Milano studia la Moda : ovvero l’offerta formativa per i giovani stilisti
L’evento si è svolto nella sede del Gilli Cube Milano dall’11 al 13 novembre ed ha visto la partecipazione delle scuole, università che si occupano di moda. All’interno della manifestazione si sono svolte sfilate, convegni e mostre oltre alla premiazione di concorsi per giovani stilisti
La parola d’ordine è promuovere i giovani. Così si è presentata la tre giorni milanese alla sua seconda edizione “Milano studia la Moda”, dedicata ai giovani stilisti L’obiettivo della manifestazione – è stato ripetuto spesso nella presentazione e durante lo svolgimento degli eventi -, è quello di far interagire gli operatori del settore, la stampa specializzata e le aziende, con i giovani; per avvicinarli a loro volta al mondo del lavoro e aiutarli a farsi conoscere.
Nel corso della manifestazione è emerso, in modo particolare nella tavola rotonda che ha visto riuniti i presidenti dei maggiori enti interessati alla Moda, il forte richiamo alla necessità di puntare non solo ai grandi talenti e allo stilismo, ma a mantenere, sviluppare, rivalutare le artigianalità tipiche che contraddistinguono il made in Italy.
“La forza della qualità -ha detto Marzotto di Pitti Immagine- viene sì dalle macchine e dalle materie prime, ma gioco forza si compendia nelle manualità creative che ogni distretto della filiera della moda riesce a promuovere”.
Seconda parola d’ordine: promuovere una nuova creatività. La volontà di sviluppare questo obiettivo è dimostrata dai concorsi e dalle premiazioni svoltesi all’interno della manifestazione.
Una creatività e una manualità che, certamente, ancora deve crescere nei giovani talenti che abbiamo potuto seguire in queste giornate. Ma che allo stesso tempo deve essere incentivata e valorizzata.
Emblematico il giudizio di Lorenzo Riva alla fine della sfilata colletiva delle scuole milanesi: “…speriamo che migliorino!”.
Un invito e una sfida per i giovani ma anche per i responsabili della formazione in questo settore.
Basterebbe seguire i piccoli e preziosi suggerimenti di un “giovane” stilista, Stefano Guerriero: le scuole sì, vanno bene, ma l’apprendistato è fondamentale per imparare l’essenziale della professione; “non si può puntare – ha detto con molto buon senso – alla pura creatività, ad un progettto estroso, bisogna creare vestiti che hanno un senso nella società e mirano a situazioni reali”.