La luce che ha trionfato
Sì, questo quel che viene da dire dopo la maratona folle e travolgente che ha portato un numero incredibile di persone a visitare il Salone del Mobile 2015 (310,840 di cui il 69% stranieri) e il correlato Fuorisalone 2015 nella settimana milanese appena trascorsa tutta dedicata alle novità di un settore che pare non conoscere crisi e che dà grande lustro al nostro Made in Italy . “Questi dati confermano l’importanza e l’attrattiva di una manifestazione che è capace di esprimere il meglio dell’arredo italiano e internazionale. Il Salone diventa quindi il primo segnale di una ripresa annunciata” -questo quanto dichiarato da Roberto Snaidero, Presidente del Salone del Mobile-.
Una città vestita a festa e in attesa trepidante di eventi ancor più importanti ha dato il meglio di sé e ha aperto le braccia con generoso atteggiamento a chi, con vivace desiderio e curiosa intraprendenza, ha dimostrato di credere ancora moltissimo a ciò che si è capaci di mettere in atto a partire dalla creatività e -perché no?- dal sogno.
Una frenesia contagiosa e corroborante, un’allegria leggera e consapevole, un ottimismo riscoperto e risanatore.
Complice dunque una Primavera rigogliosa e in anticipo rispetto alla media, le strade dei quartieri principali in cui poter vedere gli innumerevoli allestimenti -spesso in “open-air” e decisamente accattivanti- si sono riempite di addetti ai lavori provenienti da ogni parte del mondo, ma anche di cittadini -giovanissimi, coppie attempate a braccetto, freschi genitori con i bimbi nel marsupio o nei maneggevoli passeggini, frotte di ragazze svolazzanti nelle così attuali gonne a ruota, gruppi di amici con guida alla mano……- disposti con nuova gioia a partecipare ai vari eventi, alle mostre tematiche, ai cocktail più inusuali….
Da Brera a Lambrate, dal centro storico all’Isola, dalla Darsena all’Università Statale….
Gli orti, i chiostri, le piazze, i palazzi storici, i giardini nascosti: tutto portato alla luce.
La luce, appunto.
Luce, rimedio della solitudine e volto di tutte le cose.
Luce che ha fatto da filo conduttore un po’ ovunque e che ha catalizzato l’attenzione di tutti.
Luce caratteristica del 2015, promosso dall’UNESCO come “anno della luce” e tema della biennale ad essa dedicata, EUROLUCE.
Luce come luogo dell’anima che da essa trae linfa di cui nutrirsi e con cui poter procedere.
Luce come lampada, come raggio, come linea, come faro, come stella, come punto, come traccia, come strada, come specchio………
Luce, “naturalmente cagione di allegria…. eccita sovente l’immaginazione, ed ispira”, come soleva consolarsi evocandola, anche nei momenti più tristi, il giovane Leopardi.
Ma non volendo frettolosamente fare una mera elencazione di tutto ciò che si è visto, ci risulta opportuno sottolineare quel che ci è rimasto realmente “dentro”, che ha illuminato zone d’ombra, che ha rischiarato nodi un po’ fitti.
MINDCRAFT
Nel chiostro minore della Basilica di San Simpliciano, in via dei Cavalieri del Santo Sepolcro a Brera -una delle chiese più insigni di Milano-, abbiamo camminato su una lastra di specchi, su un pavimento completamente riflettente, su una superficie dove il cielo si mostrava due volte.
L’installazione, ottava edizione di MINDCRAFT -appuntamento annuale con i designer e gli artigiani danesi che meglio si sono resi evidenti per talento e creatività- curata dalla coppia di designer italo-danesi GamFratesi, ha voluto evidenziare la connessione stretta tra mente e mestiere (MINDCRAFT) a partire dal concetto del “riflettere”.
Gli specchi che riflettono, i monaci che usavano in passato questo silenzioso angolo per “riflettere”.
