Maison Martin Margiela “˜20′
Fino al 5 settembre la Somerset House di Londra celebra i 20 anni di carriera di uno dei più geniali esponenti della “˜moda concettuale’. La retrospettiva “˜Maison Martin Margiela (20) The Exhibition’ curata da Kaat Debo comprende istallazioni, video, foto e abiti (alcuni creati espressamente per l’esposizione) che ripercorrono le tappe e riassumono lo stile del sovversivo designer belga, che ha fatto del decostruzionismo e di un approccio “˜avanguardista’ all’abito, il tratto distintivo della sua filosofia estetica.
L’amore quasi ossessivo per il colore bianco, la latitanza mediatica dello stilista, la sperimentazione di un approccio no-logo alla griffe e i punti vendita veramente difficili da trovare, sottolineano l’unicita’ di creazioni concepite in un punto indefinito del percorso che collega il capo o l’accessorio fashion, il must have divenuto oggetto di culto e un approccio al design decisamente non tradizionale. Portando avanti il racconto di una moda eccentrica e di rottura, inventato negli anni ’80 da fashion designers orientali come Rei Kawakubo (storica fondatrice del marchio Comme des Garcon), Margiela sfida e ridefinisce le proporzioni classiche del corpo, costruisce armonie dissonanti che proprio non ci stanno a rispettare le regole, in primis il dogma totalizzante della sezione aurea.
Diverse collezioni hanno esplorato le possibilita’ del sovradimensionamento attraverso abiti e accessori, vestiti-involucro oversize che realizzano una metamorfosi del corpo, avvolto e contenuto in favolosi bozzoli artificiali. Proposte moda tratte dal guardaroba delle bambole e caratterizzate da dettagli esasperati, come zip e bottoni giganteschi, si alternano a sperimentazioni sartoriali che agendo sugli scolli, ridefiniscono in modo netto, volutamente esasperato, le spalle.
Contrapponendosi ad una visione sfrontata del lusso, le creazioni di Margiela utilizzano materiali di riciclo e tessuti avvenieristici, palette monocromatiche ed essenziali. La ricchezza non dipende dall’uso di stoffe pregiate e’ frutto di numerose ore di lavorazione, impiegate per realizzare capi unici e diligentemente segnalate nel percorso espositivo della mostra. Ci sono volute 51 ore di lavoro per creare la giacca fatta di parrucche bionde che ha sfilato per la Primavera-Estate del 2009, 45 ore per il top-mosaico ricoperto di piccoli specchi, presentato nell’ambito della collezione Primavera-Estate del 2008, 47 ore per il jeans multicolore che assembla cinte e parti di trench vintage in cuoio, portato in passerella per l’Autunno-Inverno 2006-2007.
La struttura, essenza proggettuale di ogni abito, viene posta in evidenza, svelata e messa in primo piano. L’uso frequente del trompe d’oeil caratterizza collezioni, campagne fotografiche, persino gli interni degli uffici e degli store della maison. L’illusione ottica e’ esasperata attraverso i complementi d’arredo, specchi barocchi, porte decorate con immagini di altre porte (che riproducono in bianco e nero l’estetica metropolitana dei cartelloni stradali) amplificano impressioni, restituendo effetti labirintici. L’allestimento della mostra trae spunto da queste suggestioni creando un percorso interessante che fonde tempo e spazio, descrive l’istante in cui la moda diventa arte secondo Martin Margiela.