Los Angeles: no agli abiti succinti
Alla fiera del videogame vietate le hostess in abiti succinti. Questa la notizia che l’agenzia Reuters ha fatto circolare da Los Angeles dove si è svolta l’annuale fiera dei videogiochi. Possiamo sperare che il fatto crei tendenza anche da noi, specialmente nei programmi televisivi? Sarebbe possibile pensare ad un codice etico per i programmi? E’ solo una notizia di cronaca e il risultato come si deduce non è stato dei migliori, ma il fatto aiuta a riflettere e suggerisce che forse è possibile far qualcosa anche in Italia.
La notizia viene dall’agenzia di stampa Reuters. All’apertura dell’annuale fiera dell’industria dei videogiochi a Los Angeles, gli organizzatori hanno ordinato ad alcune ragazze dei vari staff di coprirsi, pena il pagamento di una multa da 5 mila dollari.
Sono state vietate le nudità, anche parziali, bikini o qualsiasi condotta provocante o esplicitamente sessuale, secondo il codice di comportamento dell’Esa, l’Entertainment Software Association, che possiede e organizza l’E3 Expo.
L’agenzia riporta anche le parole di una delle vallette Pauline K, che indossava un top a frange, una minigonna e stivali al ginocchio mentre distribuiva volantini.
Ha spiegato che un’altra delle modelle ha ricevuto un avvertimento dagli organizzatori per avere mostrato troppa carne. “Evindentemente, il suo seno distraeva un po’ troppo”, ha detto Pauline.
La Esa ha stabilito nuove e pesanti sanzioni per rafforzare le norme sulla decenza. Gli espositori, dopo un ammonimento verbale, al secondo richiamo prendono una multa da 5mila dollari. E ciò a conseguenza del fatto che “Lo scorso anno ci sono state molte lamentele per le modelle, in molti casi, al di sotto della decenza”, ha detto il presidente dell’Esa Douglas Lowenstein.
“Quest’anno hanno un po’ più di vestiti addosso”, ha detto Gail Salamanica, un espositore della fiera. “Ma non troppi”.
Ci viene da suggerire che sulla scia di questo fatto i dirigenti, della nostra televisione di Stato, si propongano di preparare un codice etico, che funzioni a suon di multe, per vietare le nudità, anche parziali, o qualsiasi condotta provocante all’interno dei programmi televisivi. Osiamo sperare che questo porti a migliorare anche l’abbigliamento delle vallette, veline e letterine dei vari programmi, che spesso non solo sono al di sotto della “decenza”, sono vestite in modo “osceno” da un punto di vista del buon gusto.
Forse si può comiciare con lo scrivere alla Rai per far sentire la propria opinione in merito.