Les Copains: come ti declino la maglia
Nel nome della maglieria e all’insegna delle trasparenze la sfilata di Les Copains a Milano Moda Donna. La collezione primavera estate 2009 – 2010 presenta leggerezza e fluidità, attraverso maglie extrafini traforate, abiti e tailleurs in crochet a rete, fibre morbide come il tricot o il cotone crepe rasato.
Il predominio della maglia rispecchia il desiderio delle origini di Les Copains ,che era quello di mescolare influenze, concetti e culture diverse, attraverso il filo conduttore della maglieria. Sembra essere riuscito nel suo intento il marchio della famiglia bolognese Bandiera, che negli anni ’50 iniziò la sua avventura nella moda, quasi per scommessa. Mario Bandiera, infatti, era destinato a seguire le orme paterne, nel mondo dell’antiquariato, ma si lanciò con una collezione di maglieria che riscosse subito un grande successo: la maglia divenne così la punta di diamante della griffe bolognese. Come chiamarsi? E si decise per un nome che riprendeva in parte il titolo di un programma radiofonico francese popolare in quell’epoca: Salut les copains.
Così sulla passerella caftani di impronta nomade, abiti e tailleurs dall’aspetto voluminoso, ponchi cocoon e cappottini sartoriali. Ma anche semplici pull dai volumi ampi e stretti che creano movimenti sinuosi e che, pur coprendo il corpo, lo rendono sensuale. Sfilano abiti realizzati in rete crochet con ampie gonne a pouf, oppure drappeggiati e plissettati in jersey crepe o, addirittura, in maglie rasate talmente sottili da sembrare quasi chiffon. Il tutto, attraverso giochi di ombre e volumi, pieni e vuoti, chiari e scuri.
I toni sono naturali, dal mastice al bianco sporco fino al beige, caldi e freddi, e sono mescolati con l’ebano fino ad arrivare al nero e a un verde a metà tra il salvia e il kaki. Non mancano paillettes iridescenti e metalliche, applicazioni gioiello, pietre e lustrini. Si tratta di una palette soft, dai colori assolutamente non vivaci, per una collezione dal forte impatto e poco classica, disegnata per la terza stagione consecutiva dal giovane Albino d’Amato.
Le scarpe sono zeppe altissime con lacci da schiava, che si indossano anche sopra le calze e i calzini. L’occhio non può non notare l’eccessiva trasparenza, le scollature profonde e le gambe nude, evidenziate da canotte effetto see through e micro shorts tipo mutande.