La gioia del “Tatto” nella collezione A/I 2016/17 di HERNO
Non finisce mai di stupirci la coerenza di stile -legata a una spiccata coerenza di modi- di Claudio Marenzi, presidente e a.d. di Herno, l’azienda piemontese fondata nel 1948 dal padre Giuseppe e divenuta nel tempo sinonimo di eccellenza nel settore luxury sport del Made in Italy.
E mentre godiamo nell’indossare i leggeri e confortevoli capi primaverili che l’autunno scorso ci erano stati presentati in un magnifico scenario tutto imperniato sul tema dell’acqua -avevamo attraversato un fiume, l’Erno appunto, simulato in modo perfetto grazie a una “romantica”, coreografica e avvolgente tecnologia-, già pregustiamo di “toccare con mano” quel che ci offrirà il prossimo A/I 2016-17.
Esperienze originali e decisamente di gusto, quelle fruite in casa Marenzi (“Il gusto è il buon senso del genio”, ci lascia scritto Francois-René de Chateaubriand!).
Esperienze che partono da un tratto sicuro e consapevole sul da farsi e che arrivano all’obiettivo con pacata naturalezza (“Il mondo appartiene agli entusiasti capaci di non perdere la calma”, ci lascia detto William McFee!).
Vien da dire che, quando la bellezza prende a braccetto la qualità, è difficile sbagliarsi……….
Ricetta antica che soddisfa tutti i palati. E tutto si fa più comprensibile e più desiderabile.
C’è sempre qualcosa di primordiale a cui ispirarsi e a cui rimanere legati per poi ritrovarsi in una contemporaneità pragmatica e dinamica: questo sembrano indicarci i capi della ricca e lussuosa collezione per i freddi a venire.
E dall’acqua -da cui tutto viene e in cui tutto scorre-, caratterizzante la precedente presentazione, ecco ora il “tatto”, il TOUCH.
In una location di grande impatto emozionale nel cuore di Milano- l’ex cinema President divenuto ora la sede dello showroom e del design handmade di Baxter, l’azienda che dà vita a sedute in pelle di elevato spessore-, una vera festa sensoriale……
Tessuti a metraggio e arrotolati “buttati” su morbide poltrone, su gigantesche statue, su appoggi sparsi qua e là. Tessuti “in pezza” da guardare, da capire, da testare. Da toccare, soprattutto, per percepirne la voluttà, la morbidezza, il comfort, il lusso. Tessuti da immaginare nella loro trasformazione in cappotti, piumini, gilet, mantelle e mille altre meraviglie.
“Sfiorare un tessuto rende la percezione del mondo racchiusa in un prodotto. Il tatto allora rappresenta la possibilità di tovare, di provare tra quelle trame, tra pochi centimetri, un concentrato di vissuto. È un gioco di piacere che ho voluto trasformare in un’esperienza digitale……”: questo ci dice in un audio/video il “padrone di casa” di questo brand sempre in crescita.
Cita Aristotele (“Toccare è conoscere”) e cita John Keats (“Touch is a memory”). Un rimando continuo alla tradizione, all’arte, alle radici, a ciò che fa “star bene”, a ciò che dà valore alla vita.
Sì perché il tatto, “l’avere tatto”, nella dimensione metaforica connessa ad ognuno dei nostri sensi, assume il significato -come afferma Piero Ferrucci nel suo illuminante saggio “La bellezza e l’anima”- di “cortesia”. Cortesia e delicatezza, aggiungiamo noi.
Protagoniste e testimoni di ciò, inframmezzate ai numerosissimi ospiti allietati da gradevoli musiche e da effervescenti calici, le quattro collezioni “a vista”.
-La Tradizione con la sua “sapienza manifatturiera”:
rassicuranti pezzi realizzati in tessuti pregiati come il cachemire o l’angora accanto a divertenti capi in montone; colori neutri che accarezzano gli occhi e placano l’ansia; punti di luce a illuminare la classicità; fantasie dal sapore orientaleggiante e lavorazioni double per cappottini dalla forma a ovetto e affini.
-Il Co-branding con il talentuoso illustratore Pierre-Louis Mascia:
una capsule di 15 capi donna e altrettanti capi uomo dove la contaminazione tra arte e moda si palesa con forza; mondi sempre meno distanti che si tendono la mano come in un collage di Mimmo Rotella; sete pronte a intrecciarsi con ruvidi panni; rigati e tartan “spudoratamente” compagni di gioco; fogge a kimono reversibili e camaleontiche; colori imperativamente “fuori dal coro” e inusuali.
-La linea Laminar fatta di superba “ingegneria sartoriale”:
moda e tecnologia al servizio dell’indistruttibilità; materiali a prova di intemperie; imbottiti adatti alle escursioni più temerarie.
-La Signature sofisticata e donante:
voluttuose piume, simpatiche frange, disinvolte pellicce ecologiche; evocazioni di interni vagamente Liberty e Déco dove il nero troneggia e il bianco timidamente si affaccia.
Una vera e propria fucina di idee e di opere, dunque. Pronte a lanciarsi, con “tocco” di indiscussa classe, sempre più in là………