MFW A/I 2018-19. La terra e lo spazio nelle collezioni Tod’s e Hogan per la prossima stagione
Nella “mente” di casa Della Valle (Tod’s e Hogan) un fluire immenso di idee che spaziano dal suolo al cielo per arrivare dritte a un chiaro obiettivo: dar vita a prodotti che hanno sempre da dire qualcosa di diverso da tutti gli altri.
Una peculiarità che premia e che mostra un’unica faccia, quella della coerenza.
Per questo i fruitori non si stancano mai di attendere, ogni volta che la stagione nuova si affaccia, la rassicurante interpretazione di qualcosa che già conoscono ma che riserverà loro sorprese a dir poco guizzanti.
Una base sicura su cui divertirsi a modificare, aggiungere, ribaltare, togliere, stravolgere di poco, scompigliare con garbo: questa, ci vien da dire, è la filosofia “regina” dell’azienda marchigiana. E questa è la formula che fa sì che, come spesso in un quadro si svela l’autore senza vederne la firma, in ogni pezzo uscito da lì al primo sguardo sia riconoscibile l’elegante impronta.
L’italianità in primis, per la collezione del marchio TOD’S che vedremo nel prossimo Autunno/Inverno 2018-19.
Quella dei paesaggi dolci, dei terreni morbidi, dei cieli limpidi; quella delle case accoglienti, dei cibi curati, degli oggetti custoditi; quella del clima gradevole, dei suoni antichi, dei colori insostituibili. Quella legata soprattutto (come descrive poeticamente l’etnologo Marc Augé, estimatore indefesso dello Stivale, nel suo piccolo saggio “Momenti di felicità)…”a quei ricordi che non tradiscono alcuna nostalgia, ma che ci attraversano di tanto in tanto la mente come una promessa, un raggio di sole, un acquietarsi dell’anima che colora di sfumature più vive il nostro quotidiano”…
Un “tocco” garbato ancora una volta degno di ammirazione, dunque. Quel “Touch” che ha dato il titolo nel 2009 al bel volume voluto da Tod’s -curato dalla giornalista Donata Sartorio e dal fotografo Paolo Leone– dove vengono mostrati istanti di vita prevalentemente famigliari ambientati in luoghi memorabili del Bel Paese, omaggio alla bellezza che nasce “da dentro” e che si esterna attraverso sguardi, sorrisi, posture, volti, movimenti di donne e uomini innamorati della vita e del lifestyle del Made in Italy.
Nell’introduzione alle magnifiche fotografie da cui si evince un aperto attaccamento ai valori fondamentali dello “stare insieme” e alla tradizione intesa come molla da cui partire si legge che…..
“Arriva un tempo nuovo, un tempo per recuperare quel “tocco italiano” fatto di eleganza, di leggerezza e di ragazzitudine, un tempo per pensare alla reputazione oltre che all’immagine……un’Italia sorprendentemente sincera, reale, non fatua, mai noiosa né banale. Quel luogo della qualità che rende il “fare italiano” così unico e famoso“….
E questo, prepotentemente questo, lo spirito insito in quel che abbiamo visto a Milano al Pac -Padiglione d’Arte Contemporanea- durante la sfilata Tod’s.
Un viale di bambù a introdurci, un chiarore abbacinante a riceverci.
Poi….un’esplosione di calorosa forza vitale, un racconto di ricercata saggezza.
L’impressione che tutto sia talmente coordinato e completo da lasciare poco spazio ad altri desideri. Perché è proprio come deve essere.
Le giacche, i cappotti, i blouson……viaggiano in modo aereo e disinvolto per star dietro a una donna sempre in movimento; le nappe i montoni, le croste….si muovono con passo felpato per adeguarsi al guardaroba dei mesi più freddi; le borse, gli stivali, i marsupi….si prestano al loro dovere per accontentare gli spostamenti di chi non può troppo indugiare; i colori caldi e tranquilli mutuano le loro tonalità dalle zucche, dalle argille, dalle felci, dai pistilli di zafferano, dai marmi candidi, dalle terre arse ma ancora ricche di possibilità.
L’abito “buono” diventa più contemporaneo adornandosi di zip, la tuta vagamente over si disfa dei soliti panni rivestendosi di morbido camoscio, il trench si lascia alle spalle la gabardine classica osando adottare una divertente e lucidissima vernice.
Il trasformismo è alla base di ogni uscita, la sovrapposizione è la sorpresa costante di ogni outfit.
Piccoli cagnolini sorretti dalle braccia gentili di indossatrici illustri fanno da corollario qua e là, come a ricordarci di non perdere mai di vista la naturalezza del vivere quotidiano, nonostante…..
Cambio di passo per HOGAN, il brand del gruppo più “svelto” e sportivo.
Un ambiente “stellare” ci attende per proiettarci nel futuro A/I 2018-19.
Il salto è grande, rispetto alla presentazione scorsa (l’allestimento di allora -impostato per la P/E 2018- mostrava una casa/rifugio dove arte, modernariato, design, libri antichi, mobili anni ’50….si sposavano con divertenti calzature e luxury sneaker primaverili offerte accanto a pasticcini teatrali o a vasi Déco come se facessero esse stesse parte dall’arredamento), ma altrettanto affascinante e strategico.
La precedente “cittadina del mondo”, avvezza a muoversi in città come una trottola e a rilassarsi con un calcio-balilla d’antan nella taverna di casa indossando sandali easy-chic o zeppe iper-femminili, ora vola fino agli astri, nello spazio dove, come affermava Einstein, “Nulla si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma”….
GALAXY LOVE…..
Pianeti lontani da scoprire, terre sconosciute da immaginare. Un 2018-19 tutto da riempire di novità esaltanti e colme di scintillii.
Proiezioni di figure vestite di bianco su cieli punteggiati di luce; il mondo in mano, il bagliore ai piedi; abiti che sembrano carta di cioccolato, colli simili a quelli visti in certi ritratti rinascimentali; glitter iridescenti che catturano gli occhi, stringhe luccicanti come sentieri tracciati per ritrovare la strada di casa.
L’energia, accompagnata da musiche avvolgenti, corre e dinamizza mentre un tapis roulant che “butta fuori” senza sosta scarpe tecniche nei diversi materiali prende tutta per sé l’attenzione degli ospiti.
Pelle specchiata dalle mille sfaccettature per suole rainbow; eco-pelliccia flou per stivali perfetti; effetto “tuffato” per la audace sneaker bianca che sembra esser stata “a bagno” nel latte o in una sostanza interplanetaria.
Pare di essere tutti quanti “pennellati” di polvere lunare e pare che da un momento all’altro debba spuntare un video con l’ombra “parlante” di Calvino….
“C’era la Luna proprio sopra: e la città mi parve fragile, sospesa come una ragnatela, con tutti i suoi vetrini scintillanti, i suoi filiformi ricami di luce, sotto quell’escrescenza che gonfiava il cielo…..”
Gittate di viola e di verde, colate di oro e di argento….illuminano il nero della notte e preludono a un viaggio sempre più denso di mistero……