More is less. Eleganti si può
Cristiano Gatto, personal stylist, genovese di nascita, ha inventato un metodo per migliorare l’immagine delle donne e quindi per esaltarne l’eleganza. Basta un suo consiglio, un suo modo di “guardare”, che già sei più bella e aumenti la tua autostima. Perché l’immagine che dai di te al mondo è una cosa molto profonda, che ha a che fare con la tua essenza.
Che professione è la tua?
Il fashion stylist è in auge dagli anni 90, figura che è andata ad ampliare quella del costumista. Mi occupo di total look, dalla punta dei capelli alla punta dei piedi.
Ha una formazione artistica; è a Milano dove ha scoperto il minimalismo grafico del 900 con il maestro Fronzoni.
Confrontandoti col design hai scoperto la tua natura “fashion”?
Ho studiato con Fronzoni un metodo legato al progetto. Si partiva dal foglio bianco per creare. Ho declinato questo metodo sulla persona. Dal foglio bianco mi piace tirar fuori l’essenza di chi ho di fronte. Per valorizzare una donna devi capire chi è, quale ambiente frequenta, il lavoro che fa, le aspirazioni.
Come riesci a valorizzare una tua cliente?
Non è solo una questione di trend o di mode. Sono aggiornato sulle tendenze, fa parte del mio lavoro, ma non è la cosa principale. Faccio un primo colloquio per capire le esigenze e fare insieme un progetto di valorizzazione. Non è nulla di frivolo. Anche perché ci sono vari ambiti di applicazione. Un’immagine adeguata è sempre utile, negli stages lavorativi, quando hai un appuntamento di lavoro. È un valore aggiunto rispetto all’essere di moda, o all’essere belli. Molto più importante essere adeguati, per raggiungere gli obiettivi.
Come fai a capire com’è veramente una persona, e vestirla di conseguenza?
È un insieme di elementi. Non voglio vestire gli altri a seconda dei miei gusti. Anzi, metto da parte il mio punta di vista, ascolto e osservo. Il lavoro si fa in due, si progetta insieme per definire l’immagine. Ho messo a punto un metodo in cui inserisco un feticcio, un’icona di riferimento.
Il metodo Cristiano Gatto?
È quello che propongo anche ai corsi che faccio nelle aziende, nelle scuole, con le persone che mi chiedono consigli. Uso quattro linee guida orizzontali: terra (ragazza della porta accanto), orizzonte (intellettuale), cielo (diva di Hollywood) e spazio (pop star/cantante rock). Nei corsi le spiego e ognuno si identifica in una linea. Mostro a ciascuna perché scelgo per lei una linea piuttosto che un’altra. Quando capisci a che linea appartieni, capisci che tipo di persona sei. E da qui si parte per costruire l’immagine con l’assegnazione del feticcio, una persona di riferimento esistente. Lascio stare i grandi miti come Grace Kelly o Audrey Hepburn, perché sono troppo icone.
Come riesci a rendere elegante una persona?
Cercando di rendere coerente l’immagine con quello che si è dentro. L’eleganza è coerenza.
Quali sono i riferimenti della donna contemporanea?
Il nostro mondo ha funzionato sempre con riferimenti: negli anni 80 il riferimento era la tv commerciale, negli anni 90 il cinema con Julia Roberts, Gwyneth Paltrow, e poi negli anni 2000 i serial televisivi come Sex and the city. Oggi l’immaginario forte è legato al web e alla cultura delle fashion blogger e allo street wear. Viene più osservato il look delle modelle fotografate per strada che quello sulle passerelle. Kate Moss è molto più copiata dalle donne quando la fotografano mentre porta la bimba a scuola, piuttosto che quando va ai gala.
Come utilizzi questi riferimenti?
La storia del costume mi aiuta: ci sono stati degli spostamenti culturali legati al modo di proporre l’immagine. Insisto anche sull’unicità di ognuno.
Tu ami il minimalismo, anche perché arrivi di lì come formazione. Proponi a tutti un look minimal?
Non intendo il minimalismo come modo di vestire, ma come concetto. L’idea è: partire da niente e aggiungere. Non: più si ha meglio si sta. Il mio slogan è “more is less”, si può avere di più con meno. Il “too much” è negativo, ed è superato
Dopo un primo colloquio come continuano i tuoi “consigli”?
Ho un approccio sempre personalizzato: dallo shopping, al lavoro sugli armadi per vedere cosa va e cosa no, o come rinnovare un capo.
Ci sono errori di stile da evitare?
“Matita azzurra nell’occhio, se ce li hai azzurri: è un errore. Oppure mai indossare calze color carne. Solo la regina Elisabetta può”.
Un consiglio per tutte?
Non voglio sostituirmi alle clienti nel gusto. Quello che mi dà più soddisfazione è riuscire a tirare fuori tutto il bello che c’è in una persona e che si deve riflettere nel suo look.