Mosaico di moda
LA NUOVA VIA DELLA SETA PASSA PER SORAGNA
La notizia suona paradossale, rasentando l’ossimoro. Dopo tanti mantra all’indirizzo degli articoli italiani fabbricati in Cina, ecco che ora è nato il primo fashion brand cinese interamente prodotto in Italia: è SheJi-Sorgere, nome che evoca i colori della terra e la sua fertilità. A tirare le fila di questa mini rivoluzione culturale sono la China Garments Co., società a partecipazione statale, quotata alla Borsa di ShenZhen, e la Caruso Spa di Soragna (nel Parmense), in listino a Piazza Affari a Milano. Scopo dell’operazione è realizzare capi maschili d’alta gamma per l’élite economica ed intellettuale del Paese asiatico, dove sono oltre tre milioni i cittadini considerati “affluent”. Costoro, dopo aver sperimentato gli abiti dei grandi stilisti occidentali per ansia di autostima e legittimazione, sono ora desiderosi di un total look di manifattura eccellente come quella italiana ma con un concept tutto mandarino. Lo stile di questo menswear è sobrio e raffinato, con cuciture preziose, fili d’oro a disegnare i gessati, bottoni sofisticati, particolari curati in modo maniacale, tessuti di pregio (cashmere, seta, velluto, pelliccia), per gente che ormai conosce bene l’essenza del vero lusso, anche se vuole continuare ad indossare completi-uniformi, giacche “alla coreana”, colli alti, colori spenti. L’importante è che siano “luxury” ed interpretino alla perfezione il nuovo “power suit”. Ricordiamo, per inciso, che nella fabbrica di Caruso a Soragna lavorano oltre 600 addetti, artigiani di grande professionalità capaci di dar vita a 2000 prototipi sartoriali per stagione. W la Cina made in Italy!
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UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO NEL DESIGN DI VILLA NECCHI
Far rivivere lo stile originale della famiglia alto-borghese Necchi Campiglio, che nella Milano della prima metà del XX secolo si distinse per l’affascinante vita dei suoi componenti all’insegna della squisitezza nella moda e nell’arredamento: questo è l’obiettivo che si propone la mostra “Villa Necchi: dettagli di vista e nuove visioni 2012”, allestita nelle raffinate stanze della dimora stessa (costruita nel cuore del capoluogo lombardo negli anni ’30 su progetto dell’arch. Piero Portaluppi). Ad organizzare l’evento, in programma dal 13 Aprile al 6 Maggio (in occasione del Salone del Mobile che pervade l’intera Milano), è il FAI (Fondo Ambiente Italiano) in collaborazione con Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton. Vi si trovano esposti i prototipi di oggetti di design, moda, arredo, concepiti ad hoc dal team dei giovani creativi di Fabrica ispirati alla storia, all’architettura ed agli accessori autentici della Villa. Così, tra piatti che richiamano gli affreschi delle volte dei soffitti, porta-iPad in pelle lavorata artigianalmente, attrezzi da caminetto con base di marmo, sedie in cuoio e tavoli che ricordano quelli da gioco, i visitatori non possono che sentirsi coinvolti nel “dialogo” tra oggetti del presente e del passato che si incontrano, esaltando i particolari. La rassegna, ideata e curata da Sam Baron, Matteo Schubert e Francesca Serrazanetti, si avvale anche dell’ausilio di video, pannelli e schizzi di progettazione esplicativi del lavoro dei designer. Alcuni dei prestigiosi marchi interpellati per realizzare i nuovi pezzi in mostra (ad esempio Alessi, Ginori, Amoroso) continueranno poi a produrli per il mercato o li metteranno all’asta a scopo benefico.
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IL SENSO DI OTTAVIO PER IL COLORE
“Il genio del colore” è l’azzeccato titolo della mostra itinerante che la Slovenia ha voluto dedicare al nostro grande stilista Ottavio Missoni dal 5 al 30 Aprile presso lo storico complesso del Vetrinjski dvor di Maribor (l’esposizione si trasferirà poi a Capodistria, Pola, Rovigno, Fiume). Jugoslavo d’origine (è nato a Ragusa, l’attuale Dubrovnik) il 91enne Ottavio (Tai per gli amici) può vantare un’esistenza straordinaria, costellata di successi grandiosi non solo nella moda, ma anche nello sport (fu campione olimpico nei 400 metri piani) e nell’arte (è pure un apprezzato pittore). E su questi 3 temi che caratterizzano la sua vita si è declinata la mostra oltreconfine (organizzata dall’Unione Italiana), che è stata scelta dall’Ambasciata d’Italia per inaugurare il programma “Maribor Capitale Europea della Cultura 2012”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’evento racconta la storia di un autentico “rivoluzionario” della moda, che con la moglie Rosita ha portato una ventata di rinnovamento nel comparto della maglieria in un’apoteosi di colori, disegni astratti, righe, zigzag, greche, grafismi estrosi e inconfondibili tanto da divenire un marchio di fabbrica. La rassegna slovena ripercorre le diverse fasi della lunga vita di Missoni attraverso i successi conseguiti nei vari campi in cui egli si è confrontato con se stesso prima che con gli altri, attingendo la sua forza forse proprio da quella creatività che si è espressa alla massima potenza nel senso per il colore.
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UN PRIMATO CHE VIENE DA LONTANO
Un ciclo di conferenze suggestive che si declinano in quattro lezioni di moda milanese: è questa la straordinaria occasione offerta agli appassionati di moda e storia ambrosiana nel mese di Maggio. Teatro degli incontri – raccolti sotto il titolo “Milano capitale della moda dal Quattrocento ai giorni nostri”- è la Fondazione Gianfranco Ferrè in Via Tortona, dove ogni lunedì alle h 18 si alternano in veste di relatori illustri personaggi quali Silvio Leydi che affronta il tema delle raffinate armature cinquecentesche (7 Maggio), Aldo Citterio che si occupa dei gioielli rinascimentali (14 Maggio), Chiara Buss che tratta della moda in città da Bianca Visconti Sforza a Bianca Rhò (21 Maggio), Enrica Morini che esamina il processo evolutivo dalla grande sartoria al prêt-à-porter (28 Maggio). Alla base dell’iniziativa vi è la riflessione sul fatto che già nel XV secolo Milano era il principale polo europeo del lusso, in cui venivano prodotte le armature, i tessuti, i pezzi di oreficeria più belli e sofisticati. Quindi le origini dell’attuale primato del capoluogo lombardo nella moda e nel design vanno ricercate senz’altro nelle antiche botteghe dell’epoca sforzesca.