“Le relazioni pericolose”: gli abiti per rimarcare la messinscena della crudeltà e della seduzione
Per i ricchi ed annoiati aristocratici della Francia del periodo Rococò sentimenti forti come seduzione, desiderio, vendetta e crudeltà diventano un gioco, innocente solo in apparenza. Almeno questo è quello che succede nel film del 1988 di Stephen Frears, tratto dall’omonima opera teatrale di Christopher Hampton, ispirata dal romanzo epistolare di Choderlos de Laclos: la cinica e perfida Marchesa de Merteuil (Glenn Close) e il libertino Visconte di Valmont (John Malkovich) intessono un doppio inganno a danno di persone innocenti: la Marchesa propone a Valmont di sedurre la giovane ed ingenua Cecile de Volanges (Uma Thurman), promessa sposa del suo vecchio amante, ma lui si pone come obiettivo anche la casta e religiosa Madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer). Il premio per Valmont sarà una notte d’amore con la Marchesa, sua vecchia amante ma anche l’unica in grado di tenerlo a freno. Tuttavia, riuscire nella doppia impresa non basta alla Marchesa: a questo punto pretende che Valmont abbandoni Madame de Tourvel, ma per lui non è facile, perché ne è innamorato: ma pur di passare una notte con la Marchesa, si costringe a lasciarla. Malgrado ciò la Marchesa, gelosa dei sentimenti che Valmont nutre per l’altra, gli rifiuta il suo premio e fa in modo che il giovane Danceny (Keanu Reeves), suo amante ed innamorato di Cecile, lo sfidi a duello. Dopo averla abbandonata Madame de Tourvel è ormai ridotta in fin di vita, perciò Valmont si lascia uccidere da Danceny, non prima di avergli consegnato la sua corrispondenza con la Marchesa, per rendere le sue macchinazioni note a tutti e così vendicarsi.
I costumi di James Acheson, vincitori del premio Oscar, si dimostrano fedeli all’epoca storica pur adattandosi al carattere dei vari personaggi. Il vestito femminile di moda durante il periodo Rococò era il cosiddetto abito alla francese: il corpetto era rigido ed attillato a causa del corsetto e presentava uno scollo ovale; dalle maniche, lunghe fino al gomito, fuoriuscivano delle cascate di pizzo; la gonna, resa voluminosa sui fianchi dai paniers, sorta di cestini posti sotto il vestito, aveva un’apertura sul davanti per far vedere la sottogonna, spesso di colore e tessuto diverso. La caratteristica particolare di questo abito era il volume sulla schiena libero e fluttuante, fissato solo sulle spalle. La moda maschile, invece, prevedeva una giacca lunga con maniche a tre quarti, un gilet indossato sotto questa, solitamente dello stesso tessuto e colore, e pantaloni di colore chiaro morbidi, lunghi fino al ginocchio.
Valmont segue la moda con estrema cura: invece di colori che spiccano, preferisce i cupi colori delle spezie in voga all’epoca, anche se talvolta si concede qualche tenue rosso. I completi nei toni cupi, come l’ultimo che indossa, di un austero nero, e quello di velluto grigio, che porta più volte nel corso del film, sembrano preannunciare la sua morte. Tuttavia, sui suoi capi spiccano particolari decorativi come pietre finte, fantasie geometriche come quadri e rombi, ricami e ogni tanto qualche fiore, perlopiù rosso e giallo, colori caldi come la sua lussuria, per non parlare del pizzo della cravatta e delle maniche: l’eccesso decorativo, che si esplica soprattutto nell’abbondanza di pizzo, decorazioni floreali e cipria e nell’uso di parrucche, è d’altra parte una delle caratteristiche principali della moda del periodo Rococò: incarna alla perfezione la superficialità e la vacuità della società aristocratica dell’epoca e rende evidente i tratti da messinscena teatrale -tutt’altro che innocua- posta in atto da Valmont e dalla Marchesa.
