La moda piange la scomparsa di Elio Fiorucci e Loretta Caponi
Libertà, fantasia, intuizione e allegria: alla base dell’innovativa moda “pop” di Elio Fiorucci, scomparso pochi giorni fa a 80 anni, c’era soprattutto questo. Più che di stile in senso stretto, il suo lavoro di designer si alimentava di esperienze esistenziali: “Sono un commerciante che ha l’umiltà di guardare con attenzione alla vita, ai comportamenti” così si definiva, riconoscendo di essere un giramondo che sapeva cogliere lo spirito del tempo e assemblare quello che trovava intorno.
Fiorucci dagli anni ’60 in poi segnò profondamente la moda italiana, trasferendo a Milano lo spirito anticonformista e trasgressivo respirato nella Swinging London, che qui da noi – “shakerato” con il gusto nazionale – innescò una vera e propria rivoluzione dei costumi. Alla sua inventiva si deve lo street style colorato e spensierato che tutt’oggi va per la maggiore, fatto di t-shirt, jeans stretch, felpe (quelle con i personaggi Disney hanno fatto epoca), capi da fitness, stampe che richiamano i graffiti metropolitani, accessori vari per un gaio total look. La sua vera “rivoluzione”, per così dire, è stata quella di democratizzare la moda, rendendola accessibile a tutti, ringiovanendola e facendola amare anche agli adulti, puntando su cromatismi, giusto rapporto qualità/prezzo, mix di vintage e novità.
Fiorucci fu anche l’ideatore della formula del “concept store”, allorché a metà degli anni ‘60 aprì in Galleria Passarella, nei pressi di Piazza San Babila, una sorta di emporio che proponeva le novità in arrivo da Oltremanica e Oltreoceano. In effetti la sua mente creativa fu sempre proiettata su scala internazionale ed i tanti contatti che intrattenne con grandi personaggi della scena artistica mondiale lo dimostrano: fu amico di Andy Warhol, Truman Capote, Madonna, Keith Harin, Jean-Michel Basquiat, ecc. E con entusiasmo “disseminò” i suoi negozi in tutto il pianeta: a New York già nel 1976, poi a Los Angeles, Tokyo, Sydney, Rio de Janeiro, Hong Kong. Fino al 1990, quando dovette cedere il proprio marchio al gruppo nipponico Edwin International, e di lì a poco, nel 2003, vendere il suo storico store al colosso svedese H&M. Comunque non abbandonò la scena, fondando anzi “Love Therapy”, un microcosmo rosa popolato di nani e cuori, ispirato ai valori di “pace, amore e buon umore”: una filosofia di vita a cui credeva profondamente ed a cui fu coerente sino alla fine.
Ora, ogni volta che, aprendo l’armadio, rivedremo il suo logo originale con gli angioletti vittoriani, ci ricorderemo di Elio Fiorucci come di un padre fondatore della moda popolare in senso alto e penseremo che magari anche lui, ora, è un angelo… un angelo “hippy” molto probabilmente.
Un altro lutto ha turbato il mondo della moda nei giorni scorsi: se ne è andata a 91 anni la grande Loretta Caponi, fondatrice dell’atelier-laboratorio fiorentino che da oltre 40 anni fornisce raffinati corredi e biancheria a sovrani e potenti di tutto il mondo, oltre a camicie da notte in seta e lino che sono la quintessenza dell’eleganza e che hanno conquistato le donne più sofisticate dell’aristocrazia, del cinema e dello spettacolo. Tra i capi iconici della sua “bottega” in Piazza Antinori vi sono infatti le camicie da notte arricciate al collo al punto smock e quelle ispirate agli anni Trenta, così come i preziosi pizzi lavorati a mano che attingono alla tradizione della bellezza rinascimentale. (cfr. su Imore: Ricami, merletti….amore)
Loretta Caponi aveva appreso l’arte del ricamo da ragazza e si era fatta apprezzare presto anche fuori Firenze e poi oltre i confini nazionali. Artista-artigiana, donna colta e intraprendente, aveva sposato il pittore Dino Caponi e con lui frequentava personaggi del calabro intellettuale di Alfonso Gatto, Piero Bigongiari, Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Eugenio Montale, Vasco Pratolini. La Caponi è stata uno dei simboli più pregiati della sublime sartorialità fiorentina, di cui resta un’importante testimonianza nel suo storico negozio dove è conservato un archivio che racchiude tutto il patrimonio da lei creato negli anni, un’attività oggi portata avanti con passione dalla figlia Lucia. Addio Loretta, straordinaria Maestra dell’ago e del filo.