La svolta del calendario di Milano Moda Donna
Che ci sarebbe stata una svolta nel calendario delle sfilate del 22-28 settembre 2010 era stato ripetutamente annunciato in altre conferenze stampa dal cav. Mario Boselli Presidente della Camera della Moda. E la svolta c’è stata! Definita da una nota della Camera della Moda “svolta epocale”, è stata voluta e condivisa dal “Tavolo degli Stilisti” che ha visto la presenza dei principali protagonisti delle sfilate determinati a trovare quella soluzione che dovrà dare “riscontri positivi per l’intero sistema moda e per la città di Milano”.
Con la conferenza stampa del 26 luglio presieduta dal sindaco Letizia Moratti, il Presidente della Camera della Moda, dall’assessore alla Moda Giovanni Terzi e Pier Andrea Chevallard Segretario generale della Camera di Commercio di Milano e con l’intervento di D. Della Valle patron di Tod’s circola una prima bozza provvisoria di calendario e di possibili location. Ma i cambiamenti di rilievo sono evidenti e la mens che li ha guidati risulta chiara.
Rileviamo due linee portanti.
Innanzitutto bilanciare il calendario.
Sette giorni di sfilate con una scansione cronometrica di un’ora tra l’una e l’altra e un organigramma che vede le griffe di richiamo come Gucci e Alberta Ferretti e John Richmond presenti in passerella già dal primo giorno mercoledì 22 settembre, e poi ogni giornata segnata da forti presenze. Giovedì 23 Fendi, Ermanno Scervino, D&G e Prada. Venerdì 24 Moschino, Etro, Gianfranco Ferré e Versace, Marras e in serata la sfilata spettacolo popolare in piazza Duomo di C’n’c’-Costume National. Sabato 25 sfileranno Bottega Veneta, Max Mara, Blumarine, Jil Sander ed Emilio Pucci. Domenica 26, Marni, Brioni, Dolce & Gabbana, Missoni, Salvatore Ferragamo e Aquilano e Rimondi. Lunedì 27, sarà la volta di Dsquared2, Les Copains, Roberto Cavalli, Iceberg e Giorgio Armani. Martedì 28, in chiusura Enrico Coveri e 1° Classe Alviero Martini. E alcuni nomi eccellenti non hanno ancora una collocazione nel calendario.
Si spera di ottenere in questo modo la presenza di buyer e di importanti testate giornalistiche stranieri lungo tutta la settimana. Potranno così essere sollecitati a presenziare le passerelle anche di altri nomi, molti emergenti, oltre quelli di richiamo più internazionale. Ciò rispecchia la volontà della Camera della moda e degli enti organizzatori, di dare spazio e visibilità e significativo appoggio ai giovani e alle aziende più piccole, ma con forti capacità creative e imprenditoriali.
Altra linea portante del nuovo format il coinvolgimento di Milano nell’evento. Si parte con una decisione di tipo logistico: portare in centro città la manifestazione che avrà il suo quartiere generale presso Palazzo Giureconsulti, che diventa quindi il Fashion Hub; le sfilate verranno ospitate attorno a questo punto focale, nella Loggia dei Mercanti, a Palazzo Clerici e presso il Circolo Filologico o nelle location di proprietà di alcune maison.
Tutto ciò ha comportato uno sforzo di coordinamento e una volontà comune da parte di Camera di Commercio, Camera Nazionale della Moda e il Comune di Milano di confermare Milano città della Moda, centro mondiale del prêt-à-porter, ma anche di mostrarla come punto di riferimento culturale, turistico, del design ed in vista dell’ EXPO del 2015 anche del food.
La settimana della moda sarà al centro di eventi lungo tutto il mese di settembre con un calendario parallelo alle sfilate. Così martedì 21 settembre è previstp uno spettacolo alla Scala e il 27 settembre un evento a Villa reale per buyer e stampa internazionale; il 23 settembre un concerto al Centro Congressi di Via Gattamelata all’interno della manifestazione settembrina di Musica MITO. Accanto a questi eventi il progetto “Milano Fashion City”, organizzato dalla Camera di Commercio e presentato da P.A Chevallard che vedranno in scena design, arte e la cucina. «Quest’anno -ha sottolineato il sindaco di Milan0- la Settimana della Moda cambia format, dopo trent’anni, per stare al passo con i tempi. Per tre settimane ci saranno eventi, e non riguarderanno solo il centro della città, ma anche le zone meno centrali. Questo risultato è merito della Camera Nazionale della Moda e delle istituzioni che si sono unite, creando un sistema che ha funzionato».