L’Archigiana: una falena sulla ceramica
“Mi chiamo Emanuela, vivo a Verona. Sono architetto-artigiana (ma quest’ultima praticamente solo di notte, visto che il giorno ha solo 12 ore). Da qui l’appellativo di “archigiana”. Così si presenta Emanuela Volta, originale designer di ceramiche e porcellane coloratissime e brillanti come codici miniati, che crea con le sue mani “nel forno della pizza”, puntualizza lei. Così, dalla sua vulcanica fucina escono pezzi che sembrano tessuti rinascimentali, che evocano vetrate policrome di cattedrali piene di luce e vibrazioni, che trasformano l’esperienza decorativo-plastica in un vissuto esistenziale.
Si tratta di oggetti unici, spesso personalizzati su ordinazione, che esprimono un grande amore per la vita, come se a guardare il mondo fosse un fanciullo desideroso di imparare e fare. In effetti, si ha quasi l’impressione che Emanuela, quando realizza le sue opere, torni ad essere una piccina che osserva la realtà col “cuore”, ovvero con occhi puliti e sereni, specchio di un’anima tutta tesa a quel Bello che coincide con il Buono, pieno di gioia, fiducia, speranza: non a caso sostiene di essere “una donna un po’ bambina che scioglie tutti i pensieri della giornata nei colori che pennella sulla porcellana bianca”. L’Archigiana è quindi nata perché i colori possono essere una terapia, perché la fantasia ha bisogno di spazio e di tempo.
La tecnica che caratterizza l’attività artistica di Emanuela Volta si ispira a quella del “terzo fuoco”, per cui vengono utilizzati speciali smalti francesi a base d’acqua applicati su oggetti bianchi in porcellana e ceramica già smaltati, in seguito cotti a basse temperature (150°). Un metodo speciale, dunque, con il quale si ottengono pezzi esclusivi e inimitabili, che possono anche essere utilizzati quotidianamente: li si può persino infilare nella lavastoviglie!
Ma come è nata la passione per la decorazione della ceramica in questa architetto-urbanista veronese, notturna come una falena? “Ricordo le notti in cui accoccolata sulla poltrona di vimini guardavo mio papà che, tornato da una giornata di lavoro, disegnava sul tavolo della cucina sfumando alberi e acqua e cielo con le dita e la polvere di pastello” racconta Emanuela. “Stavo lì, silenziosa e curiosa, a guardarlo disegnare fino a notte fonda. Mio papà però non é un pittore (Giorgio Volta è un noto cardiologo, n.d.r.). Quel lavorare di notte aprendo gli occhi su paesaggi e colori, facendo scivolare via facce e rumori e preoccupazioni, liberando la mente nel silenzio della casa, é sempre stato anche per me il momento più vero della mia giornata. Io sono un architetto, ma non disegno case. Vivo tra le norme, conosco la gente dei piccoli paesi, ascolto le loro storie, disegno i loro spazi… sono un’urbanista, un lavoro che riempie le mie giornate e che vorrebbe impossessarsi anche delle mie notti. Ma la notte no, la notte io sono un’altra persona. Divento l’Archigiana”.
E come tale, il personaggio alter ego ha ormai acquisito vita propria, frequenta le fiere, dispone di suoi spazi in alcuni negozi, ha un sito (archigiana.blogspot.com), tiene corsi per bambini e adulti. “Mi piace portare nelle case qualche pezzo colorato” spiega Emanuela. “Mi piace dipingere su oggetti che hanno una funzione pratica, mi diverte lavorare con i bambini ad addomesticare i colori sugli oggetti. Per chi dipinge non c’é giusto o sbagliato, e neppure bello e brutto, é una grande libertà. I miei figli quando qualcuno chiede che lavoro fa la mamma rispondono: l’Archigiana!”.