Linea palloncino. Una sfida all’eleganza
Voglia di morbidezza? Volumi e curve in opposizione alle spigolose linearità di un abito militare o di una magrezza esasperata?
Forse si tratta di un desiderio di perfezione estetica?. Oppure è lo sguardo che punta verso ciò che è assolutamente nuovo, un futuro che presto nascerà?
Qualunque sia la motivazione, si impongono consigli.Voglia di morbidezza? Volumi e curve in opposizione alle spigolose linearità di un abito militare o di una magrezza esasperata?
Forse si tratta di un desiderio di perfezione estetica? Dopo tanta sciatteria di forme e linee -gli orli, le maniche, gli scolli tutto tagliato in modo irregolare, con una asimmetria disarmonica che rende l’insieme inelegante-, forse volgiamo lo sguardo verso la forma più perfetta? Perché la linea palloncino ripercorre la perfezione del cerchio, la totalità rappresentata della sfera.
Oppure è lo sguardo che punta, desideroso di cambio, verso ciò che è assolutamente nuovo, un futuro che presto nascerà? Infatti la forma rotondeggiante richiama prepotentemente l’ovale dell’uovo che appunto simbolizza la nuova vita che si sta schiudendo.
Forse è un po’ di tutto.
Ma la linea ad O che si affaccia timidamente, ma in crescendo ad ogni stagione di moda, non è una novità. E’ un ritorno, come spesso succede nelle tendenze di Moda perché, ben lo sappiamo, nella moda tutto è stato già inventato. Eppure guardando un abito dalla gonna rigonfia in basso, magari con una firma importante, viene da pensare che più che un eterno ritorno si tratta di una eterna tentazione dello spirito umano: mettere assieme gli estremi, gli opposti. Qui lo stilista deve drappeggiare -complicare-, l’estrema semplicità del cerchio; creare ricchi panneggi, che consentano alla stoffa di acquistare volume ed imitare la forma sferica, nella gonna, nelle maniche.
Il risultato è variabile, dipende dalla creatività e dall’esperienza dello stilista.
Lorenzo Riva con la sua collezione a AltaRoma di luglio 2006 dedica un omaggio a Balenciaga e necessariamente deve rappresentare proprio la linea palloncino di cui Balenciaga è stato il pioniere. Dior successivamente la trasformerà nel “New Look” della “corolla”, e Cappucci la immaginerà realizzata in ” Bocciolo”.
Ma veniamo al pret-a-porter, a quello presentato nelle ultime stagioni, per esempio autunno inverno ’05-06. Il volume delle gonne è dato preferentemente dall’orlo remboursé come nelle creazioni Blumarine, Moschino ed ancora di Alberta Ferretti o Gaetano Navarra che addirittura si ispira alla zucca o Max Mara.
L’estate del 2006 ha visto la linea palloncino già portata per le strade cittadine realizzata attraverso la plissettatura, più spesso grazie allo spostamento asimmetrico delle pieghe rimborsate poi sotto l’orlo.
Le sfilate primavera estate 2007 ha visto alcune belle interpretazioni della linea come ad esempio nelle eleganti presentazioni di Bottega Veneta.
Una seconda versione del palloncino è il volume che si ottiene restringendo in basso l’ampiezza della gonna.
Si impongono allora alcuni consigli.
Il primo e più importante è quello di sconsigliare alla quasi totalità delle donne la scelta di capi a palloncino. Consideriamoli un esercizio di bravura degli stilisti, lasciamoli alle modelle in passerella. Ammiriamoli come un elemento che compone la cultura del momento alla ricerca di forme più rappacificanti nelle sue molteplici espressioni creative: architettura, oggettistica, automobili, moda ecc. I
In modo particolare si sconsiglia la forma che si restringe in basso, il pericolo è di sembrare una botte o una mongolfiera anche se si è magrissime.
L’orlo remboursé è più facile da portare, ma solo se si hanno gambe sottili e lunghe; inoltre l’abito o la gonna ammette solo tacchi alti, per slanciare una forma che si è artificiosamente gonfiata.