Max Mara nel solco della tradizione
Niente di nuovo sulla passerella Max Mara? Sembrerebbe proprio così. La collezione autunno inverno 2009/’10, infatti, sfila sotto i riflettori della settimana milanese della moda nella linea della tradizione. Quella tradizione però che ha scritto un capitolo nella storia del costume e del cappotto sotto il marchio Max Mara. Al cappotto, capo must della produzione e capo must di qualsiasi guardaroba, l’azienda emiliana ha voluto dedicare, un paio di anni fa’, una mostra dal semplice titolo Coats! (cappotti) per celebrare, come diceva il sottotitolo, i 55 anni di moda Italiana così come la ha interpretrato fin dalle sue origini nel 1951, ma anche per ripercorre la storia del marchio. La mostra, curata da Adelheid Rasche, prima di approdare in Italia sul finire del 2007, ha fatto tappa a Francoforte, in Cina, Spagna e Stati Uniti, Giappone, ad indicare quale è il made in Italy che piace all’estero. Quello semplice, sobrio, di rigore classico, ma decisamente sofisticato.
Nessuna sorpresa quindi che la donna Max Mara compaia vestita dei capisaldi della maison emiliana: su tutti, il cappotto. Ampio e destrutturato, doppiopetto o vestaglia. Non manca, comunque, nei capi presentati a Milano Moda Donna qualche tocco, qua e là, di evoluzione. Le proporzioni sono più ampie, le maniche a volte kimono, anche nelle giacche, larghe, con grande risvolto sopra il gomito per fare intravedere i le braccia nude o le maniche del capo sottostante. La silhouette è lunga e affusolata. C’è una sovrapposizione di più elementi, dai tailleur dalle gonne a tubo sotto il ginocchio spuntano sottogonne di seta, arricchite di paillettes per la sera, che portano la lunghezza al polpaccio. La pelliccia si sovrapopone al cappoto; il cappotto alla giacca strutturata; la giacca del tailleur a due golfini aperto e chiuso di lunghezza diversa e di tonalità diversa. Laura Lusardi ha dato un tocco di modernità ai capi tradizionali oltre che con le sovrapposizioni, imprimendo ai colli dei cappotti e delle giacche forme nuove con tagli più decisi, eliminando il risvolto per lasciare una decisa scollatura a V, oppure modificandone completamente il concetto: ha lavora il collo come se fosse un foulard morbido annodato dietro. Ha ripetuto questa nota stilistica anche sulle giacche e sugli abiti da sera ottenendo un ottimo risultato e dando vita a capi che sono sembrati i più belli della intera collezione. Per la sera arrivano lo smoking e l’abito a corpetto lungo e affusolato; ma anche bei cappotti a vestaglia nero con revers di moiré o quelli ricamatissimi. Elemento caratterizzanze la collezione la cuffia da aviatore in lana, lapin o visone che accompagna in modo spiritoso anche gli bustier a spalle nude.
I tessuti sono tutti preziosi: dal cachemire all’alpaca, cammello al jersey di lana. La palette cromatica ricalca la tradizione, oscillando tra i toni del beige, tabacco e grigio peltro, con ogni tanto punte di nero e rosso nei tailleur e sorprendentemente nei trench.
Una collezione quindi che farà la sua bellissima figura nell’appena restaurato negozio Max Mara di Corso Vittorio Emanuele a Milano, dove è stata lanciata la nuova etichetta Atelier: una linea di cappotti couture realizzati con materiali pregiati perchè nonostante la crisi, la griffe di cui è presidente Luigi Maramotti continua a fatturare e guardare con ottimismo al futuro.
Il nuovo spazio Max Mara, riaperto completamente rinnovato lo scorso 1 marzo (una superficie di 1400 metri quadrati, distribuiti su quattro piani), oltre ad accogliere Atelier, propone un brand in ogni piano, in base alla fascia di prezzo. Si inizia con il denim e la linea Weekend, la più sportiva ed economica; salendo si incontrano scarpe, borse, occhiali, profumi ed accessori, fino ad arrivare all’ultimo piano, quello in cui trovano spazio – accanto alla collezione Atelier – anche gli abiti da sposa. Ma non finisce qui, la crisi sembra proprio lontana se il prossimo step sarà l’apertura di un nuovo store. Il 12 marzo aprirà i battenti un negozio a Kuala Lumpur: sarà il più grande spazio Max Mara di tutta l’Asia.