Le caste e pure Madame de Tourvel e Cecile si vestono in modo simile, seppur con qualche differenza: le accompagna sempre qualche fiore, che sia una delicata stampa sul vestito bianco (un’altra delle tendenze del periodo) o una decorazione in rilievo su acconciature e vestiti. Tuttavia, mentre le stampe sono indossate da entrambe in campagna, le decorazioni le si vedono solo su Cecile, sui suoi abiti da città che abbandonano le tonalità candide in favori di colori pastello come pesca e giallo chiaro.
Madame de Tourvel è su un piano superiore rispetto a Cecile, perché non cede subito alle avances di Valmont, e forse proprio per questo lui se ne innamora: il suo modo di vestire è elegante ma modesto, poco appariscente, con una netta preferenza per tinte candide come bianco e crema, che le conferiscono una sorta di aurea luminosa, quasi a rimarcare la sua perfezione; un esempio è l’abito argento che indossa durante la serata in campagna, quando per la prima volta lo spettatore si rende conto che Valmont è innamorato di lei. Le sue scollature sono sempre coperte da un velo leggerissimo e chiuse da un sottile collarino di pizzo, mentre Cecile preferisce lasciare su questo velo una piccola apertura a forma di triangolo ed in città non esita a mostrare la scollatura, che a causa del corsetto molto stretto mette i seni ben in evidenza; la testa di Madame de Tourvel è sempre coperta, da una cuffia o da un piccolo cappello; invece Cecile usa cuffie solo in campagna.
Ma la vera protagonista di questa farsa è la Marchesa. È il suo abbigliamento quello che maggiormente colpisce lo spettatore, a partire dai colori, che la distinguono nettamente dagli altri personaggi femminili del film: pur adottando le tinte color pastello di moda all’epoca, le sue preferite sono sfumature chiare del rosso come salmone e corallo, evidente collegamento alla sua lussuria, ma ogni tanto spuntano anche altri colori, scuri oppure accesi. A differenza delle altre protagoniste del film, gli elementi floreali sono limitati e spesso accompagnati a colori scuri: quando si reca in campagna, porta un completo di un arancione particolarmente acceso, formato da una giacca con disegni floreali di colore argento e da una lunga ed ampia gonna, accompagnato da accessori neri, tra cui spicca un vistoso cappello; durante la serata che passa in campagna, indossa un abito blu notte decorato con fiori rosa, che le adornano anche l’acconciatura; un altro esempio è un vestito rosso sempre con disegni floreali argento ed impreziosito da decorazioni oro e nere che accompagnano il pizzo bianco sullo scollo e sugli orli delle maniche. Per quanto ogni tanto sfoggi collarini di pizzo secondo la moda del periodo, sono gli importanti gioielli a spiccare, bracciali di perle, orecchini di perle pendenti, girocolli e orecchini di pietre preziose, come ci si aspetterebbe da ogni primadonna.
Il fatto che l’intera vicenda sia costruita come una farsa, di cui la stella è la Marchesa, lo si capisce fin dalla prima scena, in cui viene colta mentre si fa vestire e truccare dalle sue domestiche, come se fosse un sacro rituale. Alla fine, dopo che le sue lettere a Valmont sono state diffuse, come reazione di rabbia distrugge completamente la stanza in cui questo rito prende luogo; ma per lei non è ancora finita, almeno finché non si reca a teatro vestita di bianco e truccata molto pesantemente, con uno spesso strato di cipria su tutto il viso, un neo finto e rossetto rosso scuro, come mai la si era vista nel resto del film, perché ormai la sua falsità è nota a tutti. Infatti, non appena si fa vedere dal suo balcone, tutti i presenti cominciano a fischiarla e ad urlarle contro: ormai tutti conoscono la sua crudeltà, e non le resta nient’altro da fare che tornarsene a casa per levarsi, avvilita, lo spesso strato di trucco. O meglio, la sua maschera.