MFW febbraio 2019: l’affascinante canto di Hui per annunciare l’A/I 2019-20
Proprio così è iniziata la presentazione della sfilata di HUI -creata dalla designer Zhao Huizhou– per il prossimo Autunno Inverno. Con una canzone modulata in modo sublime da una giovane interprete abbigliata con un lungo vestito -tipico della tradizione cinese- dai colori sfumati di grigio con ricchi dettagli di rosso deciso che, con voce da usignolo, ha incantato tutti noi presenti (attenta e bellissima l’attrice cinese Yu Nan accomodata in prima fila accanto a Mario Boselli, Presidente Onorario di Camera della Moda e dal 2017 Presidente dell’Istituto Italo Cinese) per il pathos espresso e la bravura palese.
Ma-Jia, il suo nome. Un fuoco acceso, la sua presenza.
L’atmosfera fattasi calda, l’attesa resasi palpabile.
Un crescendo di note vibranti che poi, pian piano, hanno lasciato il posto allo show degli abiti….
DOMUS, il “titolo” della collezione. Quasi a voler sottolineare la caratteristica avvolgente e protettiva di ogni pezzo. Un rimando architettonico per dare una valenza precisa a come un abito -al pari di una casa- possa essere un involucro confortante per il corpo (“La casa è l’epidermide del corpo umano”, sosteneva l’architetto e scultore Frederick Kiesler).
Ha piena consapevolezza di ciò, Miss Huizhou. Gli studi intrapresi al Politecnico di Milano l’hanno resa certa del fatto che il suo spiccato e amorevole attaccamento alla cultura cinese, unito al fascino della moda milanese, sia sicuramente un forte motore per dare vita a qualcosa di particolare unicità.
Il segreto di mantenere con giusto equilibrio l’essenzialità del sofisticato design italiano e l’attenzione alla peculiarità di certi emblemi della tradizione cinese -che si esprime nel netto elogio del dettaglio- sta alla base della sua originale visione della moda.
La minuziosa ricerca dei retaggi culturali attraverso il collezionismo di tutti i tipi di manufatti artistici entra prepotentemente nel suo “mondo creativo” e ne delinea il vivace carattere. Il contatto con le ricamatrici di remoti villaggi ancora sottosviluppati nella provincia cinese di Guizhou e il ritrovamento di cimeli primitivi di “eredità intangibili” hanno fatto esplodere in lei il desiderio di creare il Fondo Hui -Fondazione per lo sviluppo delle donne e dei bambini di Shenzhen– e di iniziare un percorso virtuoso che ha a che fare con qualcosa che va oltre il mero aspetto evidente (uno spazio di 50 mila metri quadri….la sua “azienda/museo” a Shenzhen!).
“I meticolosi ricami recano un mistero nascosto del tempo”….
Radici che emergono e fanno parlare di sé attraverso la potenza del racconto e del “fare”.
Così la valorizzazione delle tradizioni e della cultura del suo Paese, in una contaminazione costante con quella occidentale, riesce a mettere al mondo un “filo” artistico suggestivo che allaccia e invita a seguirlo….
Nella collezione per la prossima stagione fredda…forme dallo stile pulito e lineare reso tale anche dall’utilizzo dei materiali. Le sovrapposizioni dei cashmere impalpabili alle plissettature ancor più incorporee danno l’idea di un’immagine evanescente -quasi purificata-, mentre la presenza delle sete corpose e traslucide accostate alle lane di alpaca naturale rende l’incedere delle indossatrici dolce e rassicurante.
L’onnipresente velluto -spesso tramato- sposa volentieri organze croccanti o paillettes divertenti, donando piacevole luminosità agli outfit serali.
La minuteria metallica si trasforma in chiusure/gioiello -a guisa di monili nascosti- per parlare di antiche culture alla contemporaneità….
I toni naturali del panna e del caramello enfatizzano -in un reciproco scambio cromatico- i guizzi eclatanti degli amaranto e dei lime, i neri assoluti -smorzati spesso da birichine trasparenze- mostrano un volto non troppo severo e strizzano l’occhio ai bianchi immacolati di cappotti a vestaglia o di tuniche al malleolo di rigorosa bellezza.
Pantofole ricamate, cappelli fantasiosi e bijou inusitati dipingono visioni e fanno da corollario a un lavoro stilistico dove l’anima sottesa rivela tutta quanta la sua propensione a tenere unite tradizione e innovazione in un gioco perenne che non teme di dimostrare la sua inconfutabile solidità.