Mystic river a Biella
Da distretto tessile a distretto culturale d’eccellenza: questa l’evoluzione del Biellese, dove la “visione” di un grande artista come Michelangelo Pistoletto da un lato, ed il mecenatismo illuminato di alcuni imprenditori lanieri dall’altro (Zegna e Cerruti in primis), hanno dato vita ad un luogo mitico e mistico, un laboratorio vitale di talenti e idee, in cui arte e natura, scienza e tecnica, scorrono fianco a fianco in armonia… come lo spumeggiante torrente Cervo che fa da “genius loci”.
Qui artisti e industriali “etici ed estetici”, come li ha efficacemente definiti qualcuno, hanno saputo trasformare vecchie fabbriche in un meraviglioso tessuto qual è la “città dell’arte”. Ovvero, Cittadellarte Fondazione Pistoletto, concepita nel 1998. Luogo di congiunzione tra passato e futuro nel cuore del distretto biellese, Cittadellarte ha sede in un edificio di archeologia industriale, l’ex Lanificio Trombetta che, dopo un intelligente restauro, da manifattura tessile si è tramutato in fucina concettuale. Si tratta in pratica di un laboratorio (Università delle Idee) in cui la creatività artistica entra concretamente in relazione produttiva con le strutture e le istanze della realtà socio-economica, pensando e realizzando progetti rivolti ad una trasformazione sociale responsabile a livello locale e globale. In questo complesso trovano posto varie iniziative: la mostra annuale “Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile”, UNIDEE-Università delle Idee in progress (progetti dei residenti dell’Università delle Idee), Arte Povera, Tendopoli Informatica, opere di Michelangelo Pistoletto.
Del resto, a Biella la cultura si è sempre respirata in ogni ambito sin dai secoli scorsi: basti pensare che già nell’Ottocento gli allora “fabbricanti di panni” costruivano per i loro operai la “stanza della musica”.
Pistoletto, artista tra i fondatori dell’Arte Povera, ha voluto un grande “atelier” in cui la creatività diventasse il punto di incontro tra diversi settori culturali, economici e produttivi. Per questo la sua fondazione mira ad essere una “dinamo” potente per innescare e accelerare processi, un luogo per condividere punti di vista, studiare e fare ricerca. Il nome stesso “Cittadellarte” evoca due significati: quello di cittadella, cioè un’area protetta dove i progetti artistici possono svilupparsi liberamente, e quello di città in cui si articola un network dinamico di relazioni multiple. In sostanza è uno spazio organizzato secondo una precisa suddivisione in parti diverse che prendono il nome di Uffizi. Questi svolgono ciascuno una propria attività per un’area specifica del sistema sociale, avendo come fine ultimo quello di provocare un cambiamento etico e sostenibile di ampio respiro. Gli Uffizi attualmente attivi si occupano di arte, educazione, ecologia, economia, politica, spiritualità, produzione, lavoro, comunicazione, architettura, moda e alimentazione.
Tra i progetti del distretto culturale biellese, il cui atto di nascita ufficiale risale al 2005 in concomitanza con la pregevole mostra “Sul filo di lana” curata da Philippe Daverio, vi è quello di una grande enciclopedia multimediale del tessile e della moda: un’iniziativa coinvolgente soggetti sia pubblici sia privati, che però finora si è arenata per i “soliti” mali italiani, ossia burocrazia e taglio di fondi. Tanto comunque è stato fatto, malgrado le difficoltà. Anna Zegna, ad esempio, va fiera in particolare dell’”Oasi Zegna”, un percorso naturalistico di 100 chilometri quadrati che tutt’oggi testimonia l’opera lungimirante di Ermenegildo, già negli anni ’30 consapevole dell’importanza del rimboschimento delle sue montagne e conscio del valore di un capitalismo fondato prima di tutto sul capitale sociale.
Tornando a Michelangelo Pistoletto, se c’è una sua opera che simboleggia perfettamente l’ideale della Biella creativa, questa è il Terzo Paradiso, presentata come evento alla 51a Biennale di Venezia nel 2005.
Osserviamola: cosa rappresentano quei tre cerchi incrociati uno sull’altro? Per usare le parole del Maestro stesso: “È la fusione tra il primo e il secondo paradiso. Il primo è il paradiso in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana attraverso un processo che ha raggiunto oggi proporzioni globalizzanti. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altra forma di artificio. Si è formato un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado a dimensione planetaria. Il pericolo di una tragica collisione tra la sfera naturale e quella artificiale è ormai annunciato in ogni modo. Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo. Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale”.
Intanto il torrente Cervo continua a scorrere, scandendo i ritmi della comunità biellese. E con esso sembra fluire il grande fiume “mistico” della creatività che pervade questo straordinario ambiente antico.