La quiete in un vestito
Fra i potenziali trend del prossimo futuro, di cui anche il mondo fashion dovrebbe tenere conto, vi è quello che i previsionisti di mercato chiamano “l’oggetto rallentante”. Si tratta di qualcosa che evoca il piacere della lentezza nella privacy della nostra casa, del nostro corpo e della nostra mente.
Quante volte, tornando la sera dopo una giornata stressante, ci capita di pensare: “Adesso stacco la spina”¦ Adesso freno il ritmo”¦”. E invece scalare la marcia della vita non è facile in questa civiltà dell’attivismo esasperato. Basta un impulso qualsiasi ed eccoci di nuovo in corsa.
Ci servirebbe un segnale, un sorta di semaforo ideale, che in ogni momento ci si ponga dinanzi come un monitor pragmatico per indicarci di rallentare. E questo potrebbe anche essere un abito, un articolo che indossiamo l’intero giorno, in grado di lanciarci un messaggio silenzioso di fuga dall’ossessione della fretta; in altre parole, di ricordarci l’antico suggerimento del filosofo Seneca, il quale esortava a far riposare ogni tanto l’animo per allentare la tensione e ancorare la mente ad un approdo rilassante.
Ma come nasce un “oggetto quietante”? A prescindere dal lavoro creativo dei designer, diciamo, innanzitutto, che la questione non è inventare qualcosa di nuovo, ma riscoprire qualcosa di antico, di dimenticato, riproponendone il linguaggio perduto. In questa prospettiva, la riflessione più illuminante ce la fornisce un saggio di Ernst Junger dedicato alla storia della clessidra (“Il libro dell’orologio a polvere”, Adelphi), un racconto davvero suggestionante. Dove c’è una clessidra – afferma Junger – il tempo scorre più lento e noi – vicini a quell’oggetto – non possiamo che immergerci in un clima di meditazione, fasciati da un senso rassicurante di pace e dall’idea distensiva di un’esistenza tranquilla. Contemplando il placido fluire della sabbia nell’ampolla, sentiamo che il tempo non svanisce, ma si dilegua, cresce in profondità. Tutti questo ci insegna molte cose: ci fa capire, prima di tutto, che per l’uomo felice le ore non scoccano mai e che l’intimità è fondamentale per ciascuno.
Oltre alla clessidra, fra i temi materiali del bibelot rallentante vi sono anche le creazioni in lava, che richiamano per analogia la saggezza mitigante del saper raffreddare in tempo i nostri vulcani interiori. E poi vi è un’ampia iconografia zoomorfa, dove l’immagine della tartaruga svolge naturalmente la parte principale, considerata nell’antichità la piattaforma equilibratrice e stabilizzante del mondo, mentre l’uovo evoca l’idea di nascita e rinascita, nonché di panacea contro tutti i mali.
Gli analisti di mercato ritengono che sempre più in futuro avremo bisogno di un “angolo” – sia esso in casa sia sul nostro corpo – in cui riporre qualcosa di silenzioso, discreto, raccolto, che ci aiuti a restare con noi stessi, a pensare, a distillarci, a riepilogarci. Un anti-televisore, insomma!
Riusciremo a tradurre tutto ciò in abiti (vendibili e indossabili)?