Moda di…plastica?
Cosa strana, la moda: capace nella stessa stagione di affiancare grande bellezza ad altrettanto cattivo gusto e sciatteria.
La domanda è: perchè?.
Per fortuna, rimangono i grandi maestri come Fausto Sarli, che a Roma ha presentato una collezione di puro splendore.
“¦che sta succedendo?
osservando il panorama della moda contemporanea, ci hanno colpito alcuni dettagli. Eccoli, in ordine cronologico: è una storia pessimista. Ma finisce bene.
Primo dato: Karl Lagerfeld disegna e vende da H&M.
L’iniziativa vede la produzione di una collezione basic venduta a prezzo contenuto nei punti vendita della catena svedese.
Non riscuote il successo sperato, anche perché le taglie prodotte sono quelle delle modelle, che poco hanno a che fare con noi donne mortali.
Ora”¦perché? Perché produrre magliette e venderle in un grande magazzino? Per accrescere la fashion-fever di alcune malcapitate? Per dare l’illusione di possedere un pezzo di haute couture, che haute couture non è?
Secondo dato: Miuccia Prada ci propone per l’estate di ornare collo, braccia e polsi con gioielli di plastica. Plastica.
La signora milanese è capace di stupire e affascinare, anche senza usare la plastica: gli abiti-pavone e i cappelli in piume di gallo della stessa collezione primavera-estate’05 sono splendidi, e fanno capire perché la stilista sia, a pieno titolo, arbiter elegantiarum della moda non solo europea.
Allora, che bisogno c’era della plastica?
Terzo dato: e qui facciamo appello all’attenzione di chi legge. Avete notato la nuova copertina -ancora plastica!- che avvolge da qualche mese a questa parte la – perdonate la metafora – Bibbia del fashion nazionale, ovvero l’edizione di Vogue Italia? Sgargiante, vistosa, appariscente, caratteri cubitali e stampa -volutamente?- dozzinale: quasi l’opposto del suo contenuto: evanescente, eclettico e rarefatto per tradizione.
Dunque?
Domina il gusto del brutto, e la moda viene ridotta al rango di ragazza di strada? La moda è unicamente street style di periferia metropolitana?
Per fortuna, questo non è tutto.
Accanto a collane di plastica e kimoni a stampa di leopardo, ci sono favolose gonne a ruota e accessori strepitosi, che siano borse, scarpe, spille o gioielli. Ci sono tessuti leggeri, che incantano in un fruscio di chiffon e seta. Tutto ci riporta agli anni ’50, al sogno di eleganza di Christian Dior e alla bellissima attrice americana diventata principessa del regno delle favole.
L’abito ritorna al suo massimo, la sera torniamo a vestirci da sera dimenticando le minigonne jeans, la fantasia di un accessorio è tale ed è dichiarata…a dispetto delle operazioni (“¦di marketing? di”¦styling?) che avvicinano la strada alla moda, con il volgarizzamento di ciò che per sua natura nasce per essere l’esatto contrario.
Tutte le foto di questo articolo sono di Fausto Sarli: ci ha incantato con la collezione presentata durante la settimana dell’alta moda romana.
E’alta moda, è quello che gli anglosassoni chiamano fashion e che da noi suona come fascino: non ci sono dubbi.