La trasparenza perfetta
L’equilibrio perfetto di forma e materia. Questo in sintesi il risultato di un lavoro ben riuscito di alta tecnologia e artigianalità.
Ariel è tutto ciò che vorresti esteticamente da una clutch ma molto di più nel concept. Infatti, è stata concepita come goccia. Una boule trasparente che emerge dalla profondità marina degli oceani e che si tramuta in una borsa di polimeri di metacrilato di metile (plexiglas), più trasparente del vetro e infrangibile, limpida, cristallina. Uno stratagemma di abilità artigiane per portarsi una lacrima oceanica addosso che sembra davvero nata dalla spuma del mare come Afrodite.
Questa è una clutch dal design impeccabile, puro, minimal. Ariel è visibilmente potente ed intellettualmente elegante. E’ ricercata , raffinata e lussuosa.
Quando ho visto per la prima volta questa it bag – perché è una it bag a tutti gli effetti – era al fianco di Lady Gaga a Las Vegas (la sua era una Ariel Rainbow). Un arcobaleno lucido di forma ovoidale convessa che catturava lo sguardo. Poi l’ho rivista iconica in un verde malachite dall’effetto wow con Liz Hurley, e infine in uno sfavillante arancio all’ultima notte degli Oscar al braccio della figlia di Martin Scorzese. Così, rapita da quella trasparenza degna dell’alta gioielleria e presa dalla mia solita curiosità per l’inconsueto esteticamente bello, ho indagato come Sherlock Holmes nel suo Studio in rosso a Baker Street.
E finalmente eccola lì, nel suo design potente ma straordinariamente delicato. Un Made in Italy puro, quello di Benedetta Bruzziches, creato in un “laboratorio dove le borse respirano l’aria buona dei noccioleti” di Caprarola in provincia di Viterbo. La cura e la tecnica impiegate per la creazione di Ariel, nobilitano la produzione delle botteghe artigiane tra gusto creativo e innovazione. Una complessità di lavorazione e maestria che dà come risultato un’emozione.
Una goccia polimerizzata e scolpita in 3D, lucidata al punto tale da raggiungere la trasparenza del vetro. Sono cinque gli strati di metacrilato lavorato a mano e intarsiati uno ad uno, uno sopra l’altro, con un meccanismo di incollaggio invisibile che quasi non sembra possibile o realizzabile.
Occorrono più di trenta ore per far emergere Ariel; sì, perché non si tratta solo di dare forma ad una idea ma di renderla portabile.
Benedetta Bruzziches che è impegnata costantemente nella riqualificazione del lavoro artigianale dei piccoli centri italiani come quello viterbese, è riuscita a realizzare originali superfici trasparenti piene di personalità.
Ariel ha tutto il glamour di una iconic bag. Una borsa di cristallo che di cristallo non è.
La silhouette è originale, esteticamente appagante, bella, nuova, contemporanea ed assolutamente unica.
E’ silenziosamente fragorosa per utilizzare un ossimoro che le calza a pennello.
Un capolavoro. Un vero gioiello di design artistico con tutta la funzionalità di una borsa anche consapevolmente green ( il materiale è riciclabile al 100%).
Si apre come un’ostrica, l’interno è dotato di un sacchetto di raso di seta rimovibile, e la chiusura, è un sasso in zama pressofusa; una lega di zinco, alluminio e rame molto resistente e lavorata come un monile.
Polimeri, PPMA, materie plastiche, leghe, fusioni; non vi sembra di stare nella fucina di un apprendista stregone? In effetti queste terminologie esulano dal lessico del fashion style, ma sono però l’esperanto del concetto creativo di Benedetta Bruzziches che del suo lavoro afferma : “Non mi capita spesso di disegnare una collezione, io di solito le borse le scrivo, le racconto. Più che di materiali, mi piace parlare di storie, di forme e di personaggi. La collezione è quasi secondaria, è la storia che la rende bella.” E qui, la storia si rivela. Una intuizione sensibile di gusto e senso della forma. Un connubio tra antica arte artigiana e design contemporaneo.
Quando non è trasparente Ariel è tinteggiata con tocchi cromatici realizzati direttamente sul materiale. Un incredibile gioco di contrasti per una modernissima reinterpretazione del cristallo che si colora e che spazia con disinvoltura dal raffinato nero onice al passionale rosso amaranto; dall’elegante bianco opalescente intervallato da nervature dorate (Ariel – Dune, superlativa!) al mistico blu notte. E poi, sfaccettature che riprendono le nuances delle pietre dure e che infondono quasi un’aura mistica a questo prodigio.
Come tutte le clutch stilisticamente small e smart che si rispettino, contiene solo il necessario: l’i-phone, il rossetto e la cipria. Gli essenziali irrinunciabili (a proposito all’interno troverete un piccolo pettine per ogni evenienza). Ma a differenza delle altre, rende giustizia al significato più intrinseco della borsa, quello di custodire. Un tesoro che custodisce tutto il femminile che c’è in una it bag.
Il New York Times a ragione afferma che “le borse sono i nuovi gioielli” , le Ariel lo sono.
Sono delle gemme rare, esemplari unici numerati che vengono consegnati in una teca trasparente di plexiglas. Se Cenerentola aveva il cristallo ai suoi piedi, le nuove generazioni di Princess avranno la loro Ariel bag.
La complessità della lavorazione è un inno alla creatività, all’ingegno e alla maestria di un vero e portentoso Made in Italy.
L’attenzione alla ricerca e all’innovazione applicabili all’artigianalità e alla tradizione sono un must per tutte le produzioni di Benedetta Bruzziches. Ariel fa parte di una collezione artistica che presenta altre “bellezze” dai nomi epici come Medea e Armonia che meritano tutte un’attenzione da veri intenditori.
Fare una visita sul sito di Benedetta Bruzziches vale davvero la pena. Le creazioni sono splendide.
Per le fashion victim consigliamo le Monique in cristalli rilucenti per un tocco di frivolezza effervescente, e le tracolle con catena Carmen in nappa capitonnè per un bon ton dal carattere rock .
I palati più sopraffini apprezzeranno le Anais Nin e soprattutto le handbag Brigitte Bardot con manico annodato, un tocco di classe incommensurabile. La nostra preferita è la raffinata Milk Dune Handle, da volere a tutti i costi!
Ricordiamoci che se il “Diavolo veste Prada”, gli occhi li punta sottobraccio.