MFW: un folle giro in giostra per la P/E 2018 di Ottod’Ame
Non finisce di stupire OTTOD’AME, il brand toscano fondato nel 2011 da Silvia Mazzoli, inserito per la seconda volta nel calendario ufficiale di Milano Moda Donna per la P/E 2018 e deciso a “viaggiare” sempre più velocemente verso nuovi e positivi riscontri di mercato.
Pezzi di abbigliamento decisamente femminili corredati da accessori divertenti e freschi. Questo lo spirito di un’azienda (presente in 36 Paesi nel mondo e con l’obiettivo di chiudere il 2017 con una crescita a doppia cifra) che fa della produzione a chilometro zero -Made in Prato quasi tutto quel che viene prodotto!- il suo fiore all’occhiello.
La collezione per la stagione in corso -la A/I 2017/18-, presentata durante la MFW del Febbraio scorso, ci aveva affascinato per la modalità usata nello scenografico e originale allestimento.
Un suggestivo appartamento milanese dove garbate modelle -veri e propri manichini viventi-, disposte a guisa di pittoreschi tableaux vivants in 6 stanze distinte rappresentanti 6 momenti della giornata, illustravano i 6 temi della collezione.
SEI IN SALOTTO, recitava il titolo, in un gioco di parole già ricco di promesse……
Posture, sorrisi, atteggiamenti ora dinamici ora statici; camaleontiche metamorfosi del modo di abbigliarsi in base all’ora “giusta”; andirivieni e circolarità in cui perdersi e ritrovarsi.
Il senso del tempo, la traccia principale da seguire, da scovare…..
Il tempo pronto a mostrare la sua vera faccia, quella un po’ dimenticata a causa delle nostre inquiete e frettolose manie contingenti, quella del Kairos (momento giusto e opportuno o momento supremo in cui accadono cose speciali, come affermavano i Greci contrapponendolo a Kronos, il tempo cronologico e sequenziale), quella di “….un tempo che si sceglie di vivere, interpretare, assaporare in ogni singolo istante, pronti a riconoscere e cogliere la bellezza”, quella del tempo che pone l’attenzione alla qualità piuttosto che mettere in rilievo l’aspetto quantitativo di esso.
Ed ecco la quieta lentezza del mattino “che ha il glamour in bocca” con i toni del biscotto e del caffellatte sui capi dai volumi soffici e avvolgenti.
E, verso mezzogiorno, “un tavolo, due amiche”; una pausa comoda indossando abiti dalle fantasie ora minute ora imponenti.
Poi, all’ora rituale del tè, “chiacchiere e carezze arruffate”, confidenze sussurrate…. vestite di miele, di rosso, di vedo/non vedo, di tessuti simili ad arazzi, di morbide maglie.
Di sera, appena appena buio, “specchi e luci” per vicariare la scomparsa del giorno e per mostrare brilii dorati su completi androgini o nei bordi di scollature femminilissime.
La notte, “ancora giovane”, ricca di corposi velluti o di sofisticate trasparenze, di stampe astratte, di bagliori soffusi.
Infine….”tic tac, tic tac”….l’alba, ornata di rosa e di tenue chiarore, di orli a strascico e di maniche ampie….. a chiusura e apertura del cerchio…..
Per la prossima P/E 2018, la donna di OTTOD’AME esce invece allo scoperto e….vola, viaggia, sperimenta…….
Nello spazioso cortile della Fabbrica del Vapore, composito luogo milanese di grande fascino recuperato da un’area industriale dismessa e adibito a eventi culturali di vario tipo, ci ha accolto una vera e propria pista di autoscontro. La musica diffusa dagli altoparlanti, le lucine tipiche da lunapark, le piccole automobili occupate da sorridenti indossatrici intente a evitare colpi troppo irruenti.
Ospiti curiosi ai bordi dello “spettacolo” o pronti a salire in vettura per fare da cavaliere alle fanciulle. Ogni tanto uno stop, come un fermoimmagine, per permettere agli astanti di osservare gli outfit proposti e poi proseguire in un “ALTRO GIRO, ALTRA CORSA”….
I confini resi liquidi, i sogni resi concreti; i desideri in vena di esplodere, la certezza di rimanere comunque se stesse in qualsiasi posto ci si trovi.
Un viaggio attraverso paesi e culture diverse, un segno ogni volta nuovo e caratterizzante.
La terra texana, i rodei, il mix dei tessuti, “il dialogo tra maschile e femminile”, il piping nero a sottolineare i contorni delle camicie, i lunghissimi e fruscianti orli delle gonne.
La terra d’Oriente, le stampe coi draghi, i colli delle piccole bluse a coreana, i lievi e quasi leziosi dettagli, i colori dei tramonti sul Gange e l’eleganza simbolica dei Sari.
La terra messicana, vitale e corroborante, pensata per avvolgere e “marchiare” di colore gli abiti a balze, le camicie di croccante cotone, le gonne dalle fantasie “dispettose”.
E poi….le sempiterne capitali europee, le fughe romantiche, il tulle, le sete, le eleganti lavorazioni, le allusioni a un canale di Amsterdam o a un ponte londinese o a un bistrot parigino.
L’Italia, infine, terra della brava fashion designer, anima e cuore della riuscita ed eclettica collezione che vedremo “girare” per le strade quando il tempo tiepido lo permetterà; l’Italia, odorosa di sapone e di bucato steso accanto ai mirti o agli ulivi o ai fichi d’India, vestita di sangallo e di pizzo vagamente languido, sicura nel trasmettere armonia e ritrovata lentezza.
“Festina lente”, sembra dirci ogni pezzo ideato e suggerito con amorevole passione per mettere a proprio agio chi sappia coglierne il messaggio etico oltre che estetico.
Come non tornare col pensiero a quel che Tiziano Terzani ha scritto durante il suo lungo e profondo e paziente e curioso e invidiabile peregrinare?
“Vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra”.
Ogni ambiguità sparisce. E tutto si fa chiaro.