Mal d’Africa nell’Art Couture di Gianni Molaro
Le suggestioni di un’Africa misteriosa raccontata in chiave cubista, attraverso le maschere dei suoi spiriti ed elementi totemici, hanno ispirato la nuova collezione di “Art Couture” di Gianni Molaro presentata il 26 gennaio, nel Complesso di Santo Spirito in Sassia. Radici essenziali avvolgono gli abiti come ornamento, descrivono linee e architetture che vanno a impreziosire le stoffe mentre vengono sperimentati volumi e forme che si fanno sempre più audaci. Sofisticate lavorazioni in organza, tessuti intrecciati, arricchiti da elementi in plexiglass gialli e neri, tracciano motivi geometrici ed evocano segni magici su gonne e corpetti. Nelle creazioni spiccano enormi occhi stilizzati e bocche romboidali che ricordano le divinità ancestrali della natura, rappresentando l’eco di antichi riti e incantesimi che permettevano agli oggetti inermi di animarsi, proprio come avviene per le stoffe, sulla passerella di AltaRoma. Le sfumature di giallo, rosso e oro, che caratterizzano la collezione, sono state rubate ai tramonti africani, vengono accostate al bianco e al nero con morbide bluse in chiffon, spesso mono spalla, da indossare su gonne fascianti sormontate da rigide crinoline, a loro volta rese con elementi a radice ricamati. Gli abiti sono imprigionati dentro illusioni ottiche fatte di labirinti bianchi e neri, per raccontare attraverso la natura l’ideale dell’evoluzione e della metamorfosi con segni di esoteriche geometrie, linguaggi tribali, tessuti lavorati ed intagliati.
Le giacche hanno spalle squadrate, hanno sfilato stole a gabbia ma anche crinoline rigide che sorreggono bustier, da indossare su gonne a ruota di seta. Anche le stole sono realizzate con intrecci di radici, sempre di seta, oppure con petali in tulle sovrapposti entro cui avvolgersi. La collezione, pur nella sua originalità, non dimentica l’eleganza classica del taglio impero negli abiti lunghi in cui è fondamentale il gioco di contrasti fra il bianco e il nero, fra il giallo e il rosso acceso. Le proposte di Gianni Molaro puntano sicuramente a catturare lo sguardo e a colpire l’attenzione con lavorazioni audaci e tridimensionali, effetti studiati come le luccicanti piramidi in plexiglass impresse sull’abito a sirena. In passerella anche un abito ispirato a un’antica divinità cosmica: la crinolina è composta da radici di chiffon che racchiudono, in trasparenza, piccoli cucchiai trasformati in ironici dettagli di couture. Le acconciature svettano altissime, le lunghe code sono state imprigionate in decine di cerchi dorati, simili ai bracciali indossati dalle donne di diverse popolazioni africane. Infine ha sfilato la sposa, rappresentata da un abito a sirena in mikado avorio, completamente ricamato con elementi e perline dorate; la creazione è impreziosita da uno strascico lungo oltre tre metri.