sembrano due, ma in realtà è uno solo. I volumi si invertono. La tridimensionalità a volte c’è, a volte è un’illusione. Inganna, confonde la collezione autunno inverno 2012-13 di Byblos, la cui ispirazione arriva dallo spazio: Life on Mars.
Tra raffiche di vento che hanno paurosamente mosso la tensostruttura presente al Castello Sforzesco e contestatrici animaliste che, eludendo la sorveglianza, hanno raggiunto la passerella con cartelli di denuncia e tutela degli animali, Byblos fa sfilare il futuro.
Il volume è il protagonista assoluto della collezione, la tridimensionalità, che ritroviamo subito negli accostamenti giacca-pantalone. I capispalla si accorciano in una lunghezza a metà tra blazer e bolero, le spalle sono bombate, le maniche strutturate, la linea diventa fluida, cedevole. I pantaloni alzano vertiginosamente la vita, sono morbidi sui fianchi e terminano stretti al polpaccio, oppure molto ampi, arrivando fino ai piedi.
I mini dress giocano sulle sovrapposizioni e sui materiali a contrasto. I tagli rendono importanti le spalle e sottolineano morbidamente le curve del corpo. Si indossano con lunghi guanti che spuntano dalle maniche corte e con aderentissimi leggings – quasi una seconda pelle – entrambi in latex, a creare un sorprendente effetto translucido, quasi da sembrare liquidi o dipinti.
Divertenti i maxi pull (uno a maniche lunghe che arriva al ginocchio, l’altro a maniche corte da indossare sulla vita alta) le cui aperture per le maniche partono dal centro invece che dai lati, creando morbide pieghe sul davanti e importanti geometrie ovoidali sul retro.
Ciò che colpisce di più sono le lavorazioni: cerchi sovrapposti e traslati creano stampe inedite, nascondendo applicazioni a ricamo con fili metallici e paillettes. I punti della maglieria creano effetti 3D, tessuti diversi sono accoppiati a caldo senza nessuna cucitura.
Geometrie e inserti metallici o lucidi danno a tutti i capi un sapore high-tech chic.
I colori vanno dai naturali beige, sabbia, cipria all’esplosione dei fuxia, rosso, turchese, passando per il classico black and white e per bagliori metallici argentei e bronzei.
Le modelle, forse troppo giovani per interpretare con il giusto charme alcuni capi importanti, forse rese sciatte e grottesche da un trucco che – anziché migliorare – peggiora, ci sembra non abbiano valorizzato al meglio questa collezione. Una collezione sicuramente molto ricca e variegata, ma in cui non tutto convince.