Leggendo Coco
L’astro di Gabrielle (Coco) Chanel è sempre fulgido e in certi periodi sembra risplendere con maggiore intensità, tra corsi e ricorsi storici e stilistici, tra scoperte e riscoperte di gusto estetico e di sensibilità culturale. Quest’anno, ad esempio, la figura quasi mitica di Mademoiselle è più che mai sotto i riflettori con una serie di iniziative che in luoghi diversi la vedono protagonista a 45 anni di distanza dalla morte.
E’ il momento di Venezia in particolare, a cui tocca l’onore di essere coinvolta nel progetto internazionale “Culture Chanel” che, decollato nel 2007, ha già toccato città di punta come Mosca, Shanghai, Pechino, Canton, Parigi, Seul. La settima tappa è appunto in Laguna con la mostra “La donna che legge”, allestita alla Galleria d’arte moderna Ca’ Pesaro dal 17 Settembre all’8 Gennaio 2017.
Il titolo, che mira ad evidenziare il rapporto speciale di Coco con la lettura, invita ad approfondire la conoscenza della sua collezione di opere letterarie, un tempo conservata nel sofisticato appartamento parigino di Rue Cambon. Si scopre così che i suoi interessi andavano dai classici di Omero, Platone, Virgilio, Lucrezio alle opere di Dante, Montaigne, Cervantes, fino agli scrittori contemporanei come Pierre Reverdy, Max Jacob, Jean Cocteau. Oltre ai libri, l’esposizione veneziana propone anche una raccolta di dediche, foto e disegni da cui si evince chiaramente l’influenza delle letture sulle idee di moda – elegante, informale, pratica, seducente – e sulle creazioni autentiche della celebre couturière. A Venezia, inoltre, per la prima volta sono visibili al pubblico gioielli, profumi e objets d’art provenienti dalla residenza privata.
Ma quest’anno vede altresì un tripudio di aste straordinarie consacrate alla stilista francese, come quella di Christie’s dello scorso Maggio che a Parigi ha proposto 52 selezionatissimi oggetti di design art déco a lei appartenuti. E poi a Giugno Dorotheum ha messo in vendita circa 160 modelli tra vestiti, pantaloni, camice, twin set, accessori, borse, collane, cinture e scarpe, realizzati tra anni ’80 e fine del secondo millennio… a riprova del fatto che lo stile di Coco non tramonta mai, restando sempre vivo e trasmettendosi da uno stilista all’altro. Lo dimostra Karl Lagerfeld che ha saputo raccogliere l’eredità della famosa stilista consolidandone il ruolo di brand mondiale con il suo gusto riconoscibile ovunque.
A proposito degli articoli Chanel in quest’asta, va detto che per lo più appartenevano ad una tanto raffinata quanto ricca Frau viennese che, per oltre un trentennio è vissuta nella leggenda di Chanel, seguendone la storia con attenzione e amore. Così la selezione di Dorotheum ha spaziato dal classico tailleur nero bouclé della collezione Autunno/Inverno 2006, passando per un abito nero con tipiche cuciture a contrasto, fino all’audace due pezzi in pelle nera e oro (blazer + gonna).
Le borse proposte andavano invece dalla tradizionale Classic Bag nera con le cuciture a losanghe alla Classic Jumbo Flap Bag color crema-rosa antico-blu grigio, dalla borsa Coco color salmone in lino ad una versione Denim e ad una ispirata ai graffiti di Rue Cambon. Insomma la moda passa, lo stile resta, come amava affermare la stessa Cocò.
Proprio lei, in effetti, era solita spiegare: “Amo il lusso. Ma il lusso non sta nella ricchezza e nella ricercatezza, bensì nell’assenza di volgarità. Volgarità è la parola più brutta della nostra lingua e io mi dò da fare per combatterla”.