“Mildred Pierce”: se la figlia pretende di portare i pantaloni
Ormai le miniserie televisive sono un fatto cinematografico: sempre più registi e attori passano, anche solo per una produzione, dal grande al piccolo schermo, realizzando spesso prodotti in grado di competere con i “cugini” cinematografici.
La miniserie “Mildred Pierce” è uno di questi. Il regista Todd Haynes (“Io non sono qui”, 2007; “Lontano dal Paradiso”, 2002) ha curato l’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo di James M. Cain, molto più fedele al libro rispetto all’adattamento cinematografico del 1945 di Michael Curtiz, scegliendo un cast di attori eccellenti, tra cui spicca Kate Winslet, premio Oscar nel 2009 per “The Reader- A voce alta” (2008, Stephen Daldry) e vincitrice quest’anno dell’Emmy Awards grazie alla sua Mildred Pierce. La miniserie, che comprende cinque episodi, ha debuttato negli Stati Uniti a primavera di quest’anno ed è andata in onda in Italia su Sky Cinema in tre serate, dopo la buona accoglienza al Festival del Cinema di Venezia lo scorso settembre.
Negli anni Trenta, durantela Grande Depressione, Mildred viene abbandonata dal marito e si trova a dover mandare avanti la casa e a mantenere le due figlie da sola. Mildred è una casalinga, non sa far niente se non cucinare, e si trova così costretta a lavorare come cameriera in un bar. L’esperienza la sprona ad aprire un locale tutto suo, ma la morte della figlia più piccola, Ray, incrina ancora di più il rapporto con l’altra figlia, Veda, altezzosa e arrogante. Più Veda cresce, più la situazione peggiora: nonostante il locale abbia tale successo da spingere Mildred ad aprire una catena, lei non riesce a vedere quello che veramente è sua figlia, ben decisa a scoprire qual è il suo talento per andarsene dall’insignificante posto in cui vivono; non fa che soddisfare ogni suo capriccio, senza accorgersi di venire usata. A un certo punto non ne può più e la caccia di casa. Quando Veda diventa una famosa cantante lirica, cerca continuamente di riavvicinarsi a lei; il loro rapporto sembra ricomporsi quando Mildred sposa la sua vecchia fiamma Monty Beragon ma, proprio quando si trova sul punto di vendere la catena di ristoranti per i cattivi affari, Veda rivela tutta la sua spregiudicatezza.
Il singolare e contrastante rapporto tra madre e figlia è reso anche dai costumi. Mildred, all’inizio, non si prende tanta cura di sé, anche perché è totalmente assorbita dalla disperata ricerca di un lavoro, e infatti va in giro sempre con lo stesso abito marrone a fantasia floreale. Una volta aperto il ristorante e una volta ottenuto successo, Mildred comincia a curarsi di più, senza però sfoggiare un’eleganza eccessiva e prediligendo ancora completi marroni. Qualche colore (viola, verde) comincia ad apparire quando Veda è ormai diventata una giovane donna, e i contrasti tra le due si avvertono anche nell’ abbigliamento. Veda predilige colori pallidi, soprattutto bianco e rosa carne, simboli di purezza e bontà in contrasto con la sua personalità torbida e spregiudicata. Essendo una ragazza, Veda segue la moda del tempo, che comprende anche pantaloni-palazzo morbidi, ma è significativo che li indossi solo in casa: si configurano così come l’ennesimo modo con cui ribadisce l’autorità che ha sulla madre. Dopo essere stata cacciata di casa, non li sfoggia più, perché non ne ha bisogno: una volta tornata dalla madre, appena sposatasi con Monty, bastano i raffinati abiti da sera e gli dispendiosi costumi di scena a sottomettere Mildred, che solo giunta sul lastrico decide di ribellarsi.