Lineapelle: cauto ma fiducioso l’avvio per il 2012
Da martedì 3 a giovedì 5 aprile 2012 il quartiere fieristico di Bologna ha ospitato Lineapelle, mostra internazionale di pelli, accessori, componenti, sintetici, modelli per calzatura, pelletteria, abbigliamento e arredamento. 1047 espositori (740 italiani e 307 esteri) provenienti da 42 Paesi hanno presentato le collezioni per l’estate 2013 e i riassortimenti invernali.
In questo ormai prolungato periodo di crisi, ci pare doveroso analizzare in questa sede non solo i trend presentati (cft. IMORE “Lineapelle presenta le nuove tendenze per l’estate 2013”), ma anche le stime economiche e la domanda del mercato. Il 2011 ha visto la produzione conciaria italiana toccare quota 4,82 miliardi di Euro (+6,7% rispetto al 2010) con un’esportazione pari al 77% del fatturato complessivo (3,71 miliardi di euro). La quantità produttiva è rimasta stabile rispetto all’anno precedente: 39mila tonnellate di cuoio da suola (+1,2%) e 134 milioni di metri quadri di pelle finite (-2%). L’incidenza sul totale produttivo europeo è del 62,3% e il fatturato delle concerie italiane con bollino di qualità si aggira attorno al 43%. L’inizio per il 2012 è cauto ma fiducioso, forte di una crescita delle esportazioni – specialmente in Asia e Nord America -, ma anche di altissime performance qualitative assieme ad innovazioni tecnologiche e stilistiche.
La ragione di questa prudenza va ricercata anche in un aumento, a volte sostanziale, nei costi delle materie prime: i pellami grezzi bovini arrivano ad aumentare del 13-14% , meno significativa la crescita di vitello e ovini. Anche le fibre tessili registrano un incremento: +6% per il cotone, +15% per la lana. La domanda per il comparto bovino e ovicaprino è in diminuzione, così come quella dei sintetici e degli accessori metallici; la domanda relativa ai componenti per calzature è invece in lieve rialzo. Le attività nei principali Paesi conciari in Europa, Sudamerica e Asia hanno registrato una battuta d’arresto nelle prime settimane dell’anno.
Negli utilizzatori si registra invece una crescita della domanda per quanto riguarda il settore del lusso. La pelletteria registra una crescita consistente in Italia, buona per Francia e Spagna; sempre in Italia registra una crescita positiva l’abbigliamento in pelle, ma solo di alta gamma.
Una partenza low profile, ma senza dimenticare le parole di Salvatore Mercogliano, amministratore delegato di Lineapelle: “La conceria italiana ha un ruolo fondamentale nel pianeta. Basti pensare che la filiera della pelle, nel nostro Paese, vale circa 5 miliardi: il 30% delle pelli esportate nel mondo è italiano; viceversa, il 20% di pelle grezza utilizzata a livello globale è comperato da italiani”.
[Si ringrazia il Servizio Economico dell’Unione Nazionale Industria Conciaria per i dati forniti].