Le parole sono gioielli
“La tanto amata era nuda e, del mio cuore esperta, / non aveva tenuto che i gioielli sonori…”. Così poetava Baudelaire nei suoi immortali versi. In effetti i gioielli hanno sempre ispirato i poeti di ogni tempo. Ma chi crea i gioielli si ispira alle poesie? La risposta è sì e lo dimostrano due eventi recenti.
Innanzitutto, di recente ha fatto tappa a Padova – dopo essere partito da Barcellona e aver proseguito per Livorno e Atene – l’originale progetto “Searching for Itaki”, ovvero alla ricerca di Itaca, con il quale sette creativi nelle cui vene scorre sangue mediterraneo (tre spagnoli, due italiani e due greci) hanno dato vita ad una mostra di oltre trenta gioielli contemporanei, incontrandosi e confrontandosi su temi e valori che riflettono una cultura comune e una medesima visione della vita. Una vita che si è sedimentata nei secoli sulle rotte del Mare Nostrum, le cui coste hanno visto fiorire miti immortali come quello di Ulisse e tradizioni popolari ancor oggi vive, insieme al culto di certi ideali, a cominciare dallo scambio, dall’accoglienza, dalla solidarietà, da una concezione dell’amore che si nutre di passione forte e un’idea di identità che trae linfa dalla memoria.
Così i designer greci Akis Goumas e Despina Pantazopoulou, gli spagnoli Luis Comin, Maria Diez e Montserrat Lacomba, gli italiani Stefano Rossi (padovano) e Corrado De Meo (livornese) si sono lasciati incantare dai versi della poesia “Itaca” di Costantino Kavafis, dove l’isola di Ulisse è qualcosa che va oltre un’entità geografica per assurgere a metafora stessa del senso della vita a cui si giunge attraverso un personale percorso esistenziale: “Itaca ti ha dato il bel viaggio, / senza di lei mai ti saresti messo /sulla strada: che cos’altro ti aspetti? / E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. / Fatto ormai saggio, con tutta la tua esperienza addosso / tu avrai già capito ciò che significa un’Itaca”. I sette giovani artisti, condividendo le proprie emozioni e storie, hanno quindi interpretato la propria nozione di viaggio, ciascuno secondo il proprio stile, e insieme hanno navigato verso nuove esperienze prima di tornare alla loro isola.
Così la mostra ha offerto gioielli ispirati a molteplici temi, tra cui il maestoso complesso marmoreo del Laocoonte, la selvaggia natura mediterranea, l’asprezza del Peloponneso, l’Odissea omerica, realizzati con materiali che spaziano dai più preziosi a quelli meno nobili come legno, sassi, sabbia, alghe, cuoio, carta, ecc. I colori si sono rivelati non solo “solari”, ma anche cupi a simboleggiare il viaggio verso l’ignoto, verso promesse spesso non mantenute, verso la fatica e talvolta la tragedia, come tutt’oggi evidenziano i naufragi di tante imbarcazioni di migranti. Comunque, come scrive Kavafis, “Sempre devi avere in mente Itaca, / raggiungerla sia il pensiero costante. / Soprattutto, non affrettare il viaggio; / fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio / metta piede sull’isola, tu, ricco / dei tesori accumulati per strada / senza aspettarti ricchezze da Itaca”.
Sempre sulle ali del racconto poetico, il Museo del Bijou di Casalmaggiore ha ospitato sino al 30 Luglio la mostra dei 41 gioielli contemporanei selezionati per la sesta edizione di “Ridefinire il gioiello”, evento curato da Sonia Patrizia Catena, che ha già fatto tappa a Milano. Tema del bando 2017 sono le parole letterarie che hanno variamente ispirato i designer, ovvero versi, haiku, titoli, brani che sono diventati voci preziose racchiuse nei diversi materiali e progetti per tradursi in bijoux originali. Partecipano mall’esposizione: Bianca Flut, Lisa Carboniero, Loriana Casati, Chimajarno, Cikala – Sculture sulla pelle, Collezione dei Calanchi di Gaia Descovich, Comivi di Ivana Comandini, Cristina Croce, Beatrice De Angelis, Agnese Del Gamba, DiaN – Diana Natalini, Elena DP Crea, Fantartcreazioni di Serena Pucci, Antonella Fenili, Finny’s Design, Alba Folcio, Fragiliadesign di Francesca Di Virgilio, Simona Girelli, I Monili di Mu di Massimiliano Cesa, I Sogni di LuLù di Enrica Fontolan, IdeeVariopinte di Cinzia Chelo, Marisa Iotti, JF Project, Leonia Lovisetto, Daniela Luzzu, Rita Martínez, Maurizio Mo, Monica Rotta Designer, Marisa Moretti, PaS°A di Alessandra Pasini Jewelry Designer, quasi caramelle – Mariolina Mascarino, Ricicl-Ar, Francesca Romagnoli, Rosalba Rombolà, Sandra Ercolani (metamorphosidesign), Francesca Romana Sansoni, Stella Nera, Agnese Taverna, Toccodautore di Giovanna Monguzzi, VetroGioielli di Sara Talso Morandotti.
“Ridefinire il Gioiello” è un’iniziativa nata nel 2010 da un’idea di Sonia Patrizia Catena e negli anni è diventata un punto di riferimento nella sperimentazione materica sul gioiello d’arte: un’interessante vetrina per artisti e designer per un progetto itinerante che promuove creazioni esclusive selezionate dalla giuria e dai partner secondo vari criteri: aderenza al tema, ricerca, innovazione, originalità ideativa ed esecutiva. In questo modo prendono forma gioielli differenti per tecniche e materiali impiegati, ma uniti da un’unica tematica: libri, racconti e poesie. Questi monili si tramutano dunque in parole di valore, mini-libri da indossare, frammenti che svelano la cifra stilistica di ogni artista, che in essi esprime un momento intimo e libero nell’incontro con il testo, dove ogni frase e verso diventano materia tangibile che stupisce e affascina.
“Sono più miti le mattine / e più scure diventano le noci / e le bacche hanno un viso più rotondo. / La rosa non è più nella città. / L’acero indossa una sciarpa più gaia / La campagna una gonna scarlatta, / Ed anch’io, per non essere antiquata, / mi metterò un gioiello” (Emily Dickinson).