Milano e la moda: quali prospettive per il futuro?
Quale futuro per la moda, e quali le prospettive legate alla costruzione a Milano della Citta della Moda e allo sviluppo del Milano Fashion Institute? Il futuro della moda è l’interrogativo al centro dell’attuale dibattito socio-economico di un settore che, nonostante la galoppante crisi finanziaria mondiale, si proietta con rinnovato ottimismo sui futuri scenari internazionali. Quello presente è un periodo di grande fermento per il mondo meneghino che si prepara, fra esattamente sei anni, ad ospitare un evento di considerevole portata sociale, economica e culturale come l’Expo.
Per Milano sarà l’occasione perfetta per consolidare ed esportare definitivamente sulla scena mondiale una chiara e precisa identità. Ed è proprio in questa prospettiva che si colloca uno dei massimi progetti in cantiere, la costruzione della Città della Moda. La sua ubicazione è prevista nell’area Garibaldi – Isola-Varesina, dove il Comune ha già intrapreso un’opera di riqualificazione urbanistica che ne farà un centro di alta specializzazione. Forte di una tradizione radicata e di uno sviluppo creativo continuo, Milano è decisa ad ufficializzare il suo ruolo di capitale della moda attraverso la realizzazione di un polo culturale e tecnico, interamente dedicato ad un settore, come quello del fashion, che si conferma una delle forze trainanti dell’economia italiana. Fiore all’occhiello del progetto è il Milano Fashion Institute, centro didattico e di ricerca, frutto della collaborazione di tre delle più importanti università milanesi, Bocconi, Cattolica e Politecnico. È evidente, dai soli nomi coinvolti, l’ampiezza e la completezza dell’offerta formativa, che tratterà il fenomeno moda a 360 gradi, fornendo competenze e soluzioni manageriali, culturali e tecniche. La sede dell’istituto sarà il nodo centrale dell’intera area della Città della Moda: “The Cube” il nome scelto per l’edificio che ospiterà il centro di alta formazione. Dal valore altamente simbolico, frutto dell’ingegno dell’architetto Pierluigi Nicolin, vincitore del concorso internazionale, la struttura avrà un’altezza di 30 metri, ben cinque piani, e coprirà una superficie di 9000 mq.
Il 16 gennaio il Milano Fashion Institute dà il via al primo master post-universitario in Fashion Project Management, a cui partecipano 21 studenti italiani e stranieri, selezionati fra 90 partecipanti. Con il sostegno e la collaborazione del Comune di Milano e della Camera Nazionale della Moda, l’istituto si propone di ampliare l’offerta didattica già dal prossimo anno accademico, con una vision e una mission ben definite. Oltre a presentarsi come centro di formazione, MFI mira a diventare un punto di riferimento per l’intero settore moda, promuovendo attività di ricerca e sperimentazione che garantiscano ai talenti emergenti e agli eventi stagionali la giusta visibilità. Tali obiettivi saranno perseguiti avvalendosi del sostegno di strumenti comunicativi, economici e culturali come il Portale della Moda, la piattaforma e-commerce e la biblioteca Tremelloni.
L’iniziativa è sicuramente ambiziosa e innovativa considerando l’unione d’intenti e le sinergie venutesi a creare tra mondo accademico, industria e istituzioni. “Credo – dichiara Guido Corbetta, Presidente del Consorzio Bocconi Cattolica Politecnico- che la collaborazione tra le università e le istituzioni che si è concretizzata in questo progetto sia un buon esempio di come nel nostro Paese si possa fare sistema. Il Consorzio tra Bocconi, Cattolica e Politecnico, aperto ad altre università, si candida per contribuire alla realizzazione di attività formative e di ricerca dedicate alla moda nell’ambito dei progetti Città della Moda ed Expo 2015”.
L’insieme dei progetti e delle iniziative in cantiere è segno di un approccio ottimistico al futuro della moda e del made in Italy, soprattutto se si pensa ai risultati economici dell’anno appena trascorso. In uno scenario di crisi finanziaria e produttiva mondiale, anche il settore della moda ha risentito dei crolli di borsa e della sfiducia dei consumatori, registrando uno scivolone di 4 punti percentuali nelle vendite del 2008. Le previsioni per l’anno appena iniziato non sono così confortanti e ci si attende un nuovo calo del fatturato, di proporzioni non diverse dal precedente. La crisi ha interessato sia i comparti a valle (abbigliamento, calzature e pelletteria) che quelli a monte (tessile e pelle), questi ultimi toccati da una diminuzione del fatturato di 13 punti percentuali solo nell’ultimo trimestre del 2008. Uno dei pochi dati moderatamente confortanti è quello relativo alle esportazioni che si mantengono stabili ed equilibrano il saldo della bilancia commerciale.
È difficile fare previsioni convincenti per l’immediato futuro. Tutto dipenderà dalle politiche macro economiche che i governi implementeranno per il rilancio dell’economia e dei consumi. Certo è che misure timide e attendiste rischierebbero di far sprofondare il settore della moda e dei beni di lusso in una crisi ulteriore. È proprio per tale motivo che appare necessario intervenire dall’interno con nuove proposte, facendo leva sull’unicità e la forza del sistema produttivo italiano.
E il progetto della Città della Moda è indiscutibilmente un primo grande passo in questa direzione.
“L’iniziativa- commenta Mario Boselli, Presidente della CNMI- rappresenta un’idea progettuale di grande visione e generosità per la Moda e di servizio per il settore e testimonia l’attenzione e l’interesse delle Istituzioni pubbliche per la Moda. Si tratta di un contributo concreto che sposterà le competenze e le capacità al di fuori della logica competitiva dei costi- che spesso non ci vedono vincenti- e che consentirà la possibilità di affrontare con successo le nuove sfide di un’economia globale puntando sui concetti di qualità, innovazione, ricerca e creatività”.