Pensare per fare, immaginare per creare -per dare alla luce-.
La storia che abbraccia la contemporaneità e le indica il cammino relazionandosi con essa.
Ogni opera esposta -racchiusa in lievi gabbie di metallo simili a campane aeree- mostrata in doppio, sopra e sotto, in una totalità entusiasmante e assolutamente originale.
“LA MAGIA DELLA LUCE ACCENDE LE FORME DELL’ACQUA”
Nella romantica via Ciovassino, a due passi da Piazza della Scala, ci siamo incantati davanti all’esclusiva e sinuosa installazione che il designer MORITZ WALDEMEYER -artista inglese che mixa moda, tecnologia e arte- ha creato all’interno dello showroom del brand di abbigliamento sportivo di lusso totalmente Made in Italy Paul&Shark.
Lo spazio, suddiviso su due piani, ha reso possibile che fosse mostrata -in corrispondenza del lucernario centrale- tutta la magnificenza di questa vera e propria opera d’arte tridimensionale nata per narrare la caratteristica dinamica dell’acqua -cuore del marchio Paul&Shark- attraverso la capacità riflettente della luce.
Acqua e luce per far vibrare il cuore, in un vortice acquatico simulato in grado di attrarre lo sguardo e di trattenerlo a lungo.
Più di 900 brillantissimi elementi ricavati da sottilissime lastre di policarbonato aggiunti a LED e incapsulati da materiale lenticolare per raggiungere un risultato -alto circa 4 metri e con diametro di circa 3 metri- ammaliante e ricco di fascino.
“LA MAGIA DELLA LUCE ACCENDE LE FORME DELL’ACQUA”: nessun titolo più azzeccato per illustrare quel che si è visto.
“FAVILLA. Ogni luce una voce”
Nella centralissima e squadrata Piazza San Fedele, situata accanto al Duomo, abbiamo atteso in coda lungamente e con pazienza prima di accedere a una delle più attese “esposizioni” di quest’anno. Stiamo parlando di “FAVILLA -ogni luce una voce-“, l’installazione/evento ideato dall’architetto Attilio Stocchi per omaggiare proprio la luce (oltre 10.000 visitatori hanno risposto a questa “chiamata”!) e la scia permanente che essa imprime in chi la sappia accogliere.
L’impressione di trovarsi dentro un caleidoscopio, appena varcata la soglia della “scatola/contenitore” di questa magia posta al centro della piazza che fu teatro, pochi anni fa, di quel “CuoreBosco” che fece alzare lo sguardo a molti increduli spettatori.
Buio, e poi fasci di luce, e colori intermittenti, e bagliori monocromatici, e suoni, e voci narranti…….
L’essenza della luce, lì. La sua capacità di far nascere, far schiudere, liberare.
“Aprile significa aprire. La natura si schiude ai raggi del sole”. Poche ma incisive parole di Alessandro Manzoni pronunciate con tono teatrale l’incipit maestoso e tonante di questa fiabesca esperienza.
E poi il grande mistero della Genesi “E la luce fu”.
E proiezioni di parole chiave (quelle che palesano le quattro caratteristiche di movimento della luce: DIRECTE, DIFFRACTE, REFLEXE, REFRACTE) e di immagini poetiche e rasserenanti (“declinazioni vitali” -come i raggi del sole, la fotosintesi clorofilliana, le piume del pavone-) che si affiancano ad esse e ne sottolineano il significato.
La voce che diventa persona e si veste di senso, si fa corpo, si traduce in altro.
Il pianto di un bambino che nasce arriva alle orecchie come una cascata gioiosa a chiudere il percorso.
Allora non possiamo che immaginare la bellezza -scordata ma certamente presente pur chiusa da qualche parte- dell’emozione percepita nel momento in cui ognuno di noi ha potuto aprire per la prima volta gli occhi sul mondo riuscendo a scorgerne la luminosa promessa.