La scarpa maschile. Prima parte
Nonostante sia caratterizzato da una minore varietà e variabilità, l’abbigliamento maschile risulta decisamente più complesso, in termini di eleganza ed adeguatezza, rispetto a quello femminile. I precisi abbinamenti che un uomo è tenuto a rispettare, per non correre il rischio di risultare poco consono ad un certo tipo di raffinatezza, sono universali e non soggetti all’alternarsi dei trend stagionali che molto spesso si rivelano addirittura fautori di stili inadeguati.
Uno degli elementi determinanti del look maschile è di sicuro la scarpa, il cui modello cambia a seconda dell’occasione d’uso e dei diversi momenti della giornata. La costruzione della perfetta calzatura da uomo ci riporta ad una serie di tradizioni artigianali collocate in varie parti del continente Europeo e degli Stati Uniti. Sono tanti i nomi che hanno fatto la storia della scarpa maschile, da Church’s e Tricker’s fino ai Fratelli Rossetti o Timberland. Di sicuro le manifatture inglesi rimangono le più note nel panorama internazionale, grazie all’esistenza di distretti specializzati come quello di Northampton e alla successione di generazioni impegnate in tale ambito, grazie alle quali si è resa possibile la diffusione su scala mondiale di quelli che ancora oggi rimangono i modelli simbolo della calzatura maschile.
In questa prima parte della nostra ricerca ci focalizzeremo sulla calzatura formale, in particolare su quella allacciata, sia chiusa che aperta.
Quando si parla di scarpa con allacciatura chiusa ci si riferisce ad un modello in cui le alette anteriori dei gambetti, tenuti insieme dalle stringhe, sono ricuciti sotto la mascherina e si richiudono sopra ad una linguetta applicata, striscia di cuoio collocata sotto l’allacciatura. Sono in assoluto modelli formali, alcuni dei quali vantano una tradizione risalente addirittura al XVIII secolo.
La Oxford, detta anche Francesina, si caratterizza per avere la mascherina cucita sopra i gambetti, da quattro a sei occhielli per i lacci e una cucitura senza decorazioni a delimitare la punta tonda. È considerata la scarpa in assoluto più elegante nel panorama calzaturiero maschile e viene utilizzata in ambito lavorativo o per cerimonie.
Una variante di tale modello è la Barcroft, che si differenzia dalla precedente per la decorazione della punta, elemento che la rende meno formale e non adatta a circostanze ufficiali.
Interessante è poi il modello Brogue, caratterizzato da decorazioni a punzonatura sulla punta e sulle cuciture che creano un disegno particolare e inconfondibile.
Non di minor rilievo la differenziazione fra semi-Brogue e full-Brogue, quest’ultima nota anche per la coda di rondine che caratterizza la decorazione della punta.
L’altro tipo di calzatura è quello ad allacciatura aperta, riconoscibile per le alette dei gambetti cucite sopra la mascherina che termina poi con una linguetta. I principali modelli di tale categoria sono la Derby, la Cromwell, la Burford e la Wingtip Blucher.
Nonostante sia decisamente meno formale, la prima rappresenta una valida alternativa alla Oxford e si adatta perfettamente ad un look volutamente sobrio, per l’assenza di cuciture e decorazioni sulla punta e sul tomaio.
La Cromwell presenta buchi punzonati come il modello Brogue, ma con una punta più arrotondata e un’allacciatura identica a quella della Derby. Tale mescolanza di stili ne rende difficile una precisa collocazione, ma in marrone ben si adatta ad un look non troppo formale.
La Burford generalmente è presente sul mercato solo nella tonalità del nero e si avvicina molto al modello Oxford, seppure l’allacciatura aperta la renda meno formale e più consona ad un ambiente lavorativo.
Infine la Wingtip Blucher, per gli Americani una fusione riuscita fra Brogue e Derby, che si caratterizza per una punta più rustica ed una spessa suola in cuoio. In Italia viene comunemente utilizzata in versione color sandalo.