Motori eleganti
Qualche giorno fa si è svolto a Cernobbio, ridente località affacciata sulle rive del lago di Como, in uno scenario “impeccabile”, uno tra i più rinomati eventi -risale al 1929- volti a sottolineare il fascino che le vetture d’epoca suscitano negli occhi degli amatori, ma non solo.
Il “Concorso d’eleganza Villa d’Este”.
Quarant’anni di creatività dagli anni Trenta all’inizio degli anni Settanta.
Una collezione di cinquanta e più automobili volta a illustrare l’arte, l’ispirazione, le visioni di carrozzieri, designer e ingegneri. Lavoro, artigianato, arte in un tutt’uno, con l’intento di creare non solo con le mani, ma anche con la testa e con il cuore. Esemplari unici di fianco a modelli rari.
Sofisticate berline e accattivanti cabriolet, simili quasi a piccole carrozze, accanto a veri e propri pezzi di modernità, tutto cromo e lucentezza.
Un riguardo amorevole per i dettagli e un’attenzione capillare per i particolari, a testimoniare la padronanza dei mezzi tecnici e la conoscenza delle materie prime. Scelte tematiche precise a fare da sfondo. Per poter soddisfare le esigenze di un pubblico via via differente.
E, nell’invito relativo a tale meraviglia, si consigliava così “¦..
“”¦. il concorso è un evento che si svolge all’aperto ed in uno dei luoghi più belli d’Italia. L’abbigliamento dovrebbe pertanto essere comodo e adatto alle passeggiate. Lo stile può variare da elegante a sportivo/elegante. La mattina e la sera l’aria è spesso fresca, mentre è calda durante la giornata, si raccomanda quindi di portare con sé anche un maglioncino leggero” “¦”¦..
Che meraviglia !!
Questo è ciò che si è visto lo scorso fine settimana, perlomeno indosso ai proprietari delle auto. Una vera lezione di raffinatezza. E sempre sobria, viene da dire. Stupiva infatti positivamente notare quasi una somiglianza, un’affinità, tra lo stile delle signore, alcune davvero incantevoli, e lo stile delle macchine.
Una profusione di cappelli e copricapo (quest’anno tra l’altro re tra gli accessori) che avrebbero sicuramente fatto invidia alle migliori ospiti dei reali d’Inghilterra.
Una varietà di gonne ricche e iper-femminili che spaziavano dai colori attinti al Futurismo di Balla alle fantasie floreali di alcune stoffe liberty o new-romantic, con gran desiderio di aria nuova e pronte a gonfiarsi, al primo colpo di acceleratore.
Guantini pastello anche “spuntati” o, se volete, a mezze-dita.
Pochette rettangolari dai lievi ricami o borse con piccole maniglie dalle ricche rifiniture.
Tacchi robusti ma gentili al contempo per ovviare a incidenti di percorso -come zolle o ciottoli!!!
Un’eleganza ironica per divertirsi a tornare indietro nel tempo, ma adatta anche a celebrare, in alcune giovanissime che fotografavano in continuazione, piccole rievocazioni di film visti frettolosamente oppure per caso.
Un grande palcoscenico open-air. Un grande spettacolo all’insegna del buon gusto. Nessun eccesso, neanche nel rombo dei motori, come se anch’essi avessero “pudore” nell’ostentare. Anche il rumore risultava “composto” e lontanissimi i classici accostamenti “donne-motori”, cui spesso siamo abituati, con fanciulle discinte e volgari , più adatte a show chiassosi e irriverenti o a calendari provocatori. Infatti apparivano decisamente fuori luogo e inadatti proprio quei pochi esibiti modi di vestire di alcuni/e che, paradossalmente, sembravano essi travestimenti, quando invece avrebbero dovuto rappresentare la norma!! Ci si calava, insomma, nell’atmosfera, volenti o no. Un vero museo a cielo aperto.
E, sotto quei gazebo bianchi che spiccavano tra i prati verdissimi “tirati a lucido”, pareva davvero di vedere sedute comparse o icone di stile uscite da una rivista patinata retrò. E si respirava un’aria di fiducia assoluta in quel che esse stavano “mimando”, senza paura da parte loro di risultare troppo spocchiose o anacronistiche. Una naturalezza spontanea che è sicuramente diversa e migliore di una spontaneità naturale!!!!
Indubbiamente, in tutto quel turbinio di luce, di colori variegati, di personaggi eccentrici apparentemente finti ma colmi di una “solida” passione di certo supportata dalla cultura e dall’inclinazione per il bello, appariva chiarissimo l’amore per la cura e la dedizione per la conservazione di tale ricchezza. E, di conseguenza, tali sentimenti si rendevano evidenti agli occhi anche dei più profani in materia.
Così, camminando a zonzo tra i vialetti con lo sfondo di barche a vela su tranquille acque lacustri, volgendo lo sguardo ora a destra ora a sinistra, non sapendo se ammirare di più una Bugatti del ’37 o un’Alfa Romeo carrozzata Touring del ’46, una Aston Martin del ’65 anch’essa firmata dalla milanesissima maison sopracitata o una Rolls-Royce Pininfarina del ’35, ecco improvvisamente sbucare una figura, una “situazione” diversa.
Una signora americana, dall’aspetto aristocratico e dal sorriso affabile, letteralmente preda di quelli che potremmo definire “paparazzi”-per usare un termine adatto. Capannello, intorno a lei. Curiosità, probabilmente. Ma non solo. Ammirazione, direi, e rispetto. E forse anche riconoscenza per la sua capacità di saper trasmettere ciò e di saper suscitare un senso di armonia e di completezza. Perfettamente intonato alla sua macchina, una Talbot-Lago del ’38 bicolore crema e salvia, l’abito-composè. Con gli stessi colori, sicuramente scelti usando un pantone in piena finestra. Una crocchia biondo-cenere, come pettinatura, sotto un cappello di paglia chiaro con piume verdi. In tinta, gli accessori, e, in tutto questo, niente di stucchevole o di ridondante. Anzi, un certo minimalismo, ma un minimalismo prezioso, come quello usato per definire la “Divina” per antonomasia, Greta Garbo, che divenne tale proprio per aver saputo o voluto rinnegare lo star-system. “Garbo-style”, si usa dire a volte, giocando con le parole “¦”¦”¦ Lei dunque, la bella signora statunitense, si mostrava come un dettaglio “vivo” dell’auto e l’auto, regina di un tempo trascorso eppure con così tanto da dire ancora, prendeva vita da lei. In un rapporto biunivoco e decisamente dialogico. Seduzione, nella loro relazione. Entrambe lontane anni-luce da certe prepotenti vetture modaiole che, guidate da altrettante prepotenti conducenti trendy, indaffarate magari in conversazioni telefoniche inopportune, non si fermano neppure davanti a quello che dovrebbe essere scontato, vale a dire un doveroso istinto di come comportarsi al volante.
Grande è stato l’entusiasmo nel vederle arrivare prime nella propria categoria e grande è stata la sensazione di magia quando, chiusi i cancelli dietro le spalle di visitatori e addetti ai lavori, nell’aria già si avvertivano le note delle musiche a tema che avrebbero accompagnato la cena di chiusura e le danze di una manifestazione dove, signore a quattro ruote e signore in carne ed ossa, avevano dato adito al sogno e all’immaginazione.
Goethe diceva:
“qualunque cosa tu possa fare, qualunque cosa tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.”
Bene, questa possibilità, se coltivata con amore, esiste da sempre.