Le due anime di Tony Ward
Conosciamo molto poco la filosofia Zen, a cui Tony Ward dice di essersi ispirato per la sua collezione di Alta Moda a/i 2011-12, per giudicare da quel punto di vista il lavoro dello stilista libanese. Ma prescindiamo dal voler trovare riscontro all’ispirazione dichiarata e guardiamo la collezione per ciò che è il risultato finale.
Gli abiti presentati a Roma da Tony Ward ripercorrono e ripropongono quel suo saper coniugare, due culture: l’occidentale con un codice estetico preciso e sobrio e quella orientale sfarzosa e sontuosa. Ciò grazie anche alle esperienze professionali personali: dopo aver completato i suoi studi a Parigi presso la scuola migliore sartoria francese, ha lavorato con i creatori famosi: Dominique Morlotti e Claude Montana per Lanvin, Gianfranco Ferré per Dior, Karl Lagerfeld per Chloé. Alcuni anni dopo, nel 1995, rientrato nel suo paese, il Libano, lancia la sua linea di Haute Couture.
La collezione romana è ricca di 40 capi e un abito da sposa che chiude la presentazione come è usuale nelle sfilate di alta moda. Si tratta di abiti esclusivamente da cerimonia, sera e mezza-sera come si diceva un tempo, per una concezione dell’alta moda legato alla preziosità e scintillio, più che all’unicità e sartorialità dell’abito qualità che trovano posto anche in completi da mattina, tailleur, abito e cappotto. Sulle passerelle romane solo Sarli, Raffaella Curiel, Lorenzo Riva -assente in questa edizione- si sono sempre dedicati con passione anche ad abiti di Alta Moda non da gran sera.
Se dovessimo indicare con un sostantivo la nota distintiva della collezione in questione diremmo “seduzione” come del resto si conviene alla tipologia degli abiti. La silhouette femminile è valorizzata, anzi disegnata, dalle linee dell’abito prevalentemente a sirena fasciante o più morbida svasata; dai corpini aderenti che modellano il busto ed evidenziano il decolté, dalle giacche strutturate. Aggiunte di tulle e voile, trasparenze seducenti e ricche a loro volte di ricami, ammorbidiscono la silhouette dell’abito sottostante aderente a sua volta prezioso per il tessuto. Inserti di materiali diversi a volte come tagliuzzati e sagomati e poi ricuciti, ci fanno riconoscere l’impegno speciale dello stilista sui materiali. Ottimo l’effetto nel tailleur corto in argento, ripetuto in un abito bianco corto e in un altro lungo. Interessante l’abito lungo rosso corpino a ventaglio dove un tulle color carne sostiene uno spesso merletto che costruisce le spalle e il collo e prosegue lungo la parte centrale delle spalle fino a riagganciare l’abito. Meno riuscito l’abito color oro drappeggiato che utilizza la stessa tecnica, ma appesantito sul davanti da ricami e inserti tubolari a rilievo. Bello l’abito lungo di riquadri ad uncinetto foderato in nero. Romantico e principesco l’abito azzurro con ricami sui fianchi e il corpino. Seducente quello in argento con drappeggio sul davanti, scollatura americana e uno spesso ricamo sul dietro fino ad allargarsi in un ridotto strascico.
Anche se nell’insieme la collezione è più che apprezzabile, un alleggerimento delle lavorazioni avrebbe giovato molto all’eleganza degli abiti.