L’artista di tessuti dal cuore grande
Progettare con i tessuti è un’arte. Che pochi sanno eseguire in modo magistrale. Tra questi “happy few” vi è l’architetta siciliana, ma torinese di nascita, Filly Cusenza, che nel 2014 ha dato vita al marchio Filly Biz con Noemi Blando, dopo aver lavorato venticinque anni per i musei di tutto il mondo realizzando opere d’arte di stoffa.
Ora che ha aperto il suo atelier a Bagheria ed è celebrata ovunque per la sua “fiber art”, Filly ha deciso di cimentarsi anche in altre iniziative, di notevole spessore etico e di alto valore sociale, come l’impegnarsi in prima persona a trasmettere la propria abilità di designer di tessuti ad un gruppo di donne immigrate per mezzo di una masterclass in quel di Taormina, nella cornice della rassegna di design e cultura Taomoda.
Di recente, infatti, Filly Biz ha presentato un abito, pezzo unico, per sostenere il “Progetto Migrantes” promosso dalle associazioni di volontariato FILDIS Siracusa e dall’University Women of Europe (UWE) in ottica di valorizzazione dei talenti e delle professionalità femminili attraverso l’integrazione sociale e culturale. Il ricavato di questa creazione sartoriale messa all’asta è stato destinato all’acquisto di macchine da cucire donate alle donne migranti, che così vengono indirizzate verso una nuova prospettiva di inserimento professionale nel settore della moda. Si tratta di un abito che ha l’energia cromatica del Mediterraneo e i toni vibranti della terra e del cielo, i quali trovano una corrispondenza nelle tinte “guttusiane” dei mercati siciliani, mentre l’elemento decorativo iconico è costituito da un viso che si accende di marrone e rosa: un bel volto di donna che vuole aprirsi alle diverse culture del mondo per arricchirsi di esperienze, suscitando armonia e bellezza.
In effetti il paesaggio antropico del Mare Nostrum è da sempre la vera musa di Filly Cusenza, che spesso sui suoi capi raffigura pezzi d’arte, di storia, di natura, di umanità varia, nonché di animalità (si pensi agli amati gattini) della sua Sicilia piuttosto che di altri Paesi affacciati sull’antico pelago che ha visto fiorire grandi civiltà. “Anche in passato mi sono accostata come artista a questo delicato tema dell’immigrazione” – ha dichiarato la designer bagherese, che ha spiegato: “ Ciò che mi spaventa di più è l’indifferenza che può nascere da un problema non recente. Da qui è nata l’installazione La mia casa è il Mediterraneo, fatta di corpi inermi in tessuto e cera, esposta al Museo Guttuso di Bagheria“.
Per raccontarsi meglio al pubblico Filly Biz ha anche creato un personaggio dei fumetti suo alter ego, che non è solo un cartoon rappresentativo del brand, ma anche – ha puntualizzato la stessa stilista/artista – “un modo nuovo per approcciarsi al mondo dei nostri clienti: del resto uno dei miei tratti distintivi è l’utilizzo di figure dai tratti ironici e giocosi”. La figurina di Filly Biz è quella di una giovane donna dall’aria creativa che sul blog del sito www.filly.biz parla delle collezioni, della vita nell’atelier e del processo creativo che precede la nascita di un modello.
Tra le numerose istituzioni con cui Filly ha collaborato in tutto il mondo come maestra di “fiber art”, vi sono l’Università di Sidney in Australia, i musei di Maracay e Valencia in Venezuela, i musei di Cordoba, Mendoza e S. Miguel de Tucuman in Argentina, la Technische Universitat Karis di Vienna, la Biennale di Londra, Museum of New Art Mona (USA), la XIV Quadriennale di Roma, Anteprima, la “Kyoto Biennale” in Giappone; e poi performance a Rochester (USA), Algeri Museè National des Arts; Kreis Galerie Nationalmuseum Norimberga; Virtual Shoe Museum; Northampton Museum and Gallery, in Inghilterrra; Museo Guttuso, Villa Cattolica, Bagheria (PA). Da sottolineare infine che Filly ha curato i laboratori per il Teatro Massimo di Palermo e la GAM di Milano.
“Oggi faccio moda, quindi non ho mai smesso di fare arte” conclude la designer. Arte che, aggiungiamo noi, è realizzata interamente nel laboratorio di Bagheria dove vengono svolte tutte le fasi, dal design alla confezione, cosicché ogni articolo diventa un paradigma compiuto di prodotto made in Italy di somma qualità e creatività.